Firenze: una Divisione dell'Anticrimine contro i maltrattamenti in famiglia

Eseguita una misura cautelare nell'ambito di indagini in materia. Denunciato dalla compagna in stato di gravidanza e allontanamento dalla casa familiare e con il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 ottobre 2013 14:26
Firenze: una Divisione dell'Anticrimine contro i maltrattamenti in famiglia

Maltrattamenti in famiglia, violenza di genere e stalking sono forme di violenza particolarmente rilevanti, in quanto, se non gestite con tempismo e professionalità, sono tali da poter sfociare in fatti di reato ancor più gravi. Per prevenire e contrastare questi fenomeni, divenuti ormai sì acuti da meritare un intervento legislativo ad hoc nel mese di agosto, la Questura di Firenze ha già da anni investito le sue migliori risorse per la costituzione di una struttura specializzata, incardinata nella Divisione Polizia Anticrimine, alla quale è stato assegnato il compito di riconoscere -anche d’iniziativa- i segnali di rischio e valutarne la pericolosità, applicare le norme e tutelare le vittime, operare in maniera efficace ed in rapporto sinergico con tutte le istituzioni e gli operatori, dall’Autorità Giudiziaria ai centri di assistenza, chiamati ad affrontare questi casi.

L’attività svolta è ampia e varia ed avrà un esito più facilmente favorevole quanto maggiori saranno le informazioni che si possono acquisire, non solo dalle parti offese. Veicolare alla polizia ogni circostanza anche solo sintomatica di abusi, violenze, maltrattamenti patiti da terze persone è essenziale, poiché che le vittime di simili fatti non agevolmente riescono a chiedere aiuto, per timore o anche per una sorta di cerchio “amore-dipendenza” in cui cadono quando le violenze maturano e si esauriscono in ambito familiare o comunque affettivo.

Appare, quindi, ancora una volta fondamentale la collaborazione del cittadino terzo rispetto ai fatti: questi, avendo una visione più obiettiva della situazione, può percepire il pericolo anche quando la vittima – per motivi psicologici – non è in grado di riconoscerlo. Quotidianamente, gli operatori della Divisione Anticrimine devono raggiungere e talvolta scandagliare l’intimità delle vittime, vincendo barriere emotive e sociali spesso dure da superare: un lavoro non “facile”, da compiere evitando che l’intervento della polizia, così come quello dei restanti operatori del settore, possa essere ulteriormente traumatico per le parti offese, già fortemente provate. Una storia di stalking che evidenzia una delle caratteristiche più diffuse di questo fenomeno: la progressiva gravità delle interferenze illecite nella vita della vittima, che, ma fortunatamente non in questo caso, possono anche raggiungere conseguenze estreme se l’attività dello stalker non viene interrotta.

Questa storia vede coinvolto un uomo, poi indagato per atti persecutori, il quale, invaghitosi di una donna, la segue, raggiungendola anche al telefono con chiamate ed sms, in modo incessante ed inquietante. Vano ogni tentativo della vittima e del suo compagno di allontanare lo stalker: lui, per ”poterle stare accanto”, si inscrive al corso universitario tenuto dalla donna, frequenta il centro del paese dove ella vive, prende una camera nel medesimo albergo in cui lei si reca in vacanza. Vana anche l’efficacia dell’ammonimento disposto dal Questore di Firenze nel mese di agosto: l’uomo, non sempre lucido, persevera nella sua condotta.

La sezione specializzata della Divisione Anticrimine avvia, d’iniziativa, capillari indagini, volte a ricostruire la storia e la personalità dello stalker sì da giungere a delineare il quadro di una persona ad un tempo autore di atti persecutori ma bisognevole di specifiche cure. L’uomo, indagato per stalking, viene così sottoposto dall’Autorità Giudiziaria, alla misura cautelare del ricovero presso una casa di cura e custodia. La polizia ha eseguito nei confronti di un uomo le misure cautelari dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla compagna: provvedimenti emessi dall’Autorità Giudiziaria a seguito delle indagini compiute dalla sezione della Divisione Polizia Anticrimine specializzata in materia di violenza di genere e tutela dei minori.

Le attività investigative hanno avuto inizio a metà settembre, quando la vittima – all’ottavo mese di gravidanza – è riuscita a vincere la paura, denunciando il compagno per i maltrattamenti subiti a partire dal 2009: un’escalation di violenza sia fisica che psicologica, quest’ultima distinta anche da comportamenti di controllo ed atti violenti sulle cose. Gli episodi più gravi si sono succeduti dal gennaio scorso, in concomitanza con lo stato interessante della donna, inseguita, percossa, ingiuriata e costretta, in alcune occasioni, a dover ricorrere alle cure ospedaliere.

La prima volta, la vittima ha taciuto le violenze patite, dichiarando ai sanitari di essere “caduta accidentalmente”; di seguito, tuttavia, anche per l’intervento della Volante presso l’abitazione familiare, la donna ha preso coraggio, dapprima rivolgendosi ad un centro specializzato e, poi, denunciando l’uomo alla polizia. La squadra della Divisione Anticrimine ha attivato le indagini, ricostruendo la dinamica dei maltrattamenti ed ottenendo in breve l’adozione di misure cautelari nei confronti dell’uomo.

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