Dieci Comuni in rivolta per i tagli del personale scolastico

Sono: Bagno a Ripoli, Barberino Val d’Elsa, Figline Valdarno, Greve in Chianti, Impruneta, Incisa Valdarno, Reggello, Rignano sull’Arno, San Casciano in Val di Pesa e Tavarnelle Val di Pesa.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 maggio 2010 16:02
Dieci Comuni in rivolta per i tagli del personale scolastico

All’indomani della visione degli organici del personale scolastico 2010-2011, i dieci assessori alla Pubblica Istruzione dei Comuni di Bagno a Ripoli, Barberino Val d’Elsa, Figline Valdarno, Greve in Chianti, Impruneta, Incisa Valdarno, Reggello, Rignano sull’Arno, San Casciano in Val di Pesa, Tavarnelle Val di Pesa, riuniti al tavolo della conferenza Sindaci Istruzione, Formazione e Lavoro a Bagno a Ripoli, dichiarano in maniera congiunta: “Gli enti locali non possono sostituirsi, nei compiti e nelle competenze, al Governo e al Ministero all’Istruzione.

Ai cittadini deve essere chiaro che, mentre i Comuni sono tenuti a realizzare le scuole, le infrastrutture e la gestione ordinaria, il Governo deve garantire la presenza dei docenti e l’apertura delle strutture scolastiche in modo adeguato alle domande dei cittadini. Laddove questi aspetti sono carenti tanto da divenire problematiche di difficile risoluzione i Comuni intervengono, impiegando nella maggior parte dei casi sforzi non indifferenti sul piano economico. Ma non è di loro competenza.

Ribadiamo la necessità di far comprendere questo concetto ai cittadini. Gli enti locali continuano a chiedere allo Stato di assolvere ai propri compiti, di assumersi le proprie responsabilità occupandosi delle effettive necessità della popolazione scolastica di cui nei nostri territori registriamo peraltro una crescita costante e graduale”. “Saranno gravissime - rilevano gli assessori - le conseguenze cui andremo incontro il prossimo anno. Facciamo alcuni esempi. Le maggiori ripercussioni investiranno i bambini iscritti ai nostri nidi che non potranno avere continuità nel loro percorso educativo.

Ovvero gli sarà negata ingiustamente la possibilità di frequentare la scuola per l’infanzia a causa dell’insufficiente copertura in termini di personale scolastico. Nel caso di Tavarnelle e Barberino il rischio di perdere un’intera sezione della scuola per l’infanzia è più che realistico. Un altro effetto drammatico dai tagli è l’impossibilità per i ragazzi con problemi di essere supportati dal personale di sostegno. Per non parlare della riduzione delle ore del tempo pieno. A causa di questa incomprensibile limitazione le famiglie dei nostri territori si troveranno a gestire in maniera completamente diversa l’organizzazione familiare in rapporto al tempo scuola”. “Chiediamo ai cittadini - proseguono gli amministratori - di sostenere e affiancare le nostre proteste rivolgendole all’unico vero responsabile di questa grave situazione di criticità: lo Stato che, nonostante tutto, continua ad essere latitante, ad abdicare ai propri doveri istituzionali.

I tagli apportati nell’istituzione scolastica si delineano come una mera riduzione del personale scolastico ma si rivelano sempre più pericolosi per il fondamentale ruolo educativo e formativo della scuola, chiamando in causa ancor più direttamente gli enti locali. Il nostro ruolo è certamente importante nel sostenere la qualità dell’insegnamento e cerchiamo di svolgerlo al meglio effettuando interventi didattici integrativi o percorsi di tipo sociale e di integrazione, ma non deve e non può sostituirsi alla scuola.

Il nostro impegno non si limita a condividere intenti politici ma ad individuare soluzioni condivise che diano risposte a problematiche complesse; soluzioni basate su precise progettualità con le quali intendiamo affrontare non tanto le esigenze del momento ma le criticità, comuni ai nostri territori, che esigono una visione ampia e futura dei bisogni relativi alla scuola e alle famiglie". “Ci teniamo a precisare – concludono gli assessori – che con questa comunicazione prende avvio un percorso comune, uno strumento di confronto che riunisce intorno allo stesso tavolo dieci amministrazioni pubbliche.

Il nostro obiettivo è quello di incontrarsi in modo non occasionale ma sistematico per analizzare e affrontare le delicate questioni che rendono sempre più legati tra loro i nostri territori e, se necessario, alzare la voce sulle tante problematiche che, nostro malgrado, impoveriscono i servizi e la qualità della vita”.

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