Università: via il crocifisso dall'aula magna

Il rettore toglie il simbolo religioso dalla più grande sala del rettorato. Fuscagni: «Ateneo, doppia faccia difficilmente comprensibile. Toglie il crocifisso, ma non tutela la libertà d’espressione dei giovani di centrodestra»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 maggio 2013 19:16
Università: via il crocifisso dall'aula magna

Nell'aula magna dell'Università di Firenze c'era un crocifisso: adesso, dopo i lavori di ristrutturazione il simbolo religioso è scomparso. La presenza, o meno, del crocifisso nelle aule universitarie non sarebbe materia dei principali organi di governo dell'Ateneo. Da qui l'iniziativa di Alberto Tesi, Professore Ordinario presso la Facoltà di Ingegneria, presa senza consultare gli organismi universitari. Il rettore sarebbe scaduto nel 2013, ma il ministero gli ha allungato la vita da rettore in carica fino al 2015. «Strana linea di condotta, quella dell’Ateneo fiorentino: da un lato rimuove il crocifisso dall’aula magna del rettorato, dall’altro permette che venga per l’ennesima volta ridotta l’agibilità politica per gli studenti di centrodestra ad opera degli studenti dei collettivi di sinistra.

Proprio il contrario di ciò che si dovrebbe fare: lasciare uno dei simboli della nostra civiltà là dov’è e garantire la libertà di espressione per tutti». Così Stefania Fuscagni, portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale ed ex pro-rettore dell’Ateneo fiorentino a commento della decisione del Rettore Alberto Tesi di non far ricollocare il crocifisso dall’aula magna del Rettorato al termine dei lavori di restauro dell’aula stessa. «La mancata ricollocazione del crocifisso – a quanto pare non richiesta ma decisa autonomamente dal Rettore – dimostra un eccesso di zelo laicista cui non fa da contraltare un’analoga attenzione alle legittime istanze di libertà di manifestazione del pensiero, nonostante siano sotto gli occhi di tutti i quasi quotidiani atti di intolleranza politica perpetrati da alcune frange degli studenti di sinistra.

Il crocifisso, oltre che un elemento distintivo della nostra cultura e della nostra identità, è un simbolo di pace, strappare manifesti no. Se c’è davvero la volontà di rendere sempre più l’Ateneo un luogo di confronto e crescita culturale il Rettore ristabilisca il giusto ordine delle cose: ricollochi il crocifisso e agisca a tutela della libertà d’espressione».

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