Dal mare della Toscana riemerge un collirio, forse il più antico del mondo

La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana promuove una giornata di studio dedicata all’antico medicamento in occasione della quale sarà esposto il contenuto della “valigetta” trovata nel relitto di epoca romana.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 giugno 2013 19:00
Dal mare della Toscana riemerge un collirio, forse il più antico del mondo

Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia parla di un rimedio medico alla base di zinco usato per alleviare i fastidi e i dolori agli occhi. Ebbene proprio un composto di zinco, cera d'api, grassi animali e vegetali, resine e amido è stato ritrovato in relitto annegato oltre 2000 anni fa nel Golfo di Baratti nei pressi del porto di Piombino. La nave di epoca romana risale al II secolo a.C. e contiene una scatola molto simile a una cassetta di pronto soccorso; dentro scoperte delle particolari pastiglie.

Potrebbe essere il collirio più antico del mondo usato per alleviare fastidi, dolori e allergie varie in cui facilmente incappavano i marinai sempre esposti ai venti e all'acqua. Le prime analisi fatte dall'Università di Pisa sono state sorprendenti, nonostante i secoli il composto si è conservato in buone condizioni; i primi risultati sono stati pubblicati a gennaio 2013; i dati chimici poi risultano ancora più interessanti se messi in relazione con i testi antichi, Plinio in primis. Quel che è certo è che si tratta di una scoperta unica in Italia e del secondo caso al mondo in cui è stato possibile caratterizzare un farmaco tanto antico. La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana promuove una giornata di studio dedicata all’antico medicamento in occasione della quale sarà esposto il contenuto della “valigetta” del medico e saranno analizzate alcune implicazioni della scoperta nella medicina moderna.

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