Aeroporti di Firenze e Pisa: per tornare in quota bisognerà passare per Bologna

Ieri il presidente di Enac a colloquio con il presidente della Toscana Rossi e il sindaco di Firenze Renzi

Redazione Nove da Firenze
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07 febbraio 2013 19:16
Aeroporti di Firenze e Pisa: per tornare in quota bisognerà passare per Bologna

Ci sono buone speranze per riportare in serie A gli aeroporti di Pisa e Firenze 'declassati' come non strategici dal Ministro Passera; a patto che si trovino nuovi finanziatori e che le due holding di Sat e Adf vengano fuse. E' quello che ieri Vito Riggio, presidente di Enac, in visita a Firenze ha detto sia a Renzi che a Rossi: insomma il piano aeroportuale predisposto dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti è modificabile ma bisognerà agire presto, superare i campanilismi e non aspettare che siano gli altri, magari l'Europa, a metterci una pezza e pure i soldi.

"Presi singolarmente gli scali di Firenze e Pisa non hanno le potenzialità richieste. Ma secondo me - ha detto Riggio - occorre far nascere un sistema dell'Italia centrale: penso a una serie di collaborazione con Bologna". “Enac è stata chiara: per non restare definitivamente in “serie B” la Toscana deve: iniziare subito i lavori della nuova pista di Peretola, procedere seriamente all’integrazione tra Pisa e Firenze, creare le condizioni per una collaborazione vera con lo scalo di Bologna in un’ottica si sistema aeroportuale dell’Italia centrale.” Questo il severo commento del Presidente del Gruppo regionale PdL Alberto Magnolfi.

“I nodi vengono sempre al pettine. La Toscana sta pagando 20 anni di immobilismo, di scelte non fatte o rinviate, come è accaduto appena lunedì scorso. Un rinvio motivato con ridicole ragioni di opportunità elettorale. C’è sempre un buon motivo per non decidere nel timore di perdere un pugnello di voti” – ironizza Magnolfi. “Nel frattempo la realtà non sta ferma, lo scalo di Bologna con il livello delle infrastrutture, con la qualità dei collegamenti con un moderno sistema della mobilità si è guadagnato con i fatti l'inquadramento a livello di prima categoria.

La lezione è una sola: meno chiacchiere a vuoto, meno lamentazioni su presunte congiure romane, più capacità di decidere e di assumersi con i fatti quel ruolo di governo che non può essere soltanto rivendicato a parole.” – ha concluso Magnolfi.

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