Balneari: nuovo emendamento sulle Concessioni

La preoccupazione degli imprenditori toscani. Agnoletti (Unifi): “Stiamo aprendo la strada alle multinazionali”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 febbraio 2022 22:13
Balneari: nuovo emendamento sulle Concessioni

Firenze, 16 febbraio 2022– Via libera del Consiglio dei ministri all'emendamento al ddl sulla concorrenza che interviene sulle concessioni balneari, prevedendo la messa a gara dal primo gennaio 2024. Forse non è chiaro ai gestori degli stabilimenti balneari: tutte le concessioni scadranno automaticamente il 31 dicembre 2023 e chi continuerà a esercitare l'attività potrà essere denunciato per occupazione di suolo pubblico.

La decisione, sul termine improrogabile di scadenza delle concessioni, l'ha presa il Consiglio di Stato, il massimo organo della giustizia amministrativa della Repubblica Italiana. L'Antitrust ha ricordato che "nel 2019, su un totale di 29.689 concessioni demaniali marittime (con qualunque finalità) ben 21.581 pagavano un canone inferiore a 2500 euro". La disposizione della messa a bando dei servizi deriva da una direttiva europea del 2006, detta Bolkestein, che ha permesso di liberalizzare alcuni settori, dei quali il consumatore ha tratto benefici.

“Alcune nostre richieste sono state accolte, ma non siamo ancora soddisfatti”. Questo, in sintesi, il primo commento del presidente Sib Confcommercio Grosseto Daniele Avvento. Tra le richieste del sindacato dei balneari che hanno trovato spazio nel nuovo testo, vengono sottolineate la tutela del valore delle aziende in sede di gara, la professionalità, la salvaguardia delle piccole e medie imprese, la tutela per coloro che hanno gestito direttamente la concessione negli ultimi cinque anni e l’eliminazione del canone quale elemento di valutazione. Il sindacato tiene a precisare che non si sta parlando di una norma che è già in vigore, ma di “una proposta” che il governo farà in Parlamento.

“Chiariamo anche e soprattutto che non siamo soddisfatti – continua Avvento - Si tratta di un provvedimento che necessariamente dovrà trovare il giusto equilibrio nel passaggio parlamentare e per questo continueremo a lavorare con determinazione e grande forza, come sindacato di categoria, con le forze politiche e con la Regione”. “A rischio c’è un comparto fondamentale non solo per il sistema economico della nostra provincia, ma di tutto il nostro Paese – conclude Avvento - Parliamo di 30 mila piccole e medie imprese per lo più a conduzione familiare che hanno fatto la storia del turismo balneare italiano, chiamate a fronteggiare gli appetiti delle multinazionali, soprattutto straniere. Solo per questo motivo, la sorte delle concessioni dovrebbe stare a cuore a tutti i cittadini”.

"Basterebbe pensare a quello dei telefonini che ha consentito la concorrenza e, quindi, di abbassare i prezzi e aumentare la qualità -interviene Primo Mastrantoni dell'Associazione Diritti Utenti e Consumatori- Il rispetto della direttiva europea consente al nostro Paese di accedere ai fondi comunitari per un valore di 248 miliardi di euro, compresi quelli destinati al Piano nazionale di ripresa e resilienza, a beneficio dell'intera economia italiana e di evitare di pagare le sanzioni per inadempienza alle direttive comunitarie, multe che indirettamente paga il contribuente.

Il Governo ha varato un decreto per regolamentare il settore delle concessioni balneari prevedendo forme di tutela per le attività già avviate. La presidente di FdI, Giorgia Meloni vuole una proroga, inapplicabile, di 99 anni delle concessioni. Facciamo un calcolo semplice: a fronte di 115 milioni di euro ricavati dalle concessioni, si metterebbero in discussione 248 miliardi di fondi europei e si dovrebbero pagare le multe per mancato adempimento. In realtà, la presidente Meloni pensa ai voti dei concessionari per le prossime elezioni, il resto non interessa. Il resto sarebbero 60 milioni di italiani".

Fabrizio Fontani, presidente del Sib Confcommercio Pisa non nasconde la propria preoccupazione per l'emendamento approvato in Consiglio dei Ministri sulle concessioni balneari: “Siamo sorpresi soprattutto per la tempestività di una decisione che ha assunto i caratteri di urgenza superiore addirittura alla discussione sul caro delle bollette. In ogni caso non si tratta di una norma già in vigore, ma solo di una proposta che il Governo fa al parlamento. Siamo convinti e ci auguriamo che in quella sede, soprattutto le forze politiche che da sempre hanno prestato maggiore attenzione alle nostre istanze, possano intervenire per migliorare questo testo.

