Fratelli d’Italia: «Il Progetto Grandi Cascine di Renzi? Solo degrado»

Sopralluogo dei consiglieri Marcheschi, Torselli, Fanelli, Gandofo e Sirello all'impianto de le Mulina. L’assessore Meucci replica: «Non è attualmente nella disponibilità del Comune. Le chiavi della struttura le ha il curatore fallimentare»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 agosto 2013 14:57
Fratelli d’Italia: «Il Progetto Grandi Cascine di Renzi? Solo degrado»

«Il progetto ‘Grandi Cascine’ di Renzi? Noi vediamo solo degrado e abbandono». Lo hanno detto i consiglieri del gruppo Fratelli d’Italia dopo il sopralluogo effettuato ieri allo storico impianto de Le Mulina. Erano presenti il consigliere Francesco Torselli, i consiglieri di quartiere Matteo Fanelli, Giovanni Gandolfo e Angela Sirello e il consigliere regionale Paolo Marcheschi. «Dal sopralluogo all’impianto sono emersi degrado e abbandono e preoccupanti condizione igienico- strutturali – hanno sottolineato gli esponenti del centrodestra – con ‘montagne’ di letame e strutture fatiscenti e pericolanti.

L’impianto, gestito fino al 2012 dalla Società Ippodromi Fiorentini, tornato in mano al Comune di Firenze nel Marzo 2012, conta 300 box in cui attualmente sono presenti circa 80 cavalli e 40 operatori ippici che se ne predano cura ed operano senza luce e con soltanto 2 rubinetti per l’acqua per tutto il complesso. L’amministrazione comunale, dopo l’esperienza fallimentare della Società Ippodromi Fiorentini, aveva indetto un nuovo bando per la gestione della struttura, bando impugnato ed annullato dal Tar, a causa della non osservanza da parte dell’amministrazione comunale di un vincolo giuridico che la famiglia dei Pazzi aveva posto al momento della donazione al Comune sul bene.

Le scuderie, infatti, per il vincolo, devono rimanere tali e non possono avere nessun altra destinazione d’uso. Si parla che, a settembre, l'amministrazione indirrà un nuovo bando, ma per adesso ci sono solo degrado e stato di incuria». «Con Renzi e questa amministrazione comunale – ha sottolineato Paolo Marcheschi – come sempre grandi progetti e grandi promesse, ma nulla di fatto. Altro che ‘Grandi Cascine’, qui siamo tra montagne di sterco e in mezzo ad edifici pericolanti. Dal 15 giugno, chi doveva accudire ai cavalli qui presenti ha avuto uno sfratto esecutivo, senza sapere né che fine faranno gli animali né le 40 famiglie che se ne prendono cura.

È vergognoso che una città come Firenze assista a una gestione così disastrosa dei propri beni, gioielli preziosi che tutto il mondo ci invidia, ma che il sindaco si permette di trattare come concimaie. Considerata il totale stato di abbandono in cui versa l’impianto de Le Mulina, queste persone andrebbero ringraziate, perché per più di un anno hanno fatto quella manutenzione ordinaria che il Comune, in quanto legittimo proprietario, avrebbe dovuto fare, ma non ha fatto. Di recente, è stata sventata da parte degli operatori ippici anche l’incursione e l’occupazione da parte di estranei alla struttura.

Cosa comune nella città di Firenze, si veda il caso del ex collegio la Querce». «Quanto visto oggi – ha aggiunto Francesco Torselli - chiude il cerchio attorno alla gestione degli ippodromi fiorentini da parte della giunta Renzi che si può riassumere in due parole: ennesimo fallimento. Il progetto di unificare trotto e galoppo nell'impianto del Visarno e lasciare Le Mulina come struttura di allenamento e di ospitalità per i cavalli è miseramente fallito in entrambi gli aspetti. Il Visarno rappresenta ogni mese una consistente perdita di denaro per le casse comunali, in quanto la società legittima aggiudicatrice del bando di concorso per la gestione dell’impianto, ad oggi, non ha mai versato neppure una mensilità visto che il Comune non è stato ancora in grado di consegnare l'ippodromo nelle condizioni previste dallo stesso bando di gara.

Peggio ancora, se possibile, la situazione de Le Mulina: uomini e animali vivono all'interno dell'impianto in situazioni igieniche e sanitarie ben al di fuori dei limiti della precarietà, la pista per il trotto è ogni giorno più simile ad una jungla, gli edifici sono pericolanti e, stando a quanto raccontatoci oggi da chi è costretto ad operare in queste assurde condizioni, non mancano gli intrusi che di notte entrano all'interno dell'impianto per occupare abusivamente parti degli edifici e rubare tutto quello che trovano, grondaie in rame comprese.

