Cinema: Mammuth

Depardieu on the road nella Francia profonda

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 ottobre 2010 23:33
Cinema: Mammuth

Mammuth è un film divertente e bizzarro in linea con la precedente opera dei registi Benoit Delephine e Gustave Kerven, il grottesco “Louise-Michel”. Il film presentato in anteprima a France Odeon, sarà nelle sale il prossimo 29 ottobre e si annuncia come una commedia agrodolce di successo. E' una storia di un uomo qualunque in un momento particolare della vita quale l'uscita dal lavoro. Serge Pilardosse(Gerard Depardieu) operaio in una macelleria compie sessanta anni e decide di andare in pensione.

E' stato uno scrupoloso lavoratore dall'età di 16 anni e vorrebbe godersi il meritato riposo. Purtroppo si imbatte nella burocrazia e scopre di non poter avere la pensione, perchè alcuni datori di lavoro hanno omesso di versargli i contributi. L'unica soluzione è quella di far visita a tutti i vecchi datori di lavoro e chiedere le dichiarazioni mancanti. Incoraggiato dalla moglie, il nostro eroe monta sulla sua vecchia moto degli anni Settanta, una Mammuth, da cui prende il soprannome, e parte.

Torna nei luoghi della sua adolescenza, in un viaggio che lo riporta da vecchi datori di lavoro, amici e parenti perduti. È durante questo viaggio che si accorge che la gente lo ha sempre considerato uno stupido. Attanagliato dal dubbio e allucinato dalle apparizioni di Yasmine, il suo primo amore, morta in un drammatico incidente motociclistico, il compito di recuperare i documenti mancanti appare, poco a poco, futile e inutile. In questo vagare on the road nella provincia francese, attraverso episodi e incontri di ordinaria bizzarria, il protagonista compie un viaggio che nell'apparente insuccesso pratico, diviene un modo per ritrovare se stesso.

Nell'incontro con la nipotina quasi sconosciuta ritrova la voglia di ricominciare a vivere. Aveva imboccato una linea d'ombra e stava entrando nella depressione di un uomo assolutamente incapace di vivere senza il lavoro. Adesso decide di ricominciare a vivere e a completare quegli studi interrotti e mai amati per non essere quell'imbecille incolto come si è sentito definire spesso da amici e conoscenti. Straordinaria l'interpretazione di Depardieu, uomo “socialmente disabile” in una società moderna fuori dalla sua portata. "Gérard si è immedesimato molto nel personaggio di Serge Pilardosse e per noi è stato un dono dal cielo" ha dichiarato il regista Kervern "È stato calmo, concentrato e non ha bevuto per tutte e quattro le settimane di ripresa del film.

Siamo stati molto fortunati. Ha accettato l'incarico pur sapendo che sarebbe stato pagato solo con gli eventuali incassi e ci ha permesso di ritrarlo, ogni qual volta era necessario, nella sua immensa e strabordante mole. Forse lo ha fatto perché si è fidato della nostra determinazione o forse perché la figura di Serge gli ricordava molto quella di suo padre, un "comunista che non sapeva leggere né scrivere e che trascorreva le notti a creare stivali di metallo”.Depardieu si è molto ispirato alla figura del padre: ci ha indotto a cambiare le parti della sceneggiatura che prevedevano alcuni suoi sfoghi rabbiosi perché ripeteva che suo padre era un non-violento".

Il film è una denuncia velata delle condizioni di lavoro in un paese che invecchia e della debole speranza che rimane ai giovani. Da rilevare l'ottima interpretazione di Yolande Moreau, Isabelle Adjani e Miss Ming ed una fotografia dai colori saturi, quasi un bianco e nero a colori, che regala un'atmosfera nostalgica, sognante eppur “ vera” alle immagini. Alessandro Lazzeri

Notizie correlate
In evidenza