Maggio, Nuovo Stadio e Tramvia: quanto pesano le questioni irrisolte in città?

In attesa di capire dove e quale sarà il futuro politico di Matteo Renzi, la città di Firenze che tra un anno dovrà tornare alle urne, comincia a fare i primi veri bilanci sul mandato consegnato al sindaco rottamatore.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 maggio 2013 20:18
Maggio, Nuovo Stadio e Tramvia: quanto pesano le questioni irrisolte in città?

In attesa di capire dove e quale sarà il futuro politico di Matteo Renzi, la città di Firenze che tra un anno dovrà tornare alle urne, comincia a fare i primi veri bilanci sul mandato consegnato al sindaco rottamatore, che nel frattempo si è guadagnato un ruolo di tutto rispetto nello scenario politico nazionale. Ma a Firenze a che punto siamo? Renzi è riuscito nel suo intento, ha mantenuto le promesse oppure no? Manca quasi un anno alle nuove amministrative per scegliere il prossimo sindaco ma la campagna elettorale come sempre gioca d'anticipo; cosa si è riuscito a fare durante il quadriennio, cosa invece è risultato fallimentare o è rimasto fermo sono i nodi cruciali su cui si impernierà d'ora in avanti la discussione politica.

In effetti di partite aperte è di difficile soluzione a Firenze ne sono rimaste; certo questo non è il momento più semplice per governare una città: l'incertezza economica da un lato e l'instabilità politica dall'altra legherebbero le mani anche all'amministratore più volenteroso. Tramvia, Nuovo Stadio e Maggio Musicale Fiorentino: erano i cavalli di battaglia della campagna elettorale di Renzi, qualcosa bisogna ammetterlo non ha funzionato.

La questione della Cittadella ha cominciato a non andare per il verso giusto sin dall'inizio, da quando l'area di Castello inizialmente deputata ad accogliere il nuovo impianto sportivo è stata posta sotto sequestro. La delusione dell'imprenditore Della Valle che su quei terreni aveva fatto un progetto ben preciso, ha provocato una battutta d'arresto durata qualche anno; in fondo però lo stadio non era e non è la priorità; infine un anno fa la svolta con la presentazione di un nuovo progetto stavolta alla Mercafir.

Ma strettamente connessa alla Mercafir c'è la questione tramvia, quella sì urgente per il limite di tempo (il 2015) imposto dall'Europa che finanzia una parte del progetto, anche quella rimasta bloccata per questioni economiche. "Oggi, dopo tanti tira e molla e tante vicissitudini più o meno note, dobbiamo purtroppo ammettere che il 'sogno' renziano del nuovo stadio è lì per essere definitivamente abbandonato"-commenta il consigliere Francesco Torselli di Fratelli d'Italia.

"Purtroppo - dichiara il consigliere comunale di centrodestra - apprendiamo da una risposta ad una nostra interrogazione che il futuro del nuovo stadio è decisamente più fumoso di quanto pensassimo. Qualora la famiglia Della Valle decidesse infatti di realizzare il nuovo impianto, questo non potrebbe essere aperto al pubblico fino al completamento dei lavori per la Linea 2 della tramvia, come scritto, firmato e controfirmato nei protocolli di intesa sul recupero dell'area Mercafir". I cantieri della tramvia sarebbero dovuti partire nella primavera del 2011 e concludersi in meno di 1000 giorni, questo secondo il cronoprogramma del comune; da allora di stagioni ne sono trascorse almeno 8 ed è ancora tutto fermo alla prima e unica pietra.

L'acuirsi della crisi economica ha provocato da un lato il fallimento delle ditte costruttrici, dall'altra le continue rimodulazioni del finanziamento da parte delle banche a tassi d'interesse sempre più alti, il che in termini concreti si è tradotto con il momentaneo stop ai lavori, rifissati e rimandati di continuo fino all'ultimo annuncio di una loro ripresa, forse, in autunno. "Partiti i lavori - spiega ancora l'esponente di Fratelli d'Italia - inizierà il conto alla rovescia per i famosi 1000 giorni necessari al completamento dell'opera.

