Il nuovo trasporto pubblico? In Toscana sarà la bicicletta

Mancano risorse, manca il carburante, mancano le infrastrutture.. mancano anche le rastrelliere, ma la bicicletta resta il mezzo più economico per spostarsi e la Toscana pensa a reti di trasporto alternative sulle strade secondarie

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 ottobre 2012 13:37
Il nuovo trasporto pubblico? In Toscana sarà la bicicletta

La bicicletta potrebbe essere il nuovo trasporto pubblico della Toscana. In piazza Duomo, dove cercare una rastrelliera è una vera impresa, si torna a parlare di mobilità ciclabile. Perché la crisi che trascina verso il basso qualsiasi prospettiva necessita di un contraccolpo psicologico estremo per puntare alla quotidiana sopravvivenza. Prima indagine condotta dalla Regione per analizzare i numeri di un fenomeno già consistente ma destinato, per vari motivi, ad esserlo ancora di più.

La Regione, per sviluppare una rete toscana di mobilità ciclabile, mette a disposizione 9 milioni di euro per i prossimi tre anni. “É arrivato il momento di fare un passo avanti – ha datto l'assessore Ceccobao nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’indagine - il classico salto di qualità. Negli ultimi anni ci sono state tante iniziative, progetti e realizzazioni. Attualmente in Toscana esistono oltre 300 km di piste ciclabili, 100 di percorsi cicloturistici, altri 50 di piste in corso di realizzazione e ulteriori 500 da realizzare in tempi brevi.

Da poco la Regione ha approvato una legge per promuovere lo sviluppo di questo tipo di mobilità e per i prossimi tre anni sono stati inseriti in bilancio 9 milioni di euro a questo scopo. Bisogna insistere”. Un dato importante, riferito al 2011, è il sorpasso delle bici sulle auto, in termini di vendite. “Aggiungiamoci anche che il 2013 sarà l’anno dei Mondiali di ciclismo – ha aggiunto l’assessore – ospitati per la prima volta in Toscana, che conta tra le altre cose circa 350 associazioni sportive ciclistiche.

Insomma tutto questo impone un salto di qualità, che si traduca nella realizzazione di una rete regionale di mobilità ciclabile. Dobbiamo cercare di colmare una lacuna importante, la mancanza di interconessione e integrazione dei vari percorsi, in città e fuori. La prossima settimana saremo a Rapolano Terme ad un appuntamento nazionale, ‘Idee Pedalabili’, dove illustreremo la nostra idea di rete ciclabile toscana”. Il convegno che avrà sede nella nota e caratteristica località termale della Toscana, risentirà purtroppo della congiuntura terribile per quanto concerne il panorama amministrativo italiano.

Durante il convegno verranno infatti esposti due eventi base sui quali rilanciare il piano alternativo delle due ruote: Un accordo siglato con la Regione Lombardia ed un Masterplan presentato dalla Provincia di Siena. Se per la Lombardia non si sono registrate adesioni e non vi saranno rappresentanti istituzionali a causa del terremoto politico in corso, per la Provincia di Siena è atteso il presidente Simone Bezzini che però guida una delle tante realtà territoriali destinate all'imminente estinzione.

L’indagine ‘La mobilità ciclabile in Toscana’, è stata condotta su un campione di circa 5.000 cittadini toscani tra i 14 e i 70 anni, rappresentativo di un universo di circa 2 milioni e 700 mila persone. Chi va in bici. Il 50% dei cittadini toscani in questa fascia di età va in bici (il 17% circa soltanto in città, il 15% fuori e il 18% sia in città che fuori), percentuale che cresce all’aumentare della dimensione dei centri abitati. I maschi, occupati e con elevato titolo di studio, sono coloro che utilizzano maggiormente la bici.

Donne, giovani e ultrasessantenni lo fanno di più in città mentre fuori prevalgono gli uomini, nella fascia 14-60 anni. In città. I ciclisti cittadini sono oltre un terzo del totale e usano la bici soprattutto per svago, nel tempo libero e per sport (il 53.2%). Il 38% pedala per recarsi nei luoghi di studio e lavoro o per accompagnare i figli a scuola. Nei comuni di grosse dimensioni sono soprattutto le donne a usare la bici come vero mezzo di trasporto (spostamenti occasionali e sistematici).

