Open data: il convegno al Pin e il racconto delle esperienze in Italia

Le occasioni di sviluppo dei dati aperti. Stamani al Pin le esperienze di amministratori ed esperti che raccontano le tante opportunità offerte. Beltrame: “I settori che crescono sono quelli legati a innovazione e tecnologia e in rete”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 febbraio 2014 22:01
Open data: il convegno al Pin e il racconto delle esperienze in Italia

PRATO– E' un mondo affascinante quello che si apre ascoltando il vivace racconto delle esperienze che amministratori e tecnici hanno condotto negli ultimi anni applicando, ognuno in modo diverso, lo strumento multiforme dell'open data. Un mondo di banche dati e piattaforme multimediali, sempre più raffinate ma rigorosamente free, di sofisticati programmi di elaborazione ma anche di richieste di comuni cittadini che fanno presente un'esigenza o un'intuizione e di aziende che su un pugno di dati affidabili costruiscono un segmento produttivo.

Promosso insieme ai partner del progetto Open data network, Provincia di Prato, Pin e Stati generali dell'Innovazione, il convegno che si è tenuto stamani nell'aula magna del PIN rientra nell'international open data day Italia 2014. “Trasparenza, conoscenza e crescita sono le chiavi fondamentali dell'interesse che gli open data, cioè dati consultabili senza alcun vincolo, esercitano sia sul pubblico che sul privato - ha detto l'assessore della Provincia Alessio Beltrame aprendo la giornata – La trasparenza è un anzitutto un dovere delle amministrazioni, cioè fornire dati aggiornati, affidabili e comprensibili al cittadino.

La migliore conoscenza del territorio è anch'essa un'opportunità per le amministrazioni, perché è indispensabile al buon governo. E infine la crescita che oggi riguarda soprattutto settori del lavoro che utilizzano tecnologia e innovazione. Investire sugli open data ha una ricaduta diretta sul Pil”. Insieme a Beltrame alcuni nomi di spicco nell'ambito delle esperienze condotte a Venezia, Roma, Firenze e naturalmente Prato. Maurizio Napolitano (L'ecosistema open data: il caso openstreetmap), l'onorevole Paolo Coppola (Prato) che ha parlato in collegamento video, Cristina Martelli (Le informazioni pubbliche e gli open data in una prospettiva di rete del valore), Luca Corsato (Estrazione e condivisione aperta dei dati: la rappresentazione della conoscenza collettiva), Alessandra Donnini (Open data a Tor Vergata) e Gianluca Vannuccini (Due anni di open data al Comune di Firenze). Nel corso della mattinata è stato presentato il portale Open Data network sviluppato nell'ambito del progetto Centro Elaborazioni, Ricerche, Consultazioni On-line, originariamente redatto dalla Provincia di Prato e poi ampliato con i contributi delle altre amministrazioni coinvolte e poi si è dato il via alla tavola rotonda coordinata da Flavia Marzano, presidente di Stati Generali dell'Innovazione, che ha visto aggiungersi anche Enrico Amante, presidente della Sezione Toscana dell'Istituto Nazionale di Urbanistica, Renzo Crescioli, assessore al SIT e reti informative della Provincia di Firenze, Lidia Martini, assessore all'innovazione amministrativa della Provincia di Pistoia, Bernardo Mazzanti, dirigente Autorità di Bacino dell'Arno e Maurizio Trevisani, responsabile del Sistema informativo territoriale e Ambientale della Regione Toscana. Tutti d'accordo sulle straordinarie opportunità dei dati aperti condivisi fra diversi enti.

Aumentano il patrimonio conoscitivo del territorio e aprono nuove opportunità di crescita, grazie alla creazione di nuovi servizi e la diffusione di imprese innovative. Molti gli spunti interessanti colti dai vari interventi. La necessità di modelli unici per i documenti, che li rendano immediatamente 'leggibili' dal punto di vista informatico e quella di una figura di responsabile dei dati che metta insieme competenze informatiche, statistiche ed economiche. E poi la scoperta che gli open data, liberando la circolazione dei dati, aiutano a comprendersi, creano collaborazioni nuove e rafforzano l'identità di chi li mette a disposizione, per esempio delle aziende, che insieme all'archivio dei prodotti mettono in rete anche al propria storia.

A volte addirittura i dati creano da soli nuove opportunità, una volta in rete c'è sempre qualcuno che ne scopre utilità nuove e magari ci costruisce una opportunità di lavoro, quasi fossero un ufficio di collocamento 2.0. Moira Pierozzi

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