Uil: "Bene Renzi, allentare il patto di stabilità serve a dare respiro"

Il segretario della Feneal-Uil D'Anna sulla proposta del sindaco: "Occorre rilanciare subito una politica di investimenti a livello locale"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 aprile 2012 18:21
Uil:

"L’intenzione manifestata dal sindaco Renzi può andare nella giusta direzione: il patto di stabilità va allentato e modificato nel suo impianto". Questo il commento del segretario della Feneal-Uil di Firenze Ernesto D'Anna alle parole del sindaco di Firenze Matteo Renzi, che qualche giorno fa ha annunciato di essere pronto a violare il patto di stabilità. "Così come è congegnato - sottolinea D'Anna - il patto di stabilità oggi è 'cieco' e non distingue la qualità della spesa, non fa differenza tra chi investe in infrastrutture e servizi per migliorare la qualità della vita e la capacità competitiva di quel territorio e chi invece si indebita per far fronte alla spesa corrente senza che questa generi sviluppo".

Secondo il segretario della Feneal-Uil allentare la morsa del patto di stabilità "darebbe respiro all'edilizia". "Il settore delle costruzioni, per le sue caratteristiche e per la sua centralità, è un banco di prova decisivo per determinare un cambiamento di rotta in grado di garantire la ripresa dello sviluppo equo e sostenibile di Firenze del paese tutto. Occorre rilanciare immediatamente una politica di investimenti, che parta dal governo centrale ma che veda protagonisti anche i vari livelli di governo locale, in grado di colmare il deficit infrastrutturale e ambientale della Toscana nel suo insieme ma anche di Firenze e della sua provincia". "Il settore delle costruzioni - aggiunge D'Anna - per lungo periodo ha garantito il mantenimento dei livelli occupazionali e produzione di Pil, nella provincia di Firenze, mentre altri settori produttivi incominciavano ad espellere manodopera e contraevano fatturato.

Oggi, anche per effetto del patto di stabilità, è tra i settori più colpiti dalla crisi; dal 2009 al 2011 gli addetti del comparto delle costruzioni sono calati del 20% circa e 4000 edili hanno perso il posto di lavoro, nel silenzio assordante delle istituzioni e della politica. Lo sblocco selettivo del patto di stabilità per opere finalizzate alla difesa del territorio dal rischio idrogeologico e sismico, al recupero e messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico anche in chiave di risparmio energetico ed eco- compatibile, a piani dì recupero urbano e dì valorizzazione dei beni culturali crea lavoro, rimette in movimento l’economia reale crea prospettive migliori per le giovani generazioni".

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