Ruffino: nuovo fiasco per il Chianti Superiore

In questi giorni ha lanciato una nuova edizione di un vino - e di una bottiglia - molto particolare

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 ottobre 2012 19:39
Ruffino: nuovo fiasco per il Chianti Superiore

Firenze, ottobre 2012- L’ultima parte dell’anno 2012 segna un momento importante per la cantina toscana Ruffino. Dopo oltre vent’anni dall’ultima bottiglia prodotta, infatti, è in uscita una nuova edizione di una bottiglia speciale che ha accompagnato e sostenuto la crescita di Ruffino e il nome del Chianti in Italia e nel mondo: il fiasco. Il nuovo fiasco Ruffino mantiene le linee iconiche e senza tempo che ci hanno accarezzato e che tutti abbiamo nel nostro immaginario visivo: una forma panciuta abbracciata dall’impagliatura.

Si presenta però in una rinnovata immagine contemporanea, che richiama gli storici colori di Ruffino, nel formato di 1 litro, e con un vino Chianti DOGC nella sua specifica dicitura “Superiore”, al fine di rispettare lo storico binomio Chianti – fiasco e di elevarlo in complessità e piacevolezza. La paglia è oggi carta certificata FSC proveniente dallo stesso fornitore che da oltre un secolo collabora con Ruffino, esattamente come la vetreria che ha realizzato il nuovo modello in esclusiva.

Entrambi si trovano a pochi chilometri dalla storica sede di Ruffino a Pontassieve, vicino a Firenze. Ruffino, fin dalla sua fondazione nel 1877, ha contribuito a trasformare il fiasco in un simbolo di italianità in tutto il mondo, utilizzandolo come contenitore principe per il vino toscano più conosciuto e il più vicino a Ruffino, il Chianti. Oggi, con questa nuova edizione, l’idea di Ruffino è di innovare nel segno della migliore tradizione, senza freni nostalgici ma nel sacro rispetto di ciò che ha contribuito a rendere Ruffino un riconosciuto sinonimo di vino toscano di qualità da oltre 135 anni.

Le origini del fiasco sembrano risalire nel periodo del Rinascimento. La sua caratteristica forma panciuta si ispirava alla borraccia di acqua che i viaggiatori a cavallo portavano con sé nei loro lenti e tortuosi spostamenti in epoca medievale. Molti capolavori artistici del periodo attestano come il fiasco fosse un oggetto di uso comune: Boccaccio lo cita già nel suo Decameron, mentre pittori come Botticelli e Ghirlandaio lo dipingono nelle loro opere.

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