Soppressione treni Intercity, le regioni infuriate chiamano Enrico Letta

Toscana - Una lettera al presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta, ai ministri Fabrizio Saccomanni, tesoro, e Maurizio Lupi, trasporti e infrastrutture, ed all'amministore delegato di Trenitalia, Vincenzo Soprano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 ottobre 2013 16:45
Soppressione treni Intercity, le regioni infuriate chiamano Enrico Letta

"Siamo letteralmente infuriati". Con queste parole il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi spiega la decisione, assunta d'intesa con i colleghi di Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Liguria, Umbria e Campania, di scrivere una lettera al presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta, ai ministri Fabrizio Saccomanni, tesoro, e Maurizio Lupi, trasporti e infrastrutture, ed all'amministore delegato di Trenitalia, Vincenzo Soprano, per esprimere la totale contrarietà delle nove Regioni interessate all'ipotesi avanzata da Trenitalia di sopprimere 12 treni interregionali Intercity. "Con sempre maggior insistenza - recita il testo della lettera inviata questa mattina - ci giungono segnali sulla definitiva soppressione di ogni ormai residuo servizio Intercity sulla linea dorsale che collega capoluoghi ed importanti centri di Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Campania.

Il danno che ne deriverebbe per i cittadini delle nostre Regioni, e per i pendolari in particolare, sarebbe di assoluta gravità. Chiediamo di dissipare ogni dubbio sul mantenimento del servizio e comunque di convocare un incontro con la presenza dei vertici Trenitalia". Il presidente Rossi e l'assessore regionale ai trasporti Vincenzo Ceccarelli questa mattina a Roma hanno incontrato il ministro Lupi e da lui hanno avuto rassicurazioni sulla sua volontà di affrontare al più presto la questione. "Non è accettabile – ha spiegato dopo la riunione l'assessore Ceccarelli - ed è del tutto contraddittorio che da un lato si emani un decreto per fare sconti agli operatori dell'alta velocità, che genereranno minori introiti per 70 milioni a Rete ferroviaria Italiana e risparmi per 50 e 20 milioni a Trenitalia ed al gestore privato, mentre dall'altro lato si procede al taglio di servizi essenziali ed irrinunciabili per i cittadini".

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