In quelli medio-piccoli prevalgono i maschi che la utilizzano per motivi ludico-sportivi. 4 ciclisti cittadini su 10 ne fanno un uso assiduo, almeno 5 volte a settimana. Ostacoli maggiori all’utilizzo in città: traffico e assenza o inadeguatezza delle piste ciclabili. Il trend di utilizzo urbano è segnalato costante (55%) o in aumento (25%). Tra gli interventi indicati per aumentarne l’uso: aumento delle zone a traffico limitato, pedonali e dedicate alle bici. Fuori città.

Ci va un terzo esatto del totale, soprattutto per svago, gite fuori porta o allenamento. Anche se nella maggioranza dei casi l’utilizzo non urbano della bici è rimasto costante nell’ultimo anno, tra chi ha cambiato abitudine è prevalsa la tendenza a diminuirne l’uso, soprattutto tra i giovani. Seppur con un peso inferiore rispetto al ciclista urbano, gli ostacoli maggiori all’uso restano traffico e assenza o cattive condizioni delle piste ciclabili. Niente bici. Riguardo alla metà del totale che non usa (o lo fa raramente) la bici, motivo principale per non farlo in città è considerarla un mezzo non adatto ai propri spostamenti.

Percorsi disagevoli e mezzo faticoso le altre motivazioni. Circa due terzi dei non utilizzatori appare totalmente indisponibile all’uso della bicicletta, anche per il futuro, sia in ambito urbano che non urbano. Chi invece si dimostra più propenso chiede più piste ciclabili o corsie riservate. Piste ciclabili. Soltanto meno di un terzo dei ciclisti toscani le usa almeno qualche volta e considerano come elementi più soddisfacenti la chiarezza della segnaletica e l’ampiezza.

Riscuotono invece meno consensi comodità di ingresso e di uscita, illuminazione, sicurezza negli attraversamenti, lunghezza e capillarità sul territorio. L’aspetto più critico resta la continuità-interconnessione. Sicurezza. Il 57% dei toscani giudica poco o per nulla sicuro l’utilizzo della bici, sia in città che fuori. In città la percentuale di chi la considera per nulla sicura è del 10%; si sale al 16% fuori città. Eccesso di traffico e assenza di piste ciclabili sono i fattori che influiscono maggiormente su queste risposte. Grande attenzione rilanciata sulle due ruote, ma non tutti sono d'accordo.

A Firenze c'è chi vorrebbe qualcosa di più: "L'Amministrazione Comunale ha approvato all'unanimità più di una mozione a favore della ciclabilità, l'ultima il 16 Maggio 2011, a seguito delle richieste avanzate dal Consiglio pei Ragazzi che si impegnò a fondo per la mappatura delle rastrelliere, con l'aiuto anche dalle associazioni dei ciclisti, incluso la nostra" spiega Città Ciclabile. "Rispetto alle richieste dei ragazzi, che sono poi le richieste di tutti i ciclisti, gli interventi effettivi sono ben poca cosa.

I fondi in bilancio sono poi limitati, ben lontani da quel 10% dei proventi delle multe per la realizzazione e la manutenzione delle piste ciclabili come prevede la legge (da sempre inapplicata!) 366/98. Non c'è neanche un progetto dettagliato di Rete integrata ciclabile, che l' Associazione Città Ciclabile presentò già 15 anni fa, si va avanti con interventi estemporanei e con monconi di pista, più o meno lunghi. Interventi urgenti come ricuciture e riasfaltature (in Via De Sanctis e P.za Ferrucci, in via Lungo l'Affrico e sui viali) da tempo annunciati, non sono ancora iniziati. Le rastrelliere sono assolutamente carenti ma sono invece sovrabbondanti di fronte ad alcune scuole, dotate di rastrelliere interne poco utilizzate di solito anche quelle, perché i ragazzi (e i loro genitori) non si sentono sicuri ad andare in bici per le strade.

Esempio più eclatante la sfilza di rastrelliere completamente vuote di fronte alla scuola Gramsci in via del Sansovino, una situazione questa che si ripete ogni giorno e già da noi fatta presente all'Ufficio Mobilità lo scorso anno. Tutto questo mal si confà alla voglia di bici che c'è in giro, come testimoniato dal sorpasso nelle vendite delle bici rispetto alle auto, che andrebbe invece colta al volo per alleggerire la pressione del traffico a motore giunta a livelli insopportabili".

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