San Lorenzo, tra Renzi e ambulanti è dialogo senza sconti

Il sindaco è soddisfatto della linea imposta e conferma i tagli. Gli ambulanti vedono invece "un'apertura" e si aspettano la conservazione di tutti i posti di lavoro. Qualcuno ha sbagliato tavolo?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 luglio 2011 01:03
San Lorenzo, tra Renzi e ambulanti è dialogo senza sconti

Si è tenuto l'ennesimo incontro tra le parti che dovranno risistemare San Lorenzo e dintorni, una manovra urbana che ha coinvolto a pieno titolo gli ambulanti di ogni ordine e piazza superando i meri confini del Mercato centrale. "Noi a San Lorenzo vogliamo bene - dichiara Matteo Renzi uscendo dalla sala presidiata dalla Digos che temeva alta tensione nel dialogo - pensiamo debba essere qualificato e vogliamo ragionare in modo diverso la vivibilità all'interno ed all'esterno.

Abbiamo presentato i nostri progetti spiegando che occorre migliorare la qualità anche con strutture che vendano cose belle e che non allontanino i cittadini dal quartiere. Tra una settimana presenteremo il nostro progetto e spero e credo che entro la fine dell'anno ci sia il modo di far tornare quell'area a vita piacevole e non a fare lo slalom tra bancarelle abusivi ed altro". Si, ma con gli ambulanti avete chiarito l'aspetto dei tagli? "Firenze è la città d'Italia con il più alto numero di bancarelle, sono più di 520.

Visto che scadono le licenze, entro il 31 dicembre e per i prossimi 10 anni le faremo più belle. Ne faremo meno, ma le faremo meglio. Il numero dal quale partiamo è quello che Dario Nardella ha proposto agli ambulanti. Chiaro che non vogliamo penalizzare l'ambulante bravo che da oltre trenta anni vende prodotti tipici, ma certo chi non paga le tasse non ha diritto a restare lì" Questo aspetto, il passare per "irregolari" non piace assolutamente ai commercianti che all'uscita dalla Sala Incontri dove si è tenuta la riunione, rimandano al mittente le accuse sui mancati pagamenti.

"Se non sei riuscito a farti pagare sei tu vergognoso non noi" sbotta subito un ambulante, che poi aggiusta il tiro e si augura di poter trovare un accordo con Palazzo Vecchio che comunque "ha il coltello dalla parte del manico" Alcuni ambulanti si trattengono nei corridoi di Palazzo Vecchio e dai discorsi trapela una certa rinnovata fiducia. E' andata bene? "Sì, meglio delle altre volte. Adesso speriamo di poter arrivare ad un accordo" Quindi niente tagli, niente rivoluzione? "A volte si fanno delle dichiarazioni eccessive, si danno dei numeri senza pensarci.

Ora siamo al tavolo e ne stiamo parlando, i numeri fatti fino ad ora non contano". Ma a farli è stato il vice sindaco con delega alle Attività produttive, insomma, uno che ha voce in capitolo. "Non conta" commentano in coro. C'è una certa divergenza sulle parole del sindaco e quel che è arrivato agli ambulanti. A tratti sembra che si siano seduti su tavoli diversi. Il sindaco conferma i tagli e le parole di Nardella, per gli ambulanti si prospettano invece altre soluzioni con la conservazione del numero dei posti di lavoro. Fraintendimento? Possibilità che qualcuno dei presenti abbia ascoltato solo ciò che ''l'orecchio da mercante'' ha voluto sentire? A fare chiarezza è il portavoce degli ambulanti e rappresentante di CNA: "Il sindaco ha fatto un'apertura.

Ha detto che si interverrà sul restyling, il 25 si parlerà del parcheggio e di alcuni rifacimenti, mentre il 26 luglio si parlerà nuovamente al tavolo per capire come ridefinire il mercato. Qualsiasi altra illazione è pretestuosa. Se si fa una concertazione si parte a 360°, noi abbiamo presentato tre progetti e quindi siamo concordi con l'idea di ridisegnare il mercato. Abbiamo ribadito che vogliamo mantenere tutti i posti di lavoro, se poi i banchi verranno ridotti o sistemati in altro modo, questo non lo so, banchi, autorizzazioni e posti di lavoro non si toccano".

I volti di alcuni sono rilassati, mentre altri prendono d'assalto il consigliere dell'opposizione Marco Stella, presente per una conferenza indetta sulla Tassa di scopo, per capire cosa possano fare per tutelare i propri interessi in gioco dicendosi più che preoccupati per il lavoro che al momento è bloccato dall'oscuro presagio della chiusura a fine anno. Ant. Len.

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