Scambio di accuse tra Rossi e il Pdl

Mentre alla Camera si va verso la seduta notturna, oggi in Toscana un botta e risposta fra i parlamentari regionali del Pdl e il governatore Rossi che dichiara: “Parlamentari Pdl confondono prescrizione del reato con durata del procedimento”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 aprile 2011 20:06
Scambio di accuse tra Rossi e il Pdl

Firenze - “I parlamentari toscani del Pdl tentano di alzare una cortina fumogen a sul cosiddetto processo breve confondendo la prescrizione del reato con la durata del procedimento”. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, risponde così al comunicato stampa diffuso dai parlamentari del Pdl, che polemizza con la proposta di Rossi di non porre limiti temporali ai procedimenti che riguardano i reati di disastro colposo da cui siano derivate la morte o le lesioni delle vittime. “La vergognosa strumentalizzazione che il Partito democratico toscano e nazionale sta mettendo in atto sul provvedimento all’esame della Camera dei Deputati avente ad oggetto 'Misure contro la durata indeterminata dei processi' non si ferma neanche di fronte alla tragedia ferroviaria di Viareggio – si legge in una nota diffusa dai parlamentari toscani del Pdl -.

Il presidente Rossi, il senatore Marcucci, il Partito democratico hanno probabilmente intenzione di usare come 'scudi umani' gli incolpevoli comitati dei familiari delle vittime, chiamati alla mobilitazione sulla base di false valutazioni sugli effetti del provvedimento”.“Allo stato la prescrizione per il reato di 'disastro ferroviario colposo' passerebbe da 25 anni a 23 anni e 4 mesi, il che significa che la prescrizione scatterebbe nel 2032 – si legge nella nota del Pdl -. Una modestissima riduzione che non giustifica minimamente la levata di scudi del Pd, a meno che il presidente Rossi e i suoi colleghi di partito non considerino normale e auspicabile una definizione del processo nell’arco di cinque lustri.

Come parlamentari toscani del Popolo della Libertà siamo responsabilmente impegnati nell’esame di un provvedimento che mira a dare tempi certi a chi, come i familiari delle vittime, attende giustizia, e vigileremo affinché sulla tragedia del 29 giugno 2009 non si spengano i riflettori e non si rallenti l’accertamento della verità. Invitiamo quindi tutte le persone direttamente o indirettamente coinvolte a rifiutare ogni tentativo di strumentalizzazione di parte. Invitiamo altresì il presidente Rossi ad occuparsi del governo della regione Toscana, fatto questo che troppo spesso trascura, e a confidare sul lavoro dei parlamentari del suo partito, che ci paiono giù sufficientemente impegnati sul tema”. “E' infatti innegabile – ha precisato Rossi – che, se passa il provvedimento del Governo, i processi non potranno durare più di 3 o in alcuni casi 4 anni.

E quello per la strage di Viareggio potrebbe anche superare questi termini, vista la complessità delle implicazioni. La domanda che pongo ai parlamentari del Pdl è: se il vostro obiettivo è di garantire l'accertamento della verità e giustizia per vittime e familiari, è davvero tanto difficile introdurre due righe di salvaguardia, a garanzia che non si pongano limiti di tempo per alcuni procedimenti?” Secondo il presidente Rossi di fronte a tragedie come quelle di Viareggio o del Moby Prince non si devono opporre né polemiche politiche, né polveroni. “Quanto al presunto uso dei familiari come scudi umani – conclude Enrico Rossi – lo ritengo un offensivo scivolone nei loro confronti, una caduta di stile che dimostra come i parlamentari toscani del Pdl non leggano né i giornali né le dichiarazioni delle associazioni dei familiari delle vittime.

Altrimenti avrebbero evitato di difendere l'indifendibile processo breve”.

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