Niente mare: quest'anno le vacanze si fanno in paese

Albergo diffuso: al via proposta di legge per rilanciare borghi rurali. “Una nuova tipologia di offerta turistica, può aggiungere nuovi visitatori e rivitalizzare i nostri piccoli centri”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 giugno 2013 17:29
Niente mare: quest'anno le vacanze si fanno in paese

Firenze – Una legge regionale per dare corpo ad una nuova tipologia di turismo, rilanciare i borghi rurali e dare vita a strutture ricettive coordinate tra loro all’interno di piccoli centri abitati. È questa l’idea dell’albergo diffuso, un modello innovativo di turismo “slow”, legato alla ricchezza ambientale e culturale del territorio. È arrivata oggi in commissione Sviluppo economico, presieduta da Rosanna Pugnalini (Pd) e presto sarà oggetto di consultazioni, la proposta di legge di iniziativa consiliare per regolamentare e favorire questo tipo di attività ricettiva.

Ad illustrarla, il consigliere Pier Paolo Tognocchi (Pd), primo firmatario – Vittorio Bugli, Caterina Bini, Loris Rossetti, Enzo Brogi (Pd), Claudio Marignani (Pdl), Antonio Gambetta Vianna (Più Toscana) gli altri –: “La proposta rappresenta un tentativo di rivitalizzare i nostri borghi storici, senza aggiungere nuove costruzioni, ma mettendo in comune quello che è già disponibile; dalle stanze di appartamenti fino ai bed and breakfast. Un modo di mettere insieme le potenzialità della collettività e offrirle al servizio di nuove tipologie di turisti in aumento, che cercano la dimensione del piccolo borgo, la sua ricchezza culturale, la possibilità di far parte per un pur breve periodo di tempo di quella comunità.

La Toscana da questo punto di vista può offrire molto, e certi nostri piccoli centri potrebbero ritrovare energia e contrastare i rischi di spopolamento”. Si tratterà di una vera e propria attività imprenditoriale, ha spiegato Tognocchi. L’albergo diffuso, si legge nella proposta di legge, “è stato definito come un’impresa ricettiva alberghiera situata in un unico centro abitato, formata da più stabili vicini fra loro, con gestione unitaria e in grado di fornire servizi di standard alberghiero a tutti gli ospiti”.

Esperienze già avanzate in altre parti d’Europa, e in corso in altre regioni quali Emilia-Romagna, Veneto, Liguria, come ha spiegato Marina Staccioli (Gruppo misto), nell’assicurare la condivisione del progetto e annunciare alcuni emendamenti, “per delimitare l’iniziativa in termini geografici – lontano dalla costa – e di dimensioni, riservandola a comuni con meno di cinquemila abitanti”. Emendamenti sono stati già presentati anche dal vicepresidente della commissione, Nicola Nascosti (Pdl): “La proposta è interessante e sul territorio ci sono anche aspettative positive”.

Le consultazioni che si dovranno tenere nelle prossime settimane, come ha spiegato la presidente Pugnalini, serviranno a definire meglio le proposte e gli aspetti critici di questa particolare e innovativa offerta turistica. Il consigliere Marco Taradash (Pdl) ha suggerito di “pensare ad un nome più coinvolgente ed evocativo, ad esempio ‘albergo di borgo’, che ben si attaglierebbe alla realtà dei nostri borghi toscani”.

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