Tav, i genitori della Scuola messa a rischio scrivono a Matteo Renzi

Il nome dell'istituto è emerso in merito all'ipotesi di rischio legato alle modalità di svolgimento dei lavori all'interno dell'area di cantiere sottostante

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 gennaio 2013 14:42
Tav, i genitori della Scuola messa a rischio scrivono a Matteo Renzi

I genitori della Scuola Rosai, l'edificio coinvolto dal cantiere della grande opera fiorentina sull'Alta Velocità che è stato aperto a Firenze, scrivono a Matteo Renzi. L'edificio è stato nominato sulla scia dell'inchiesta aperta sui cantieri ed il nome dell'istituto è emerso in merito all'ipotesi di rischio legato alle modalità di svolgimento dei lavori all'interno dell'area di cantiere sottostante. "Egregio sindaco Matteo Renzi, Sbigottite abbiamo letto le Sue dichiarazioni sullo scandalo tav.

Uno sbigottimento che si trasforma in rabbia se ripensiamo alla nostra esperienza di madri di ex alunni della scuola media Rosai. Ricordiamo come abbiamo saputo dei lavori del cantiere TAV. Eravamo all’inizio del 2008, nella prima fase dei cantieri ed ancora la Rosai non era stata “interessata” dai lavori. Lo era stata, invece e massicciamente, la scuola elementare Rodari al punto tale che alcuni genitori esasperati avevano deciso di fare una riunione e di invitarci. Ci andammo tranquille ed ignare ed apprendemmo che la scuola Rosai costruita con i soldi TAV (come “risarcimento” per la vecchia scuola abbattuta per lasciare il posto alla “grande opera”) era all’interno di un’area dove sarebbe sorto il cantiere e nella quale si sarebbero effettuati interventi tali da metterne a rischio la stabilità strutturale.

Queste informazioni non ci furono fornite dal nostro sindaco, o dall’assessore Maria Rosa Di Giorgi, ma dai tecnici del comitato No Tunnel Tav. Preoccupate ci recammo dalla preside per chiedere informazioni. La preside non ne sapeva niente. A quanto pare né Lei, né l’assessore avevate sentito la necessità di informare il dirigente dei rischi che correva la numerosa popolazione scolastica di una scuola di grosse dimensioni come la Rosai. Niente informazioni quindi e, ovviamente, niente previsioni di rischi, piani di intervento e di monitoraggio discussi e condivisi con la preside ed il consiglio di Istituto. A quanto pare il dovere di informare, il coinvolgimento dei diretti interessati e la trasparenza, non sono considerati da Lei compiti istituzionali al punto tale che può, tranquillamente, affermare che il Comune ha fatto tutto quello che doveva fare. A quel punto la preside, preoccupata quanto noi, decise di convocare un’assemblea dei genitori e di invitare l’ingegnere Rubellini, a quei tempi presidente dell’Osservatorio Ambientale.

Questi confermò la possibilità di rischi per la stabilità della scuola. La storia successiva si sviluppa nei due anni successivi ed è fatta dei nostri tentativi di parlare con Lei e l’assessore Maria Rosa Di Giorgi per avere notizie e rassicurazioni, di inviti a riunioni che furono bellamente ignorati. Riuscimmo, però, ad incontrarvi in due occasioni. La prima ci fu offerta dall’inaugurazione della palestra, alla quale intervenne anche Lei, signor sindaco. Riuscimmo ad “agguantarla”, ma per nostra sfortuna andava di fretta.

Si limitò a dirci che tutto era sotto controllo e che avrebbero vigilato. La seconda fu grazie ad un’assemblea dei genitori alla quale l’assessore Di Giorgi si degnò di partecipare insieme all’ingegner Giacomo Parenti. In quell’occasione l’assessore ed il tecnico risposero alle nostre domande con superiore commiserazione, trattandoci come le solite mamme allarmiste ed ansiose. Ci fu risposto che non c’erano rischi e fummo invitate a goderci la bella scuola che ci veniva offerta proprio dalla grande opera (un’offerta fatta un po’ al risparmio visto che dopo appena un anno dall’apertura era caduto un controsoffitto). Poi iniziarono i lavori. Era estate ed un bel giorno la scuola e le strade limitrofe furono invase da una bella polvere bianca, quella polvere che tutti ci avevano assicurato che non ci sarebbe stata (anche se sappiamo bene che le polveri pericolose sono anche e soprattutto quelle che non si vedono). Poi i ragazzi iniziarono a dirci che c’erano rumori pazzeschi, quei rumori che ci avevano assicurato che non ci sarebbero stati.

In seguito, sempre i ragazzi, incominciarono a parlarci di una crepa. Allarmate chiedemmo ed insistemmo. Ci fu detto che non era vero. I ragazzi furono trattati da visionari o da poveri pupazzi vittime delle nostre fobie. Insistemmo, il nostro rappresentante al consiglio di istituto continuò a chiedere (sarebbe molto interessante guardare i verbali delle riunioni del consiglio). Qualcuna di noi si beccò la minaccia di querela per procurato allarme. Intanto i nostri figli conclusero la loro terza media e lasciarono la scuola.

Al posto loro altri ragazzi, al posto nostro altri genitori, che avevano una cosa in comune con noi: nessuno li aveva informati del cantiere, dei rischi e dei disagi che ne derivavano, delle crepe che già c'erano. Certo doveva essere garantito un buon numero di iscrizioni, doveva essere salvaguardata l’immagine della scuola, doveva essere dimostrato che i soldi (i nostri soldi di contribuenti) erano stati ben spesi e poco vi importava se, così facendo, impedivate a quei genitori il diritto di una scelta consapevole. Per questo consideriamo una beffa il fatto che, lasciati trascorrere altri due anni, l’assessore De Giorgi e l’ing Parenti siano ritornati nella scuola per dire ai genitori che c’erano dei rischi per la stabilità della scuola.

Lo hanno detto perché non lo potevano più nascondere e ne hanno parlato con la stessa faccia, con la stessa tranquillità con le quali poco tempo prima prima negavano l’esistenza di quegli stessi problemi. Cadevano dalle nuvole come oggi cade dalle nuvole Lei, sindaco Renzi, con il presidente della Regione Rossi. Vi indignate, minacciate iniziative giudiziarie contro chi è responsabile dello scandalo TAV. Eppure… bastava vigilare, bastava ascoltare, bastava trattare i cittadini con la dignità che meritano, in poche parole, bastava fare i politici e non l’avete fatto. No caro sindaco, il Comune non ha fatto tutto quello che doveva fare.

Quello che noi abbiamo visto è stato il solito arrogante teatrino di quella politica che, a parole, Lei dice di voler rottamare e che, nella pratica, attua quotidianamente". La lettera è firmata a nome di un gruppo di genitori di ex alunni della scuola Rosai.

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