Crediti alle imprese, la discussione slitta; Renzi ''Stiamo perdendo tempo''

Troppe le falle in quel documento denunciate dalle stesse imprese. Sulla manovra di compensazione che prevederebbe un aumento dell'Irpef, Rossi smentisce: "Nessun aumento, La Toscana ha i conti in equilibrio".

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 aprile 2013 18:38
Crediti alle imprese, la discussione slitta; Renzi ''Stiamo perdendo tempo''

FIRENZE – “La Toscana non ha bisogno di nessun aumento sull’addizionale regionale Irpef. I nostri conti sono in equilibrio” taglia corto il presidente della Regione Enrico Rossi, che interviene riguardo alla ventilata manovra, oggi smentita dal governo, ma di cui si parla da giorni sui giornali e che avrebbe dovuto compensare il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese. Quella di aumentare l’Irpef regionale, o meglio dare la possibilità alle Regioni di farlo, sarebbe di più: una non risposta. “Se, come risulta da notizie di stampa, il governo mette 5 miliardi a disposizione per finanziare la sanità, i nostri tempi di pagamento ora mediamente tra i 150-180 giorni potranno essere facilmente ridotti -spiega Rossi - perché di quei 5 miliardi di accesso ad una maggiore liquidità alla Toscana toccherebbero più di 300 milioni”.

“Inoltre – aggiunge – se il governo dovesse anche togliere i vincoli del patto di stabilità per i cofinanziamenti dei progetti finanziati con i fondi comunitari questo renderebbe assai più sostenibile la gestione del bilancio e degli investimenti utili e necessari a rendere più sicuri da frane ed allagamenti i nostri territori”. Oggi l’addizionale Irpef varia dall’1,23 per cento, che è l’aliquota base imposta dallo Stato, all’1,73 e può essere diversa a seconda del reddito e del luogo.

Quello 0,5% è lo spazio di manovra concesso alle Regioni e che poteva aumentare. In Toscana si paga da quest’anno l’1,43% da 8 a 28 mila euro, l’1,68 da 28 a 55 mila e l’1,73% oltre. Tre aliquote, più lievi che in altre parti d’Italia. Intanto è stato rimandato a data da destinarsi il Consiglio dei Ministri che avrebbe dovuto discutere sul decreto licenziato dal Parlamento che avrebbe consentito il pagamento dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni alle imprese.

Troppe le cose che non andavano in quel decreto così come è stato concepito, le contraddizioni e i non sensi: una tra tutte l'impossibilità per le aziende creditrici, una volta ricevuti i soldi dallo Stato, non potranno fare investimenti per almeno 5 anni. A denunciare gli ''errori'' sono state le stesse imprese, la cui richiesta è stata accolta dal Ministro dell'Economia Grilli. Dunque serve rivederlo alla luce di nuovi "approfondimenti". "Bisogna fare presto!" è il monito del sindaco di Firenze Matteo Renzi che su Twitter cinguetta "Stiamo perdendo tempo"; un allarme e una preoccupazione condivise dalla sua ex assessore all'Educazione oggi senatrice Maria Rosa Di Giorgi.

"Dal Parlamento è arrivato un segnale chiaro per il via libera al pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni alle imprese. Le risoluzioni approvate all'unanimità, sia alla Camera che al Senato ieri sera, puntano a generare un forte e positivo impatto sul rilancio dello sviluppo economico dei territori, ma il Governo deve intervenire in tempi rapidi". "Sono certa che - spiega la senatrice fiorentina - da parte del Governo c'è piena consapevolezza sull'importanza del decreto e che lo stesso sarà approvato già nei prossimi giorni, come annunciato da Graziano De Rio, presidente Anci, al termine di un incontro a Palazzo Chigi.

La situazione critica che vivono molte aziende e gli enti locali, impossibilitati a terminare lavori o a programmare interventi essenziali di manutenzione e messa in sicurezza del proprio patrimonio, richiede interveneti urgenti e immediati. Si può interventire in tempi rapidissimi con l'allentamento dei vincoli del patto di stabilità, così da permettere agli enti locali di utilizzare da subito gli avanzi di gestione disponibile, in modo da sbloccare la situazione drammatica che si è creata".

"Chi ha esperienza di governo locale ha ben presenti - conclude la senatrice Rosa Maria Di Giorgi - le difficoltà che devono affrontare le amministrazioni comunali e le molte aziende in attesa di pagamento, che rischiano di dover licenziare il proprio personale. Un allentamento dei vincoli del patto, restando all'esempio di Firenze, potrebbe consentire al Comune di concludere i lavori di realizzazione della scuola dell'infanzia Capuana, una struttura realizzata in bioarchitettura, che ora si trova con dei teli di plastica che coprono le strutture in legno ancora senza tetto, della scuola Calvino o dell'auditorium della Bechi-Piero della Francesca.

Cito solo tre casi emblematici, perchè riguardano i nostri ragazzi, ma potrebbero essercene molti altri e non possiamo permetterci di perdere ancora tempo".

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