6 fiorentini su 10 litigano per il parcheggio. Per i ciclisti servono più piste

Tra i parcheggi che irritano maggiormente i fiorentini, troviamo al primo posto l’occupazione di spazi riservati ai disabili (59%), seguito dalle soste in doppia fila (56%). I fiorentini che usano la bicicletta chiedono più piste ciclabili

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 aprile 2012 22:28
6 fiorentini su 10 litigano per il parcheggio. Per i ciclisti servono più piste

Problemi per un parcheggio? Per chi abita nelle grandi città è una situazione abbastanza comune purtroppo, visto il numero esiguo di parcheggi disponibili, ma anche per colpa del malcostume degli automobilisti. Un’indagine del Centro Studi e Documentazione Direct Line, la più grande compagnia di assicurazione on line, rileva che quasi 6 fiorentini su 10 (55%) litigano per il parcheggio: le motivazioni sono tra le più disparate, ma quella che scatena più discussioni è indubbiamente la maleducazione di chi lascia per più di mezz’ora la propria auto in doppia fila bloccando ogni uscita (64%).

Al secondo posto di questa particolare classifica troviamo coloro che si scagliano contro i pedoni che occupano un posto per far parcheggiare un amico (31%). Il 30% confessa di averle cantate chiare a un automobilista che ha parcheggiato occupando due posti disponibili. Ci sono poi parcheggi che anche se non ci coinvolgono in prima persona sono fastidiosi e irritano per la maleducazione di chi li effettua: il 59% degli intervistati si indigna per chi parcheggia nelle aree riservate ai portatori di handicap, il 56% non sopporta chi lascia la macchina in seconda fila, e il 51% è infastidito da chi con la propria auto in sosta sul marciapiedi non permette ai pedoni di camminare liberamente. Al malcostume che porta a parcheggiare in modo selvaggio e scorretto sono molti i fiorentini che porrebbero rimedio con pene più severe di quelle attualmente in vigore.

Dallo studio Direct Line si evince che il 34% degli intervistati inasprirebbe le multe rendendole più salate, mentre il 28% farebbe rimuovere dal carroattrezzi tutte le auto parcheggiate scorrettamente. C’è chi poi pensa che decurtare punti dalla patente sia la soluzione ottimale (13%), chi senza alcuna indulgenza consiglia come pena la condanna a scontare una settimana di servizio civile come ausiliario del traffico (13%) e chi, più severamente, propone il sequestro conservativo dell’auto per due settimane (12%). A questi dati si aggiungono quelli di una ricerca internazionale di Direct Line secondo cui il 10% degli intervistati ammette di difendere il proprio posto auto ad ogni costo, utilizzando addirittura bidoni della spazzatura o coni di plastica per riservare il proprio parcheggio, mentre il 58% si irrita se trova il posto auto sotto casa occupato: addirittura il 27% è convinto che questo spazio, anche se pubblico, gli spetti di diritto.

Su una cosa però 1 intervistato su 2 (49%) conviene: la situazione dei parcheggi è drasticamente peggiorata negli ultimi cinque anni. ‘Sappiamo bene che il problema del parcheggio è molto sentito, soprattutto nelle grandi città italiane. – commenta Barbara Panzeri, Direttore Marketing Direct Line – In ogni caso raccomandiamo di parcheggiare sempre in modo responsabile, rispettando non solo il codice della strada ma anche alcune regole di buona educazione: ricordiamoci ad esempio che parcheggiare in seconda fila può essere molto pericoloso per i pedoni, per i ciclisti e per chi guida.

Parcheggiare non deve diventare una guerra e i comportamenti virtuosi alla guida, d’altronde, premiano sempre in termini di sicurezza e minori costi sociali.’ Per chi vuole evitare stress da parcheggio o da traffic la soluzione sarebbe quella di usare la bicicletta. Che non sono poche nelle nostre città. 25 milioni: tante sono le biciclette che circolano sulle strade delle nostre città. Un’ottima notizia per chi spera in città più vivibili. Negli ultimi anni infatti la due ruote sta diventando il mezzo più utilizzato dalle persone per muoversi nel caos cittadino, per restare in forma e soprattutto per dare sollievo al portafogli sotto stress per il caro benzina.

Ma Firenze è pronta ad affrontare questo passo? Attraverso una ricerca realizzata da Nextplora, Linear Assicurazioni, la compagnia on line del gruppo Unipol, ha chiesto ai gigliati il loro parere sull’uso della bicicletta nella loro città. Ben 3 fiorentini su 10 esprimono la stessa necessità, avere più piste ciclabili a disposizione. A Firenze ce ne sono 60 km in totale, ancora poche se paragonate alle 600 di Hannover o alle 190 di Modena. Altro grande problema riscontrato dagli intervistati riguarda la difficoltà di circolazione sulle strade del capoluogo toscano: per il 25% nessuna zona della città è in grado di facilitare l’accesso alle bici, il 37% ritiene che solo le strade del centro siano adatte alle due ruote, mentre solo per il 10% si può circolare facilmente in ogni zona.

Il boom dell’uso della bicicletta, purtroppo, non va di pari passo con la sicurezza: il rischio medio di mortalità per un ciclista fiorentino è 3,52% mentre nel bel Paese la media è di 1,92%, comunque più del doppio (0,77%) rispetto a chi va in auto e 6 volte più alto (0,31%) di chi sceglie l’autobus. Oltre a strade inadatte, il ciclista gigliato deve far fronte anche ad altri problemi. Ogni giorno deve infatti affrontare le ire degli automobilisti, che spesso mal sopportano la presenza delle due ruote: ben il 63% degli automobilisti del capoluogo toscano non sopporta che circolino sempre in mezzo alla strada, mentre per un 73% non prestano attenzione e sbucano senza guardare.

Il 48% degli intervistati fa notare che spesso i ciclisti non usano segnalatori come faretti o catarifrangente durante le ore notturne, infine il 29% punta il dito sul loro cambio improvviso di direzione, che minaccia la sicurezza sulle strade. “Serve più disciplina e più sicurezza in generale da parte di tutti”, commenta Lucio Cecchinello, ex pilota di MotoGP e attuale Team Manager della squadra LCR, con cui Linear sta sviluppando un progetto sulla sicurezza quando siamo al volante, “anche da parte dei ciclisti, se pensiamo che ogni anno nel nostro Paese si producono 1,8 milioni di biciclette ma si vendono solo 300mila caschetti; fortunatamente di questi ben il 70% viene acquistato da un minorenne, un buon punto di partenza che fa ben sperare per il futuro”.

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