Dieci aziende che si occupano di gas in una regione sono troppe?

Ieri alla Festa Democratica il dibattito 'Più energia, migliore energia. Proposte per il piano energetico nazionale'. Becattini: “Più cooperazione tra le imprese toscane del gas per non rischiare di perdere le gare future”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 settembre 2011 18:29
Dieci aziende che si occupano di gas in una regione sono troppe?

Firenze - “C’è bisogno di una maggiore spinta alla cooperazione in Toscana: 10 aziende che si occupano di gas in una regione sono troppe, si rischia di non vincere nuovamente la gara tra un paio d’anni, lasciando spazio a imprese più grosse, internazionali che non conoscono le esigenze del territorio”. Lo sostiene Lorenzo Becattini, presidente Toscana Energia, presente al dibattito “Più energia, migliore energia. Proposte per il piano energetico nazionale”: con lui anche Sergio Gatteschi, presidente dell’Agenzia Fiorentina per l’energia, Alessio Biagioli, sindaco di Calenzano, Tommaso Franci, osservatorio Energia Ref, Alessio Mugnai, segreteria Pd Firenze.

Opinione condivisa da Sergio Gatteschi, che parla di “riaggiustamenti per evitare microaziende”. Secondo Gatteschi è necessaria anche una forte spinta nel settore della ricerca e nello sviluppo di tecniche di edilizia sostenibile. A questo proposito sottolinea l’impegno della Regione nella creazione anche di posti di lavoro legati a questo settore. “La Regione Toscana finanzierà due corsi: uno sull’energia solare, finalizzato alla realizzazione di installatori solari termici e fotovoltaici, un altro per operai edili che lavorino col legno”, precisa.

“Il tessuto edilizio disperde enormi quantitativi d’energia: ci sarebbe da incentivare l’edilizia sostenibile sia da un punto di vista normativo, in vista di nuove costruzione, sia per la trasformazione di vecchi edifici, con effetti anche per quanto riguarda nuovi posti di lavoro e meno costi.- interviene Biagioli- La vera scommessa è riuscire a cambiare il sistema di distribuzione dell’energia: spesso c’è una sovrapproduzione di energia che serve solo nei momenti di picco della richiesta.

L’autoproduzione abbassa il contingente di utilizzo delle grandi reti e diminuisce la reale necessità”. “Si privilegia sempre il fotovoltaico tra le fonti rinnovabili ma bisogna prima fare un’accurata riflessione su quale sia la meno costosa e la più efficiente: dietro altre tecnologie ci sono realtà di filiera da non sottovalutare”, è invece l’opinione di Franci. www.festademocraticafirenze.it

Notizie correlate
In evidenza