Commissione pace e Fondazione Kennedy incontrano 2 attivisti per i diritti umani

L'appuntamento sul Sahara Occidentale nel giorno del 50esimo anniversario dell'assassinio del presidente statunitense

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 novembre 2013 14:22
Commissione pace e Fondazione Kennedy incontrano 2 attivisti per i diritti umani

La commissione Pace e Diritti Umani insieme alla Fondazione Kennedy , nel giorno del 50esimo dell'assassinio di John Fitzgerald Kennedy, ha incontrato il presidente della R.A.S.D. Mohamed Abdelaziz, Zeou Sidi Abderrahman, ex prigioniero politico di Gdeim Izik e Souiyeh Mailamnine, rappresentante delle madri dei desaparecidos. Gli attivisti per i diritti umani sono in Italia per partecipare alla 38ma conferenza EUCOCO, che si è tenuta nei giorni scorsi a Roma. I rappresentanti della popolo Saharawi si sono soffermati sulla figura del presidente assassinato, come esempio di persona impegnata nelle battaglie internazionali per i diritti umani.

"Dalla risoluzione finale della conferenza EUCOCO, emerge il perseverare dell'indifferenza degli Stati sulla questione Saharawi. Emerge la necessità di un rapido intervento che modifichi il ruolo dell'ONU nei territori occupati e consegni anche la salvaguardia dei diritti umani alla missione MINURSO - ha sottolineato la presidente della commissione Susanna Agostini -. Si pone sempre più urgente un'azione di diplomazia internazionale tesa ad una soluzione che rispetti la scelta ormai quasi quarantennale.

Ricordiamo la Gandhi del Sahara Aminatou Haidar. La sua disarmante forza, pari alla determinazione di ciascuno dei testimoni che incontriamo”. “La madre del ventiduenne desaparesido, Souiyeh Mailamnine – ha continuato Agostini – ci ha commosso quando ha detto che i nati durante l'occupazione si sentono attivisti dei diritti umani e che per questo vengono arrestati, e poi scompaiono. La loro è una rivolta non violenta. Le abbiamo domandato le ragioni di questa scelta. E lei ha risposto: ‘Quando l'occupazione finirà, vogliamo vivere in pace con il popolo marocchino, lavorare fianco a fianco e non serbare il rancore di una guerra’.

Queste parole - ha concluso la presidente Agostini - convincono le istituzioni a consolidare la richiesta di un cambiamento reale e a garantire un'attenta e sistematica presenza nei territori occupati. Insieme alla Fondazione Kennedy, con la quale questo percorso è avviato da tempo, ci impegnamo a mantenere salde relazioni con il popolo Saharawi, fino al raggiungimento della coesione e della pace nel Sahara occidentale". (mf)

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