Pedoflia on-line: un fenomeno in crescita anche in Toscana

Negli ultimi cinque anni sono circa 150, secondo la Questura di Firenze, le persone sottoposte a perquisizione personale per la ricerca di materiale illecito. L'Italia al sesto posto della classifica dei paesi da cui parte la richiesta di video o foto.

Redazione Nove da Firenze
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12 dicembre 2012 21:07
Pedoflia on-line: un fenomeno in crescita anche in Toscana

Firenze – “C’è un sentito bisogno di rafforzare le garanzie verso bambini e adolescenti. Occorre muoversi attraverso un sistema di supporto all’infanzia esposta a rischi diffusi e pericolosi, e penso alla pedopornografia on-line, di cui è facile cadere vittime”. Così il Garante per l’infanzia e l’adolescenza Grazia Sestini, a margine della lezione che ha tenuto nei locali della Questura di Grosseto e organizzata nell’ambito della task force interistituzionale, nata nel 2010 dalla collaborazione con la Asl 9, per la presa in carico di casi di violenza sul territorio. “Siamo dalla parte dell’infanzia a rischio”, ha dichiarato Sestini ricordando la recente firma (10 dicembre 2012 ndr) del protocollo d’intesa tra Viminale, Dipartimento di Pubblica Sicurezza e Authority nazionale di garanzia per i minori.

Un protocollo che il capo della polizia Antonio Manganelli e il garante italiano per l'infanzia Vincenzo Spadafora, alla presenza del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, hanno siglato per “rafforzare tutte le attività di contrasto ad ogni forma di abuso, sfruttamento e violenza nei confronti dell’infanzia, dell’adolescenza e delle categorie deboli”. “Questo primo passo per la stabilizzazione di una collaborazione avrà i suoi effetti anche a livello locale”, ha spiegato Sestini.

“L’articolo 3 del protocollo prevede infatti l’estensione del dialogo anche tra le articolazioni territoriali del ministero e i garanti regionali, ove istituiti”. “La rete con tutte le realtà di settore che si va costruendo, è il percorso ideale per una conoscenza sempre più approfondita. Unico metodo per contrastare e sconfiggere fenomeni che coinvolgono persone di minore età”. La lezione tenuta da Sestini ha analizzato il dilagante “comportamento di adulti pedofili che utilizzano internet per incontrare altri pedofili, alimentare le loro fantasie sessuali deviate, rintracciare e scambiare materiale fotografico o video pedopornografici per ottenere contatti o incontri con minori che frequentano chat, forum e blog”.

E che la pedofilia on-line sia un fenomeno in forte crescita è dimostrato dai dati di Telefono Arcobaleno, organizzazione indipendente internazionale con il numero verde dedicato alle segnalazioni 800 025 777. “Solo nel 2011 – ha informato il garante della Toscana – sono stati 71.806 i siti segnalati, in 37 paesi, come contenitori di materiale pedopornografico. Circa 10.000 in più rispetto al 2010. Ma l’attività di monitoraggio evidenzia una sempre più diffusa presenza della pedofilia nel social network, circa il 20 per cento in più rispetto al 2010”.

Altro dato “allarmante” su cui si è soffermata Sestini, quello della fascia di età coinvolta: “Il 40 per cento ha meno di 5 anni”. In termini geografici, la maggior parte si conferma di matrice europea (73 per cento) e nord americana (23) con i Paesi Bassi che continuano a ricoprire i primi posti della classifica seguiti da Stati Uniti, Germania, Federazione Russa. I pedofili sulla rete, invece, sono prevalentemente di nazionalità americana, tedesca, inglese, francese, russa e italiana. “I dati di Telefono Arcobaleno – ha chiarito Sestini – sono nazionali e indicano come il nostro Paese ospiti una quantità minima di siti pedofili.

È però grande esportatore di materiale illecito sul web”. Rilevazioni periodiche collocano l’Italia al sesto posto della classifica dei paesi da cui parte la richiesta di video o foto, circa il 4,79 per cento dei pedofili fruitori di articoli pedopornografici. Se a livello nazionale si combatte il fenomeno attraverso organismi nazionali e internazionali per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile sulla rete internet e non solo, a Firenze è attivo il compartimento di polizia postale e delle comunicazioni con “compiti generali di indagine e repressione”.

“Quello di Firenze – ha continuato Sestini – rientra tra i 20 compartimenti localizzati in tutti i capoluoghi che a loro volta coordinano le rispettive sezioni all’interno del proprio territorio di competenza. In Toscana ci sono 76 sezioni ed hanno competenza provinciale”. Secondo quanto ha reso noto dalla Questura di Firenze, negli ultimi cinque anni, circa 150 persone sono state sottoposte a perquisizione personale per la ricerca di materiale illecito. “Il dato regionale deve essere ampliato – ha concluso Sestini – non solo in proporzione all’ambito nazionale ma anche con riferimento al numero degli effettivi utilizzatori.

Tuttavia è quanto mai evidente che l’osceno fenomeno della pedofilia in rete è un mercato tutt’altro che in crisi”.

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