Carabinieri aggrediti: il Tribunale conferma i sequestri

Uno dei due è ancora oggi in coma

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 ottobre 2011 20:58
Carabinieri aggrediti: il Tribunale conferma i sequestri

Il Tribunale di Grosseto accoglie le tesi dell'avvocato Paolo Bastianini dello studio legale Antichi, Bastianini, Leporatti e Associati di Grosseto, difensore di Domenico Marino e di Antonio Santarelli, i due carabinieri aggrediti nella mattina del 25 aprile 2011 nei pressi di Sorano, in provincia di Grosseto, da quattro ragazzi reduci da un rave party, conferma il sequestro per 500.000 euro in favore del primo e concede un sequestro per 2.500.000 euro per il secondo. I giovani, tre minori e un maggiorenne, avevano massacrato sia Marino, ricoverato al policlinico senese delle Scotte con grave trauma oculare e nasale, sia il suo collega Antonio Santarelli, ridotto in condizioni disperate e ancora oggi in coma con prognosi riservata. Primo punto messo a segno dai legali era stato l'ottenimento - con decreto inaudita altera parte nel maggio scorso - del sequestro conservativo dei beni mobili e immobili e dei crediti fino a 500mila euro degli indagati e, per i tre minorenni, delle loro famiglie in favore di Marino.

Ora - con ordinanze del 22 - 24 ottobre 2011 (che si allegano) arriva, grazie ad una circostanziata ricostruzione dei fatti e delle responsabilità degli aggressori, la conferma in contraddittorio con la difesa dei convenuti del primo sequestro e l'emissione di altro sequestro per due milioni e mezzo di euro in favore del Santarelli, in considerazione della gravità delle sue condizioni. I sequestri conservativi sono tesi a garantire alle vittime, da qui all'emissione della sentenza, il risarcimento del danno da parte dei quattro giovani e dei responsabili civili.

«Fatti di questa gravità - commentano gli avvocati del team Antichi, Bastianini, Leporatti e Associati - meritano non solo le pene comminate dal Codice Penale da parte dello Stato, ma anche il risarcimento della vittima in sede civile. In particolare quando ne restano vittime servitori dello Stato nell'esercizio del loro dovere".

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