Zubin Mehta e lavoratori Teatro Comunale suonano per protesta

L'Inno di Mameli e il Va' pensiero di Verdi suonati in piazza contro il d.l. di riforma delle fondazioni liriche

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 aprile 2010 22:24
Zubin Mehta e lavoratori Teatro Comunale suonano per protesta

Mai come quest'anno il Maggio fiorentino parte sotto un fuoco di problemi sul campo: alla vigilia del Festival più antico d'Italia, giunto alla sua 73ª edizione, l'aria del 'Va' pensiero' e l'Inno di Mameli suonati in piazza della Signoria dal coro e dall'orchestra del Maggio per protesta contro il dl di riforma delle fondazioni. Oggi circa 300 lavoratori del Teatro Comunale hanno attraversato le strade e le piazze di Firenze con tanto di strumenti musicali. Un contrabbasso, chiuso nella custodia, portato in spalla da quattro uomini, come se fosse una bara, sulle note di una marcia funebre. "Il decreto sulle fondazioni lirico sinfoniche, pur senza riferimenti diretti alla Scala di Milano e alla Accademia di Santa Cecilia, prevede comunque l'adozione di misure che consentiranno l'autonomia alle due istituzioni musicali, penalizzando così il Maggio Musicale Fiorentino.

E' necessaria una riforma condivisa che curi i tanti problemi del settore e non un'iniezione letale, come rischia di essere il provvedimento del governo". Lo scrive in un'interrogazione urgente al ministro Bondi il senatore democratico Andrea Marcucci segretario della commissione cultura a Palazzo Madama. "Si risparmia davvero denaro pubblico penalizzando il più antico e celebre Festival Musicale italiano dopo aver approvato il nuovo importante Parco della Musica, una delle opere più rilevanti per le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità?"- si chiede il parlamentare.

Nell'interrogazione Marcucci denuncia anche "il blocco del turn over e lo spostamento dell'età pensionabile dei ballerini che rischiano di far perdere alla Fondazione competitività internazionale e qualità di produzione. Al governo chiedo che sia possibile, nella fase di conversione in legge del decreto, di coinvolgere sindaci, soprintendenti e sindacati per arrivare ad una riforma che curi i problemi della lirica e non sia invece una sorta di iniezione letale come rischia di essere il provvedimento approvato lo scorso 16 aprile"

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