Pillola Ru486, disponibilie anche fuori dall'ospedale, donne libere di scegliere

On Nicchi: “Toscana virtuosa, esempio da seguire in tutta Italia”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 marzo 2014 16:15
Pillola Ru486, disponibilie anche fuori dall'ospedale, donne libere di scegliere

Pillola abortiva disponibile in Toscana senza un ricovero ordinario o in day hospital. Sarà presente nei consultori e poliambulatori dove la donna che compie questa scelta dovrà restare per due ore dopo aver assunto il farmaco. Il Consiglio sanitario regionale, l’organo tecnico che affianca l’assessorato alla salute lo ha deciso anticipando tutte le regioni italiane. 48 ore dopo l'assunzione, la paziente, potrà tornare nella struttura per la seconda dose, nei 15 giorni successivi occorrerà una visita di controllo. “Finalmente le donne saranno libere di scegliere”.

Con queste parole l’Onorevole toscana Marisa Nicchi (Sel) commenta l’indicazione del Consiglio sanitario regionale di estendere la somministrazione della pillola abortiva Ru486 nei consultori, oltre che negli ospedali. Secondo Nicchi, “questo via libera è un importante contributo al rispetto della legge 194 visto che aumenterà considerevolmente il numero di medici che non sono obiettori di coscienza”. Inoltre, aggiunge l’Onorevole Nicchi, “questa indicazione del Consiglio sanitario regionale è un sostegno a tutte le donne che si trovano a vivere un momento delicato come quello dell’aborto.

Non solo ridurrà le liste d’attesa, ma permetterà alla donna di vivere più serenamente questo passaggio. Spesso negli ospedali le donne vengono in contatto con mamme partorienti, i consultori sono invece strutture più intime che potranno avere un minor impatto psicologico sulle pazienti”. “Ma questa svolta non basta – conclude l’Onorevole Nicchi – Troppe ancora le regioni italiane dove la legge 194 non viene applicata e la libertà di scelta delle donne non è tutelata. Auspichiamo che le altre regioni seguano l’esempio virtuoso della Toscana ed estendano urgentemente ai consultori la somministrazione della Ru486”. A partire dagli anni '70 sono stati introdotti per l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), oltre alle tecniche chirurgiche, metodi farmacologici, definiti anche aborto medico.

I primi farmaci utilizzati sono state le prostaglandine (gemeprost e misoprostolo) e, dagli anni ’80, gli antagonisti del progesterone, il mifepristone, e gli antagonisti dell’acido folico, il methotrexate. Questi farmaci possono essere usati da soli o in associazione. L'Organizzazione Mondiale della Sanità in una pubblicazione del 2003 e il suo aggiornamento del 2012 indica il mifepristone (conosciuto come RU486) come una delle procedure indicate per effettuare un’IVG nelle prime 9 settimane di gestazione (WHO Safe abortion: technical and policy guidance for health systems – Second edition.

WHO, Geneva, 2012). Dal luglio 2009 l'AIFA ha autorizzato la commercializzazione in Italia del mifepristone e questo farmaco è regolarmente in commercio in Italia dal dicembre 2009. L’IVG con il metodo farmacologico è una procedura che si basa sull'assunzione, quasi sempre, di almeno due principi attivi diversi, il mifepristone e una prostaglandina, a distanza generalmente di 48 ore l'uno dall'altro. (fonte Ministero della Sanità)

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