C'era una volta un sindaco che diceva: ‘se non riqualificherò entro il 2014 il parco delle Cascine non mi ricandiderò più’. Aspettiamo con ansia di conoscere il nome del successore di Matteo Renzi». «È vergognoso che ci rimettano i cavalli – ha proseguito Matteo Fanelli – gli operatori ippici presenti hanno ricevuto il 23 maggio 2013 una lettera che in due righe intimava loro entro il 15 giugno di liberare l’immobile da cavalli e oggetti. L’amministrazione comunale ha dimostrato così di avere un peso e due misure: perché se ad occupare sono i militanti del movimento lotta per la casa come a Poggio Secco, all’ospedale militare di Monte Oliveto e alla Querce gli viene pagata la sede e forniti gratis la luce e l’acqua, quando si parla invece di persone che lavorano regolarmente e della tutela dei cavalli, gli viene tolta la luce e l’acqua mettendo in pericolo la loro sicurezza? Così facendo il Comune costringe coloro che non possono permettersi un altro posto a dover uccidere i cavalli».

Secondo Giovanni Gandolfo «non essendoci più controlli si verificano tentativi di occupazione ed abusivismi da parte dei rom e in un paio di casi è stato solo grazie alla presenza degli operatori ippici se la situazione non è degenerata». «Al sindaco Renzi – hanno concluso i consiglieri di Fratelli d’Italia - chiediamo di risolvere al più presto questa grave situazione per i cavalli e per le persone e di occuparsi di Firenze, perché per adesso l’unico brand della sua gestione che può esportare nel mondo è quello del degrado». «L’ippodromo delle Mulina non è attualmente nella disponibilità del Comune di Firenze e, di conseguenza, lo stato di abbondono e di degrado nel quale si trova la struttura non dipende dall’amministrazione».

Così l’assessore al patrimonio non abitativo Elisabetta Meucci replica alle dichiarazioni dei consiglieri del gruppo Fratelli d’Italia. «Le Mulina era gestito dalla società Ippodromi fiorentini – ha aggiunto l’assessore Meucci – e, dopo il suo fallimento, le chiavi dell’ippodromo sono nelle mani del curatore fallimentare. Tocca a quest’ultimo, quindi, sgomberare gli abusivi e ripulire l’immobile, non al Comune. Stiamo comunque preparando un nuovo bando che sarà pronto ad autunno e terrà presente i rilievi che sono stati al centro del ricorso accolto dal tribunale amministrativo regionale».

«Quanto al Visarno – ha concluso Elisabetta Meucci – abbiamo già fatto il bando e la gara e stiamo perfezionando gli atti concessori. Avere espletato con buon esito la gara e il fatto che l’immobile sia già nella disponibilità dell’aggiudicatario consente che l’ippodromo sia ben tenuto e vigilato». «Inascoltate le richieste dei cittadini per il giardino Pettini-Burresi». È quanto sostiene il consigliere Marco Semplici (Lista Galli - Cittadini per Firenze) «Se l’amministrazione non ascolta le esigenze della città, che si esprime attraverso il consiglio comunale – ha sottolineato Semplici - concordo con il sindaco che l’istituzione cittadina rappresenti uno spreco di risorse pubbliche.

Attraverso interrogazioni e mozioni, come Lista Galli e con l’aiuto di rappresentati del quartiere, abbiamo lavorato affinché l’area Pettini Burresi potesse essere accogliente, ospitale ma soprattutto a norma proprio per la stagione estiva invece, come è facile osservare dalle immagini, lo stato di incuria e d'abbandono hanno raggiunto livelli preoccupanti soprattutto per quanto riguarda l'incolumità dei più piccoli». «L’amministrazione – secondo l’esponente dell’opposizione –oltre ad essere sorda alle richieste del Consiglio, non ha dato seguito neanche alla petizione che, con migliaia di firme raccolte, ha cercato di aprire gli occhi di chi ci amministra: evidenti e scarsi i risultati».

«Oggi però il nostro appello si rivolge all’assessore Biti – ha concluso Semplici – nella speranza che repentinamente possa mettere una toppa, nel significato letterale del termine, ad un giardino che fino a poco tempo fa era un lustro per tutto il quartiere».

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