Prende il via il progetto con le scuole fiorentine ‘Arno, un fiume per amico’

Una serie di visite sulle rive dell’Arno, sui ponti di Firenze, al Parco delle Cascine, con laboratori didattici per i più grandi e perfino una “caccia al tesoro” per i più piccoli, per individuare le targhe che ricordano le 8 disastrose alluvioni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 febbraio 2011 15:26
Prende il via il progetto con le scuole fiorentine ‘Arno, un fiume per amico’

È così che oltre 500 ragazzi delle scuole fiorentine potranno partecipare ad un progetto nato da una collaborazione tra Autorità di bacino dell’Arno e assessorato all’educazione. L’iniziativa si chiama "Arno un fiume per amico" e rientra ne "Le Chiavi della Città", il programma realizzato dall’ufficio ‘interventi educativi e scambi culturali dell’assessorato, che comprende progetti e percorsi formativi per le scuole. L’obiettivo è quello di valorizzare e diffondere la cultura del fiume all’interno delle scuole.

Il viaggio con il nuovo amico, differenziato per fasce di età, prenderà il via con un percorso finalizzato a scoprire la storia, l’ambiente del fiume e i suoi ‘abitanti’. «I ragazzi – ha sottolineato Gaia Checcucci, Segretario generale dell’Autorità di bacino – potranno conoscere le opere di difesa dalle alluvioni realizzate dai fiorentini in più di mille anni di storia e gli interventi, pianificati dall’Autorità di bacino, per mettere in sicurezza il fiume, la cui realizzazione è prevista nell’arco di questo decennio.

Per questo agli studenti si mostrerà il legame esistente fra interventi di sicurezza idraulica, tessuto urbano e tutela dell’ambiente, grazie alla realizzazione delle future casse di espansione lungo il fiume Arno, interventi funzionali alla riduzione del rischio alluvioni. Sarà illustrata – ha aggiunto Gaia Checcucci - l’attività di controllo che l’Autorità di bacino esercita affinché nel fiume vi sia il quantitativo minimo di acqua in grado di garantirne la naturale integrità ecologica e la tutela della vita acquatica, nonché la salvaguardia delle diverse popolazioni che vivono in quello stesso ambiente naturale».

Per rendersi conto dell’importanza dell’ecosistema Arno e del rapporto uomo-ambiente fluviale, ci soffermeremo sulle principali caratteristiche del quarto fiume italiano. Gli studenti percorreranno alcuni tratti, anche piste ciclabili, lungo le rive e visiteranno antichi manufatti idraulici per il controllo del flusso di acqua. «Il progetto si propone di avvicinare i ragazzi a temi importanti per la salvaguardia dell’ambiente – ha spiegato l’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi - renderli consapevoli che le azioni sul territorio producono significative trasformazioni.

Si vuole abituare gli studenti all’osservazione della propria realtà ambientale e, in particolare, del territorio fiorentino, in modo da poter comprendere i mutamenti del fiume anche attraverso l’azione del tempo e dell’agire dell’uomo. Seguirà l’osservazione sui cambiamenti che hanno riguardato il fiume: tra questi sarà interessante raccontare i mestieri legati all’Arno, nonché i luoghi dove era svolta la florida attività mercantile della Firenze dei secoli passati». Altro obiettivo del progetto è quello di accrescere nei ragazzi la consapevolezza di far parte di un insieme naturale di cui non sono solo i fruitori, mai i protagonisti coinvolti direttamente nel miglioramento dell’habitat fluviale.

Per i più piccoli verrà organizzata una “caccia al tesoro” per individuare le targhe delle alluvioni nel centro storico, mentre per gli altri un concorso fotografico sui ponti di Firenze. Al termine, le immagini realizzate saranno pubblicate sul sito dell’Autorità di bacino: www.adbarno.it. L'assessore Di Giorgi interviene anche sulle parole spese dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sulla scuola pubblica: «E' avvilente sentire il Presidente del consiglio offendere chi lavora con dedizione in condizioni rese sempre più difficili da quello stesso Governo che lui presiede». «Ogni giorno - ha aggiunto l'assessore all'educazione - gli insegnanti della scuola pubblica cercano di farne un luogo nel quale ciascuno si possa sentire a proprio agio, perché la democrazia non sia una materia, ma un'esperienza.

A differenza di quello che pensa l'onorevole Berlusconi gli studenti sono i primi a pagare il pegno di una politica scolastica dissennata, selettiva, avara di risorse». «Invece di offendere - ha sottolineato Rosa Maria Di Giorgi - il Presidente consiglio dovrebbe interrogarsi su come sarà diventata la scuola pubblica tra qualche anno. Sarà migliore, con studenti e insegnanti più motivati? La meritocrazia farà il suo ingresso come auspicato dal ministro Gelmini? Gli edifici scolastici saranno effettivamente messi in condizioni di sicurezza? Gli asili nido arriveranno ad accogliere la soglia minima del 30 per cento come l'Europa ci chiede da anni? La scuola primaria a tempo pieno nel Sud del Paese riuscirà a coinvolgere, come in Lombardia, il 35 per cento, degli studenti e non meno del 10 come accade oggi? La scuola avrà attivato quei percorsi virtuosi di integrazione per i bambini immigrati? Che cosa sarà accaduto agli alunni disabili che sono già da qualche anno costretti in classi affollate, con più studenti disabili per classe e senza insegnanti di sostegno specializzati?». «Le domande potrebbero continuare - ha proseguito l'assessore Di Giorgi - ma è bene anche ricordare il dramma, perché di questo si tratta, delle decine di migliaia di insegnanti precari condannati alla disoccupazione o alla sottoccupazione a vita.

Questi temi sembrano essersi scomparsi dall'agenda del Governo in carica». «I toni usati dal premier - ha concluso Rosa Maria Di Giorgi - sono poi molti distanti dal clima di profonda collaborazione che si respira tra scuola pubblica e scuola paritaria nei vari territori. Solo un premier che cerca consensi elettorali con frasi e offese gratuite può contrapporre scuola pubblica a scuola privata. Ma è bene ricordare che il ruolo spesso prezioso delle scuole non statali non può certo sostituire l'architrave del nostro sistema scolastico.

Con la scuola pubblica non vogliamo “inculcare” qualcosa a qualcuno, come sostiene l'onorevole Berlusconi, ma solo far crescere i nostri giovani e garantire a tutti la possibilità di fare valere i propri meriti e potersi affermare nella società».

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