Invasione di ragnetti rossi, sono le femmine che escono per deporre le uova

Sono migliaia, piccoli e rossi. E sciamano ovunque. Sono i cosiddetti ‘ragnetti rossi’, delle dimensioni di un millimetro o poco più, apparsi come dal nulla, nelle ultime settimane, destando una certa preoccupazione fra chi se li è trovati sui muri

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 maggio 2013 12:50
Invasione di ragnetti rossi, sono le femmine che escono per deporre le uova

Sono migliaia, piccoli e rossi. E sciamano ovunque. Sono i cosiddetti ‘ragnetti rossi’, delle dimensioni di un millimetro o poco più, apparsi come dal nulla, nelle ultime settimane, destando una certa preoccupazione fra chi se li è trovati sui muri, sui balconi e sulle finestre di case in città e in campagna. E’ ritornata l’invasione, nel mese di maggio, delle femmine di trombidi - meglio conosciute come i ‘ragnetti rossi’ - dopo che hanno trascorso un intero anno passato negli anfratti di muri e legni dove svernano, tornano fuori per deporre le loro uova, nei muri o sui tetti. “Sono totalmente innocui – spiega Simone Tofani, responsabile dell’Area tecnica della Cooperativa Agricola di Legnaia – e non devono essere confusi con il ‘ragnetto rosso’ che attacca le piante, vivendo sotto le foglie delle stesse.

Protagonisti di questa invasione dei muri delle nostre abitazioni sono in realtà degli acaridi chiamati ‘trombidi’, assolutamente innocui per esseri umani, animali e piante, se si eccettuano i problemi che può comportare la loro pigmentazione. Infatti il loro colore rosso è fortissimo e quasi indelebile. Lo si nota se accidentalmente vengono schiacciati con le mani, lasciando la loro colorazione sulle dita per molti giorni, e peggio ancora se vengono a contatto con tessuti e oggetti”. I ‘trombidi’ si nutrono di escrementi di volatili e sono una presenza abbastanza abituale fra fine maggio e giugno. “Il pericolo maggiore – ammette Tofani – è che per debellarli si intervenga in modo eccessivo con insetticidi e prodotti tossici, che poi si disperdono nell’ambiente e rischiano di essere molto più dannosi degli stessi acaridi, dando vita a fenomeni di sensibilizzazione e allergia.

Il consiglio è quello di utilizzare prodotti naturali, che si trovano tranquillamente in commercio, intervenendo sempre in modo circoscritto e razionale”.

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