'Se fossi un mafioso investirei in Toscana'

Editoriale di Salvatore Calleri, presidente Fondazione Caponnetto at Fondazione Caponnetto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 gennaio 2014 22:07
'Se fossi un mafioso investirei in Toscana'

di Salvatore Calleri presidente Fondazione Caponnetto at Fondazione Caponnetto Se fossi un mafioso... Non ti preoccupare caro lettore non lo sono, anzi penso sempre che tra noi o loro, debbano ovviamente scomparire loro, ma oggi più che mai dobbiamo essere attenti e provocatori per risvegliare tutti noi dal menefreghismo culturale, che ci porta alla totale sottovalutazione del problema. Se fossi un mafioso verrei in Toscana. I toscani hanno un carattere più chiuso rispetto ai cittadini di altre regioni, ma la crisi economica aiuta.

Ed i soldi, in tempo di crisi, profumano. Se fossi un mafioso verrei in Toscana, perchè il tema mafia ultimamente è divenuto fuori moda in alcune zone e parlarne rovina la reputazione delle città. Mi riferisco in particolare a Prato, La Versilia, l'Isola d'Elba, Massa Carrara... Ma non solo. Dove addirittura spesso si tende a minimizzare ed a non vedere. Anche, ma non solo, da parte politica. Se fossi un mafioso verrei in Toscana, perché è un posto pieno di alberghi, ristoranti, turisti, con un notevole giro di denaro e delle bellezze paesaggistiche ed artistiche fuori dal comune, in grado di attivare investimenti senza fare troppo rumore. Se fossi un mafioso verrei in Toscana a versare i rifiuti tossici perché è un argomento tabù...

E quindi si può fare tranquillamente, perché prima che se ne possa parlare è possibile sversare in quantità. Se fossi un mafioso verrei in Toscana a farmi cercare, per dare consigli utili e per investire i "piccioli". Se fossi un mafioso verrei in Toscana a comprar oro e ed aprire compro oro. Se fossi un mafioso verrei in Toscana ad aprire centri scommesse. Il gioco piace anche ai toscani. Potrei continuare a lungo ma fermo il suddetto ragionamento che, vale non solo per la Toscana, ma per altre terre simili che si credono ancora delle isole felici, ma che hanno perso la loro verginità.

Ovviamente non va fatta di tutta l'erba un fascio e non vanno colpevolizzate tutte le categorie economiche e politiche citate nell'articolo, ma la guardia va tenuta alta anche perché i mafiosi non hanno certo seguito il mio paradossale consiglio... Lo hanno attuato già da tempo, ed il riciclaggio oggi non è più solo quello di una volta con il negozietto invisibile, che tuttora permane, ma è anche l'occupazione economica e culturale di un territorio in grado di produrre ricchezza ed occupazione mafiosa con il conseguente consenso sociale. Quindi caro lettore...

Occhio alla penna.

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