Giardini Caponnetto sui lungarni di Firenze luogo di accampamento e bivacco

Presidio di Più Toscana domani alle 12:30. Invitata anche l’assessore Saccardi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 febbraio 2013 12:37
Giardini Caponnetto sui lungarni di Firenze luogo di accampamento e bivacco

“Adesso basta!”. È lo slogan usato da Più Toscana che chiede più sicurezza a Firenze. Proprio per questo, domani alle 12:30 i militanti del gruppo fondato dai consiglieri regionali Antonio Gambetta Vianna e Gian Luca Lazzeri si ritroveranno ai giardini Caponnetto sul Lungarno del Tempio ove è presente un accampamento abusivo al bocciodromo, come testimoniano le numerose foto scattate dagli esponenti di Più Toscana. «Abbiamo chiesto un incontro – spiegano in coro Lazzeri, il consigliere di quartiere Giovandomenico Guadagno e il responsabile fiorentino di Più Toscana, Paolo Poggi – con l’assessore al Welfare del Comune di Firenze, Stefania Saccardi.

L’abbiamo invitata a partecipare direttamente al nostro presidio per rendersi conto dello stato di degrado in cui versano Firenze e, nello specifico, i giardini Caponnetto. Siamo stanchi di vedere i nostri amministratori locali sempre più interessati alle vicende di politica nazionale e, conseguentemente, sempre meno alle problematiche dei fiorentini». Proprio pochi giorni fa, Più Toscana aveva denunciato la presenza di accampamenti e bivacchi sorti spontaneamente «in tutta la città nell’indifferenza generale.

Le zone più colpite sembrano essere piazza Santissima Annunziata, piazza Brunelleschi, ma anche via Masaccio e il bocciodromo del Lungarno del Tempio. Il fenomeno ha assunto dimensioni allarmanti soprattutto sotto i loggiati di piazza della Libertà, ormai trasformati in una succursale del campo del Poderaccio, con materassi, cuscini e anche qualche tenda». E, dietro questi accampamenti abusivi, secondo Poggi si nasconderebbe un vero e proprio «racket dell’elemosina. Si macinano soldi in maniera parassitaria in vari modi, sia attraverso lo sfruttamento di minori e menomati forzatamente costretti a richiedere l’elemosina, sia agendo da vere “sentinelle dei topi d’appartamento” con cui spartiscono il bottino».

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