Caso Mps: all'origine la commistione politica-banca, il Pd si difende

L'assemblea dei soci stamattina ha dato il via libera agli aiuti di Stato. Agguerriti i piccoli azionisti, Profumo: "Correntisti stiano tranquilli"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 gennaio 2013 18:37
Caso Mps: all'origine la commistione politica-banca, il Pd si difende

Siena, 25 gennaio 2013– L’Assemblea straordinaria degli azionisti di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A., riunitasi oggi, ha deliberato di attribuire al Consiglio di Amministrazione le deleghe per aumentare il capitale sociale, con esclusione del diritto di opzione, per un controvalore massimo di Euro 4.500.000.000,00, al servizio esclusivo dell’esercizio della facoltà di conversione da parte della Banca dei Nuovi Strumenti Finanziari previsti dal Decreto Legge 6 luglio 2012, n.

95, convertito con modifiche dalla Legge 7 agosto 2012, n. 135, come successivamente modificata e/o per aumentare il capitale sociale, sempre con esclusione del diritto di opzione, ai sensi degli articoli 2443 e 2441, comma 5, del codice civile, mediante emissione di azioni ordinarie per un controvalore massimo di Euro 2.000.000.000,00, al servizio esclusivo del pagamento in azioni degli interessi da corrispondersi ai sensi della normativa relativa ai Nuovi Strumenti Finanziari previsti dal Decreto Legge 6 luglio 2012, n.

95, convertito con modifiche dalla Legge 7 agosto 2012, n. 135, come successivamente modificata: Conseguentemente è stato modificato l’articolo 6 dello Statuto Sociale. ''Il Pd c'entra in questa vicenda: ha sempre avuto molta influenza sulla banca" ha tuonato Mario Monti aizzando così la polemica di questi giorni già incandescente tra l'accusa nei confronti di un centrosinistra troppo coinvolto nella finanza e l'alzata di scudi di un partito che non vuole sentir parlare di ambigue commistioni tra il Pd e il mondo bancario e bolla il tutto come una ''strumentalizzazione'' tipica dei toni da campagna elettotorale.

E' Bersani stesso a replicare all'ex premier: "Monti trova un difetto al Pd tutti i giorni, per un anno non ne ho mai sentiti". Ma le critiche alle affermazioni del Professore non arrivano solo da sinistra: "Intervenendo sulla questione del crollo di MPS, il Professor Mario Monti ha individuato la soluzione al problema nello sradicamento della commistione tra banche e politica. Deduco quindi che a breve il Professore annuncerà il proprio ritiro dalla competizione elettorale, notizia che peraltro saluteremo con grande soddisfazione".

Questa la dichiarazione di Francesco Torselli, consigliere comunale a Firenze e candidato alla Camera dei Deputati per Fratelli d'Italia, il partito di Giorgia Meloni e Guido Crosetto. "In questi giorni - spiega Torselli - il serioso Professor Monti sta rivelando un'inaspettata vena comica: dopo aver promesso di togliere la "sua" IMU, adesso si schiera contro quella commistione tra poteri bancari e potere politico di cui lui ed il suo governo sono stati i massimi esempi". "Il professor Monti - conclude Torselli - ha imparato in pochissimi giorni tutti i peggiori vizi della vecchia politica, tra i quali negare persino l'evidenza pur di racimolare qualche consenso.

MPS, Monti a parte, rappresenta un monito ed un esempio: un monito a superare veramente la commistione politica-banche ed un esempio di cosa sia, in concreto, il sistema di potere messo in piedi negli anni dalla sinistra in Toscana". Questa mattina l'Assemblea straordinaria degli azionisti, un tavolo infuocato a dir poco: un centianio e più gli iscritti a parlare. Tra loro anche Bebbe Grillo, in qualità di investitore che detiene alcune azioni Mps: non le ha certo mandate a dire il leader del Movimento Cinque Stelle che individua nell'entrata dei Ds nelle faccende della banca senese la colpa originaria e che invoca una commmissione d'inchiesta .

