Medici del 118, precari in attesa di chiamata

I medici precari del 118, da anni coprono le emergenze correndo a salvare i cittadini su tutto il territorio toscano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 febbraio 2014 14:17
Medici del 118, precari in attesa di chiamata

Un sistema, quello del “118” toscano, che comprende, oltre ai medici già transitati alla dirigenza, circa 70 medici titolari di convenzione a tempo indeterminato, 108 medici che hanno ottenuto la trasformazione del rapporto convenzionale da tempo determinato a tempo indeterminato e 100 medici con rapporto convenzionale a tempo determinato. «Quando si tratta di assegnare poltrone e premiare i soliti burocrati la Regione dimostra una ammirevole solerzia, ma quando in ballo c’è la stabilizzazione dei medici del 118, professionisti che quotidianamente operano a bordo delle ambulanze per coprire le emergenze sanitarie, non registriamo purtroppo la stessa rapidità» così Stefano Mugnai, consigliere regionale di Forza Italia e vicepresidente della commissione Sanità, firmatario di un’interrogazione sulla situazione e le prospettive dei medici del sistema dell’emergenza sanitaria territoriale della Toscana. «Apprendiamo dalla viva voce del presidente Rossi che la Regione ha intenzione di acquisire da Unipol la struttura di Villa Ragionieri, e con essa i centotrenta medici che vi lavorano – afferma Mugnai -, ma per i medici precari del 118, che da anni coprono le emergenze correndo a salvare i cittadini su tutto il territorio toscano cosa si intende fare, oltre che reiterare le promesse?», domanda il consigliere, facendo riferimento ad analoghi quesiti posti a vertici della Sanità regionale negli ultimi anni. «Più volte abbiamo posto la questione di un progressivo pari trattamento dei professionisti che quotidianamente e da tempo lavorano nel servizio 118 della Toscana.

Quattro sono le interrogazioni che ho presentato negli ultimi quattro anni sulla riorganizzazione del sistema dell’emergenza urgenza e sulle prospettive dei medici che vi lavorano, a due delle quali – prosegue - è stato risposto dall’allora Assessore alla Sanità Daniela Scaramuccia nel mese di maggio 2012, pochi giorni prima delle sue dimissioni. Ebbene, quella risposta prevedeva l’impegno della Giunta regionale alla stabilizzazione dei medici dell’emergenza urgenza territoriale. Ma anche più di recente, nel febbraio 2013, il nuovo assessore Luigi Marroni, in una sede ufficiale quale la Commissione sanità del Consiglio, ha ribadito l’impegno già assunto da chi l’aveva preceduto.

Adesso – conclude Mugnai – è l’ora di passare dalle parole ai fatti». Sull'accorpamento del 118 pratese con Firenze il presidente della Provincia Lamberto Gestri invita alla prudenza e chiede, a tutti, di fermarsi a riflettere nell'interesse dei cittadini, per il quali questo servizio è di massima rilevanza. “La fretta non aiuta a prendere le decisioni più efficaci e non ne capisco la necessità, visto che le linee guida della Regione stabilivano a ottobre 2014 il termine tecnico per gli accorpamenti – dice Gestri – Credo che sia necessario capire meglio e valutare anzitutto le istanze dei medici e degli operatori del servizio.

E' necessario aprire un confronto con la Regione a tutto tondo anche per evitare che si alzi il livello dello scontro, come purtroppo sta accadendo in questi giorni”. Gestri sottolinea che nelle linee guida della Regione si parla di 3 centrali operative solo come punto di arrivo e si raccomanda un percorso di transizione adeguato con 6 centrali operative. “Tutta questa accelerazione sui tempi è ingiustificata, soprattutto quando si fanno scelte così importanti su un presidio della salute dei cittadini – continua il presidente – Mi lascia perplesso anche l'opportunità dell'accorpamento di Prato con Firenze, che da sola possiede un bacino enorme, in termini di utenti e territorio.

Mi convince molto di più, e in questo mi trovo sulla stessa linea della presidente della Provincia di Pistoia Fratoni, la soluzione di accorpare Prato con Pistoia ed Empoli, cosa che darebbe vita a un bacino più funzionale dal punto di vista operativo, perché omogeneo sul piano degli utenti e delle modalità di servizio”.

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