Ponte Vecchio, è ancora turismo dello scarabocchio

Due turisti ucraini sorpresi a scrivere sulle pietre del monumento, solo due settimane fa una turista turca, e ancora prima una bambina con i suoi genitori.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 ottobre 2013 10:35
Ponte Vecchio, è ancora turismo dello scarabocchio

La Polizia Municipale di Firenze stavolta ha sorpreso due turisti ucraini intenti a scrivere con il pennarello indelebile sulle pietre del famoso ponte fiorentino, i due sono stati denunciati per imbrattamento. Solo due settimane fa Ponte Vecchio è stato preso di mira da una turista turca sorpresa a tracciare una scritta con smalto per unghie. Multata per 160 euro è stata costretta a riparare al danno con un solvente. Ancora prima fu l'episodio della bambina disegnatrice a colpire l'opinione pubblica. Firenze è piena di scritte murarie: intere vie sono invase dalle opere dei graffitari.

Recentemente è stato dato risalto all'opera degli Angeli del Bello ed alla piccola rivoluzione culturale che consente a ciascun cittadino di armarsi di vernice e pennello per coprire lo scempio. Salvo ritrovare il mattino seguente la solita firma con tanto di sberleffo "Grazie per il bianco". Ma chiediamocelo, ha un senso multare chi disegna su Ponte Vecchio e mostrare poi una Firenze completamente tatuata? La maggior attenzione posta da parte della Municipale in un luogo simbolo, ci offre l'opportunità di valutare questi interventi e di riflettere ancora una volta su un fenomeno piuttosto diffuso.

Il turismo dello scarabocchio: la necessità di lasciare un segno del proprio passaggio su un bene storico rappresentativo e visto da tutti. Un po' come se si trattasse della bacheca di un Social Network. Ci piacerebbe ricordare che i moderni cellulari permettono di scattare immagini e 'modificarle' apponendovi qualsiasi tipo di scritta e di personalizzazione. Nell'era di internet la salvaguardia dell'arte potrebbe passare anche da qui. Ma la propria bacheca virtuale, per quanti amici contenga, sarà sempre meno frequentata di un monumento davanti al quale passano migliaia di turisti ogni anno.

La necessità di apparire è un tarlo geneticamente modificato che si è instaurato nella nostra cultura? Fin dalla preistoria esistono esempi di graffiti su pareti murarie per dare segno del proprio passaggio o per tramandare storie. L'essere umano ha sempre qualcosa da raccontare. Ad onor del vero meglio un Pasquino di un 'tvttb'. Il linguaggio si è ristretto, il gergo si è indebolito, la dialettica è morta suicida. Val la pena lasciare un segno, oggi? Siamo poveri di contenuti, siamo molto più tristi delle mani impresse sulle pareti di una grotta.

AntLen

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