Sabato 'ingresso libero' a Sollicciano per l'asta d'arte di Telefono Azzurro

I quadri di alcuni noti pittori toscani per Telefono Azzurro. Accadrà sabato prossimo, dalle 14 alle 18 nel Giardino degli Incontri del carcere di Sollicciano. L'asta benefica per completare la ludoteca del carcere

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 ottobre 2011 15:47
Sabato 'ingresso libero' a Sollicciano per l'asta d'arte di Telefono Azzurro

Sabato Sollicciano ad 'ingresso libero'. Hanno donato opere artisti toscani come Loffredo, Passavanti, Pini, Mazzoni e molti altri. Accadrà sabato prossimo, dalle 14 alle 18 nel Giardino degli Incontri del carcere di Sollicciano (la struttura ideata dall’architetto Giovanni Michelucci), dove in un’asta benefica saranno messe all’incanto oltre 100 opere di artisti come Silvio Loffredo, Mario Passavanti, Giuliano Pini, Piero Mazzoni, Serena Tani, Angelo Vadalà, Annamaria Maremmi, Piero Viti, Marcello Fantoni e altri ancora: i proventi serviranno a completare la ludoteca che ospiterà i figli dei detenuti.

Accanto a quelli realizzati dagli artisti professionisti ci sono anche i lavori del gruppo ‘ARTBRUT’, realizzati da alcuni pazienti dell’ospedale psichiatrico di Montelupo e quelli di alcuni professionisti che dipingono nei ritagli di tempo. L’iniziativa è stata presentata, questa mattina a Palazzo Vecchio, dall’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi, Maria Pia Giuffrida, provveditore dell'amministrazione penitenziaria, Oreste Cacurri, direttore del carcere di Sollicciano.

Erano presenti anche e Stefano Sacchetti, Filippo Cianfanelli, Pola Cecchi, Emma Mantovani e Giovanna Romagnoli del comitato organizzatore. «I figli dei detenuti in visita ai genitori - ha sottolineato l’assessore Di Giorgi – potranno giocare e godere di un contatto meno drammatico con l’ambiente carcerario. I volontari di Telefono Azzurro che ci lavorano potranno, attraverso il gioco, instaurare un rapporto di fiducia con i bambini, aiutandoli a capire l’esperienza che sta vivendo il genitore e cercando al contempo di stemperare paure e tensioni.

Servirà a rinsaldare i rapporti tra figli e padri, spesso messi a dura prova dall’esperienza del carcere». «E’ necessario che questa frattura sia meno dolorosa possibile – ha aggiunto Rosa Maria Di Giorgi – questi traumi vengono sentiti molto dai bambini. Per questo cerchiamo, con tutti i limiti del regime di carcerazione, di creare luoghi a misura di bambino».

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