Negozio Armani di Firenze, Cgil: ''Licenziata perché ammalata''

“La Sensibilità aziendale a corrente alternata" denuncia il sindacato cittadino. Venerdì un Flash Mob davanti all'INPS

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 febbraio 2012 15:14
Negozio Armani di Firenze, Cgil: ''Licenziata perché ammalata''

Questi sono giorni, in cui si parla insistentemente della riforma del mercato del lavoro e della possibile abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori o della sua modifica e “manutenzione”. Si è arrivati, addirittura a sostenere che i sindacati difendono i fannulloni e i ladri. Ma che dire di quello che sarebbe successo in un negozio Armani a Firenze? "Questa azienda ha recentemente “aiutato” i propri dipendenti con 1000 euro per difendersi dalla crisi e ha regalato a ciascun dipendente per natale un orologio, si dice, per premiarli del loro impegno.

Una lavoratrice, sicuramente, al posto di questi “doni” , avrebbe preferito mantenere il proprio posto di lavoro" spiegano dalla Camera del Lavoro di Borgo de' Greci. "Si, perché dopo anni passati in azienda, dopo aver superato un tumore, che l’aveva colpita e dopo un bruttissimo incidente che l’aveva ricoperta di gravi ustioni costringendola a passare mesi a casa per guarire, si aspettava un trattamento migliore della lettera di licenziamento. Licenziamento motivato, così è scritto nella lettera, per aver superato di ben 10 giorni i famosi 180 giorni previsti dalla normativa, ma non poteva essere avvertita ed essere informata? Come fa la maggior parte delle aziende in questi casi della possibile aspettativa, di cui poteva usufruire o avvalersi delle ferie o permessi che aveva in abbondanza. La ragazza è rientrata al lavoro, ma dopo solo due giorni, ha dovuto ricorrere al pronto soccorso e al riposo forzato rischiando una pericolosa infezione". L’assemblea dei lavoratori ha manifestato sorpresa e forte preoccupazione per questo fatto.

"Come sindacato chiederemo ad Armani, di ritornare sulle proprie decisioni, sicuri che in questo caso non faremo gli interessi di una fannullona o peggio di una ladra" conclude la Filcams CGIL di Firenze Ormai tutti gli istituti di statistica, non ultimo l’Istat, scattano una fotografia impietosa del nostro paese. Abbiamo il record di disoccupazione giovanile che ormai conta oltre 30% dei giovani, i rapporti di lavoro avviati vedono oltre tre milioni di precari e se si aggiungono le finte partite iva e i finti lavoratori autonomi l’occupazione precaria giovanile sale al 50%. Le organizzazioni sindacali attendono una riforma che affronti questi problemi, una riforma che ridia dignità al lavoro, che permetta di investire sulle giovani generazioni e che metta al centro la conoscenza. "Vogliamo una riforma che sfoltisca la giungla di contratti precari e se non vere e proprie truffe che vengono utilizzati per abbattere il costo del lavoro.

Quello che non vogliamo è essere strumentalizzati e usati come cavallo di troia per togliere diritti a chi è già dentro il mondo del lavoro. Non ci stiamo!" "Noi che non abbiamo mai visto l'art 18 e cominciamo a guardare con invidia la copertina di "generazione mille euro. Noi pensiamo che si debba tornare a parlare di precarietà e quindi di come creare nuovi posti di lavoro stabili e non di come licenziare le persone" così dichiara in una nota il “Comitato 9 Aprile- il nostro tempo è adesso” (Arci firenze, Csx – centro sinistra per l’università, Giovnai Comunisti, Giovani democratici, Giovani non + disposti a tutto - CGIL, Nidil – CGIL, Sinistra Ecologia e Libertà, Sinistra Universitaria –UDU, Spritz)

Venerdì 24 febbraio, alle ore 11, presso la sede dell’inps di Firenze, in Viale Belfiore vi sarà un flash mob per presentare proposte e iniziative.

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