A partire soprattutto dai tempi di messa a regime delle aste, che secondo noi sono troppo ristretti, anche in considerazione del fatto che i comuni e gli enti locali difficilmente riusciranno ad organizzare tutto questo nei tempi previsti. In ogni caso, comuni e regioni dovranno dire la loro, così come necessario sarà un ulteriore confronto con le associazioni di categoria”.

“Noi non abbiamo alcuna preclusione rispetto a qualsiasi forma di protesta se le nostre richieste non saranno ascoltate” – aggiunge Fontani – “ma l'obiettivo è quello di trovare un punto di incontro che salvaguardi effettivamente le migliaia di operatori balneari italiani. A partire dal riconoscimento del valore economico delle aziende in sede di gara, la professionalità e l'esperienza maturate, l'entità degli investimenti, la tutela per coloro che hanno gestito direttamente la concessione negli ultimi cinque anni e così via. Sarà un lavoro lungo, ma da parte nostra non mancherà il contributo nel confronto con Regioni e Parlamento, assolutamente necessario per salvaguardare il sistema turistico balneare”.

“La problematica delle concessioni sembrerebbe ridursi a questioni economiche ma ha delle importanti implicazioni ambientali e paesaggistiche. Stiamo aprendo la strada alle multinazionali dell’ombrellone”. E’ quanto dichiara Mauro Agnoletti, professore associato dell’Università di Firenze e Coordinatore scientifico dell’Osservatorio Nazionale sul Paesaggio Rurale, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

“I cittadini – sottolinea Agnoletti - hanno diritto a fruire del paesaggio, compreso quello costiero, diritto fissato anche dalla convenzione europea del paesaggio ratificata dall’Italia. E’ vero che l’Itala è il paese europeo con il maggior sviluppo delle coste, circa 3346 km, ma sebbene la battigia sia proprietà demaniale e tutelata dal codice dei beni culturali, la progressiva espansione degli stabilimenti ha di fatto sottratto ai cittadini il diritto di fruire di molte spiagge”.

“Oggi l’occupazione delle spiagge dovuta alle concessioni – spiega l’esperto - varia dal 29% della Basilicata al 70% della Liguria, con zone come la Versilia in cui il 90% delle spiagge è occupato. Si parla di maggiore concorrenza e degli eccessivi margini di guadagno dei concessionari, che pagano effettivamente un canone ridicolo allo stato. Crediamo però che il giorno che si aprirà alla libera concorrenza e quindi a società con capacità di investimento superiore ai piccoli concessionari caratterizzati da quel ‘fai da te’ tutto italiano, quello che avremo sarà solo uno sfruttamento più organizzato, con maggiore presenza di infrastrutture le quali necessitano di robusti operatori economici, ma che degraderanno ulteriormente il paesaggio costiero visti i ridotti limiti posti a questo sfruttamento”.

“C’è poi da considerare – aggiunge il professore - il contemporaneo problema della progressiva erosione delle spiagge su cui da anni si elaborano le più varie teorie senza considerare che grazie ad una riforestazione che ha più che raddoppiato la superficie forestale si è ovviamente ridotto il trasporto solido dei fiumi legato ai ‘normali’ processi erosivi dei bacini montani e conseguentemente il deposito a mare dei materiali fini che contribuivano alla formazione delle spiagge. Un tema legato anche alla riduzione della portata dei fiumi di cui si discute spesso senza ricordare che il 50% dell’acqua delle precipitazioni viene assorbita dalla vegetazione forestale e quindi, se le piante la utilizzano per vivere, non finisce più nei fiumi con il suo contenuto di suolo.

“Considerato tutto questo – conclude Agnoletti - prevediamo che gli stabilimenti aumenteranno e le spiagge fruibili da parte della popolazione diminuiranno”.

“Sulle concessioni balneari l’intervento del governo era non più rimandabile per la tutela di lavoratori e imprese. L’Europa, purtroppo, in questi anni si è rifiutata di comprendere la specificità della situazione italiana rispetto all’applicazione della direttiva Bolkestein. Una specificità che noi ora dobbiamo difendere, dato che parliamo di un comparto di trentamila aziende con migliaia dipendenti che ha dimostrato nel tempo di garantire servizi di qualità e attrarre turisti da ogni parte d’Italia e del mondo. Ieri in Consiglio dei ministri sono state accolte alcune istanze delle categorie coinvolte anche grazie alle indicazioni di Forza Italia, che ha sempre difeso gli operatori turistico- balneari. Spetterà ora alle forze politiche apportare in Parlamento le dovute modifiche per migliorare il testo proposto dal governo” dichiara in una nota il sottosegretario di Stato ai Rapporti con il Parlamento Deborah Bergamini.

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