"La comparsata odierna di Beppe Grillo all’assemblea dei soci di Banca Mps porta molto alla visibilità politica di chi l’ha inscenata, ma non dà nessun contributo concreto alla soluzione dei problemi"- è il commento del coordinatore della segreteria del Pd della Toscana, Luca Sani. "Strumentalizzare il dramma che in questo momento vivono risparmiatori e lavoratori della banca, sparando a caso cifre iperboliche su presunti buchi di bilancio, è il modo più pericoloso e demagogico di affrontare questa vicenda.

Se questo fosse davvero il nuovo che avanza, staremmo freschi tutti quanti. Il Partito democratico, da parte sua, chiede che si faccia chiarezza al più presto su quanto è successo veramente, e che si accertino tutte le responsabilità, qualunque esse siano e a qualunque livello si collochino. Da questo punto di vista - prosegue sani - esprimo pieno sostegno al nuovo corso inaugurato oramai più di un anno fa da Franco Ceccuzzi, che da sindaco di Siena ha avuto il coraggio di introdurre una rottura di continuità rispetto a quei meccanismi che sono in parte all’origine delle odierne difficoltà.

Pagandone in prima persona le conseguenze. Quanto alle scelte che la banca dovrà fare in autonomia per rimettere in carreggiata la prestigiosa istituzione senese, ritengo che il presidente Profumoe l’amministratore delegato Viola abbiano le professionalità adeguate per guidare il Monte di Paschi fuori dalla crisi attuale". "La vicenda di Banca MPS e le conseguenze sull’aspetto economico della banca stessa rischiano di mettere ulteriormente in crisi le piccole e medie imprese toscane, che già soffrono del mancato accesso al credito a causa della crisi internazionale”.

Questo il commento del Consigliere regionale del PdL Nicola Nascosti, vicepresidente della Commissione sviluppo economico. Sono le pmi che rischiano di pagare le scelte ‘scellerate’ della dirigenza del MPS. Gli effetti negativi del tracollo della banca senese graveranno soprattutto sulle piccole e medie imprese, e sui semplici cittadini – prosegue Nascosti – Siamo preoccupati per gli effetti disastrosi che lo ‘tsunami’ del MPS avrà sull’occupazione e sul sistema economico toscano intero, provocandone senza dubbio un pesante arretramento”.

“Non ci bastano le rassicurazioni del Presidente della Toscana Enrico Rossi, a cui comunque ricordiamo che la Regione esprime un membro nella Deputazione della Fondazione MPS e che quindi avrebbe potuto svolgere un ruolo più attivo – conclude l’esponente del PdL – Né ci bastano le difese d’ufficio di una situazione assolutamente indifendibile". Ma il tam di botta e risposta tra forze politiche avverse continua, stavolta è il presidente della Provincia di Siena Simone Bezzini che risponde al presidente del Consiglio regionale della Toscana, Alberto Monaci (Pdl) che ha affermato “è incredibile che nessuno tra quelli che decidevano sapesse niente; né Ceccuzzi, né Bezzini”.

“Trovo grave- ha risposto Bezzini - che un’importante carica istituzionale si presti al gioco delle allusioni, finalizzate esclusivamente a intorbidire le acque. Questo è il momento della chiarezza e non delle strumentalizzazioni, né della mistificazione della realtà. “Se avessi avuto informazioni su fatti o atti irregolari e tali da produrre danni alla Banca Mps - afferma Bezzini - mi sarei rivolto agli organi preposti. Per quanto riguarda le valutazioni sulle vicende che in questi anni hanno interessato Banca e Fondazione Mps rimando alla relazione fatta in Consiglio provinciale il 7 giugno scorso, dove ho espresso apertamente una lettura critica degli ultimi vent’anni e le motivazioni del sostegno deciso al forte rinnovamento del management della Banca Mps.

Una posizione chiara, che ribadirò e articolerò ulteriormente anche negli organi dell’amministrazione provinciale, alla luce dei gravi elementi emersi in questi giorni”. “Come ho più volte espresso pubblicamente - chiude Bezzini - adesso è necessario che venga fatta piena luce sulle responsabilità , ma è altrettanto fondamentale che vengano perseguite con grande determinazione tutte le azioni necessarie per uscire dalla crisi, per assicurare all’azienda una prospettiva e per tutelare l’occupazione”.

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