Questo, ovviamente se tutto filasse liscio. Purtroppo oltre alle solite imprevedibili incognite, sulla realizzazione della Linea 2 della tramvia pende una gigantesca 'spada di Damocle' rappresentata dal fatto che nel 2015 terminerà il tempo utile concesso dalla Comunità Europea per completare i lavori, pena la sospensione dei finanziamenti al progetto!". "Dunque la famiglia Della Valle dovrebbe - conclude Torselli - investire i propri soldi per realizzare uno stadio che rimarrebbe chiuso fino al completamento di un'opera, la tramvia, già ferma da due anni alla sua fase preliminare di realizzazione e che tra due anni, per giunta, perderà i finanziamenti europei utili alla sua realizzazione.

Con tutto il bene che i Della Valle vogliono a Firenze crediamo che da seri imprenditori quali sono, prima di compiere un investimento importante come quello per il nuovo stadio, cercheranno ben altre garanzie. E il 'sogno' di Matteo Renzi se ne va così definitivamente in pensione". Altra difficile sfida è stata quella di Ataf con più debiti che utili, "un carrozzone pubblico" come l'ha più volte definita Renzi che dopo vari e nulli tentativi di accordo con i sindacati, ha deciso per la privatizzazione dell'azienda di trasporto pubblico.

Infine il capitolo relativo al Maggio Musicale Fiorentino: riportare in equilibrio i conti di un ente lirico tanto prestigioso quanto indebitato era forse una delle operazioni più complicate e sulla quale Matteo Renzi ha investito molto. La Sovrintendente Francesca Colombo fu chiamata dal sindaco direttamente perché il suo curriculum la qualificava come la persona giusta a compiere un lavoro così oculato e complesso. In realtà la sua gestione è stata al di sotto delle aspettative, quanto lo abbiamo saputo solo nelle ultime settimane, quando cioè il commissario Francesco Bianchi chiamato al capezzale del Teatro ha rivelato le vere cifre.

Un buco da 35 milioni, 3 nel 2012 e almeno 6 nel 2013. Una situazione talmente critica che l'ipotesi circolata per qualche tempo è stata la liquidazione, il fallimento della Fondazione. Ieri poi Bianchi ha aperto a un'ipotesi di salvezza, un'ipotesi però che conta 119 esuberi, in pratica tutto il corpo di ballo. Nel giorno in cui il Governo Letta pone tra i suoi primi obiettivi il lavoro e i giovani e la cultura, a Firenze la dura realtà dice tutt'altro: i giovani talentosi costano troppo. “Esuberi inaccettabili, una scelte miope che uccide il futuro dell’Ente” commentano Mauro Romanelli e Tommaso Grassi di Sinistra Ecologia e Libertà.

“Abbiamo appreso con sgomento della decisione del Commissario Bianchi di tagliare in tronco corpo di ballo e laboratorio di scenografia del Maggio Musicale fiorentino, lasciando a casa 119 lavoratori qualificati, un terzo delle intere maestranze”. “Una scelta ragionieristica senza prospettiva, con tagli aritmetici si mettono sul lastrico intere famiglie e si uccide il futuro del prestigioso Ente fiorentino, condannato a una veloce agonia e decadenza, senza più una seria capacità di produzione artistica e di attrazione per gli artisti più celebri”. “E in tutto questo non è chiamato a rispondere chi negli anni ha massacrato il Maggio Musicale con una cattiva e inefficiente gestione” “Vogliamo ricordare che la Fondazione proprio negli anni della gestione “Renzi - Colombo” ha avuto costi altissimi, con l’incredibile stipendio proprio della Sovrintendente (oltre duecentomila euro annui) e una serie d’incarichi e consulenze esterne tutte evitabili”. “Nonostante tutto questo il Sindaco, ha addirittura il coraggio di dire, concludendo un intervento sulla riorganizzazione della Polizia Municipale, che su ATAF e Maggio Musicale Fiorentino gli obiettivi del Comune si stanno raggiungendo”.

“Siamo senza parole e increduli che al momento la sua unica preoccupazione sia di non far coincidere l'inaugurazione del nuovo Teatro della Musica con il sabato in cui si vota”. “Non ha null’altro da dire?”. “E proprio sul nuovo Teatro ricordiamo che manca ancora un piano di gestione: temiamo che si voglia ricorrere alle solite esternalizzazioni, che poco incidono sui costi generali, ma che precarizzano ulteriormente la vita delle persone”. F.D.

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