Aumentare aliquota Imu alle imprese per far tornare i conti, sarà il fallimento

Franco Marinoni, direttore di Confcommercio Toscana, è lapidario in merito alle novità che si stanno muovendo a livello nazionale in tema di Imu: manca un miliardo di euro ai Comuni e il Governo fa alzare le aliquote sui fabbricati produttivi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 gennaio 2014 15:23
Aumentare aliquota Imu alle imprese per far tornare i conti, sarà il fallimento

“Se il Governo pensa ancora di tamponare le falle dell’erario sulle spalle delle imprese, sarà responsabile del fallimento economico italiano”. Franco Marinoni, direttore di Confcommercio Toscana, è lapidario in merito alle novità che si stanno muovendo a livello nazionale in tema di Imu: manca un miliardo di euro ai Comuni e il Governo fa alzare le aliquote sui fabbricati produttivi “Per trovare i soldi che mancano ai Comuni, il Governo sta valutando di utilizzare il 25% del gettito fiscale proveniente dall’Imu sugli immobili di categoria D ovvero gli opifici industriali, i capannoni del commercio all’ingrosso e perfino gli alberghi (circa 4 miliardi di euro in totale)”, spiega Marinoni “per finanziare le detrazioni sulla prima casa alle famiglie, ha dato poi alle Amministrazioni la possibilità di aumentare ancora, dello 0,8%, l’aliquota sugli immobili con la nuove Tasi”.. “Questo vuol dire che le imprese potrebbero arrivare a pagare quasi il 12% di aliquota.

Una follia. Come se avere un posto dove svolgere il proprio lavoro fosse un lusso o, peggio,una colpa”, sottolinea il direttore della Confcommercio toscana. “La cosa più ridicola è che si usa una scusa demagogica per giustificare l’aumento: i soldi sottratti alle imprese serviranno per le famiglie meno abbienti. Si aiutano i poveri creando nuovi poveri, perché se le imprese - tartassate in questo momento di crisi – chiudono, si perde altra occupazione – prosegue - Già sulle imprese grava l’incognita di un sistema fiscale bizantino e pesantissimo, un fardello che rallenta la corsa e fa perdere in partenza la competizione con le aziende straniere.

Adesso il Governo mette pure Comuni e imprese uno contro l’altro”. Il direttore regionale di Confcommercio lancia un appello anche per gli alberghi: “l’immobile sta all’albergo come una pressa meccanica sta alla Fiat. È uno strumento essenziale di lavoro, non un lusso. Non si capisce perché debba essere penalizzato chi lo possiede, oltretutto in un momento in cui la riforma della legge 42 in Toscana rischia di creare nel turismo figli e figliastri. Da una parte gli alberghi, sottoposti ad una rigidissima fiscalità, dall’altra le strutture ricettive “non professionali” o presunte tali, come i b&b, esonerati da gran parte degli obblighi.

“Vale la pena ricordare che anche in Toscana il ricavo medio per camera degli alberghi si è ridotto drasticamente. In alcune province il 2013 ha segnato un maggior numero di presenze turistiche, quindi più camere vendute, ma a prezzi inferiori rispetto al passato. Sommato alla pressione fiscale in aumento, significa che gli alberghi hanno guadagnato meno e ora hanno meno risorse per assumere, innovare, formare il personale, abbellire le strutture”. Marinoni chiude con un suggerimento provocatorio: “c’è da recuperare un miliardo di euro? Si utilizzino i proventi della sanzione che, qualora sia provata la colpa, sarà elevata alla signora Angiola Armellini, imprenditrice con varie strutture ricettive anche in Toscana.

Ha nascosto al fisco 1.243 immobili in Italia e all’estero, occultando 2,1 miliardi. I suoi alberghi non erano neppure accatastati. Si chiedano a lei i soldi che mancano, non ai suoi colleghi che hanno sempre pagato tasse e imposte locali!”.

Notizie correlate
In evidenza