Stima dei danni in Garfagnana e Lunigiana, attesi 5 milioni da Roma

40 squadre di verificatori in Garfagnana e Lunigiana. Atteso per domani lo stanziamento di 5 milioni da parte del Governo. Rossi convinto che la Toscana abbia fatto passi avanti sul controllo antisismico

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 giugno 2013 14:34
Stima dei danni in Garfagnana e Lunigiana, attesi 5 milioni da Roma

FIRENZE – Sisma in Garfagnana e Lunigiana si fa la conta dei danni. Il punto della situazione l’ha fatto stamani il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi parlando con i giornalisti al termine della giunta. “Quella passata è stata una notte più tranquilla – ha riferito Rossi – mentre oggi 40 squadre di verificatori (20 per la Lunigiana e 20 per la Garfagnana) si recheranno sul posto per verificare i danni.” Attualmente risultano un migliaio di edifici da verificare, mentre altri 340 sono stati già ispezionati e di questi 50 sono stati dichiarati inagibili. Intanto Rossi ha detto di aver parlato con il Prefetto Gabrielli, capo della Protezione Civile nazionale, e con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Patroni Griffi.

“Mi auguro – ha detto il presidente della Regione – che già nel Consiglio dei Ministri di domani venga approvata la dichiarazione dello Stato di emergenza, che abbiamo richiesto, e che venga effettuato un primo stanziamento di 5 milioni di euro per far fronte all’emergenza e per iniziare a riparare i danni alle strutture pubbliche. Per quanto riguarda i danni subiti dai privati – ha soggiunto Rossi – mi sembra interessante la proposta, che ho sentito da alcuni parlamentari, ossia di estendere i benefici fiscali in termini di credito di imposta, attualmente in vigore per le ristrutturazioni e per il risparmio energetico, anche per il rischio sismico.” Il presidente della Regione ha fatto inoltre il punto della situazione sulle strutture allestite dalla protezione civile regionale e da quella nazionale per garantire l’accoglienza.

In zona è stata inviata una colonna mobile regionale con due unità abitative in grado di offrire 500 posti. Sono presenti inoltre 3400 brande e 3 cucine da campo. La protezione civile nazionale ha inviato invece 5 moduli abitativi, di cui 4 in Lunigiana e 1 in Garfagnana. 2 campi sono stati aperti in Garfagnana e 1 in Lunigiana. “Abbiamo garantito ospitalità sul posto – ha proseguito Rossi – e abbiamo individuato strutture a valle nel caso che diventassero necessarie, augurandoci, naturalmente, che non lo siano.

Abbiamo fatto e stiamo facendo il massimo sforzo possibile. “ Rossi ha infine osservato come “l’impegno profuso negli anni dalla Regione Toscana per la riduzione del rischio sismico abbia prodotto i suoi effetti e abbia evidentemente contribuito a limitare i danni. Quando dico – ha concluso – come ho fatto nei giorni scorsi, che sarebbe opportuno rinunciare a qualche F35 e, con i soldi risparmiati, mettere delle scuole in sicurezza, intendo fare una scala di priorità.” Vibrante protesta degli albergatori della costa toscana per notizie di stampa allarmistiche, che mettono a rischio, senza alcun motivo, il turismo balneare: “Sulla riviera apuano versiliese non ci sono problemi di alcun a natura, in relazione alle scosse di terremoto registrate in Lunigiana“, è perentorio il presidente degli albergatori della Toscana, Paolo Corchia. “Capisco, continua il presidente di Federalberghi, il legittimo interesse dei media, carta stampata locale in primis, ma far passare l’idea che il terremoto che ha colpito le popolazioni dell’entroterra possa rappresentare un pericolo per i vacanzieri sulla costa è un modo di farsi male , senza motivo, in un momento di crisi turistica già grave.

L’intera costa, sottolinea Corchia, da Marina di Massa e Carrara fino alla Versilia, non ha memoria storica di eventi tellurici. Bisogna che i media lo sottolineino con forza. Non a caso, se necessario, possiamo mettere a disposizione, in assoluta sicurezza , le nostre strutture per ospitare chi non se la sente di pernottare nelle aree del terremoto, così come già hanno fatto i colleghi della Romagna quando il fenomeno tellurico ha colpito la vicina regione Emila Romagna. Le notizie diffuse da alcuni cronisti, ha concluso Paolo Corchia, pur non suffragate da alcuna pur lontana credibilità scientifica e certo non avvalorate dalla Protezione Civile, hanno già prodotto disdette da clientela fisicamente residente in altre regioni d’Italia od all’estero.

Occorre che i media informino che sia sulla costa apuana che quella versiliese non c’è alcun pericolo.” “Ritardi inaccettabili nelle operazioni di primo soccorso alle popolazioni colpite dal sisma in Lunigiana e Garfagnana durante i giorni scorsi. Il sistema di intervento in caso di calamità naturali in Toscana va reso più capillare”. E’ quanto dichiarano i consiglieri regionali Marina Staccioli (Fratelli d’Italia) e Salvadore Bartolomei (Pdl), in seguito a un sopralluogo effettuato nei territori terremotati. “E’ assurdo far arrivare tende e brandine da Barberino del Mugello – spiegano i consiglieri – tanto più che la zona colpita è classificata ad alto rischio sismico e non è certo nuova a fenomeni di questo tipo”. “Un’organizzazione così centralizzata da parte della Protezione Civile – continuano – non consente interventi rapidi e allunga la serie dei disagi subiti dalla popolazione.

Serve un presidio sul territorio, soprattutto nei luoghi che registrano una maggior frequenza di episodi sismici” “I terremoti sono per loro stessa natura eventi imprevedibili – commentano Staccioli e Bartolomei – ma la mappa del rischio è ormai nota da anni. Fenomeni di questo tipo non possono essere considerati alla stregua di eventualità improvvise, ma vanno considerati come episodici e fronteggiati come tali” Per questo motivo i consiglieri chiedono oggi, per mezzo di una mozione che sarà presentata direttamente in Aula, “un’organizzazione diversa della macchina dei soccorsi, in grado di rendere i Comuni più a rischio autosufficienti per le prime operazioni necessarie a mettere in sicurezza e dare sollievo ai cittadini”. “Auspichiamo inoltre – concludono Staccioli e Bartolomei – che i depositi e le basi operative della Protezione Civile vengano distribuiti sul territorio con la logica delle aree vaste”.

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