Capelli bianchi in testa, senza eredi e con poco tempo per il web

Dopo 52 anni dal primo censimento, una mappatura completa del settore grazie a uno studio della Fondazione di Firenze per l’Artigianato Artistico e della Camera di Commercio di Firenze.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 febbraio 2010 18:27
Capelli bianchi in testa, senza eredi e con poco tempo per il web

Sono 1.317 gli artigiani artistici della provincia, concentrati per il 49% sul territorio comunale di Firenze. Per gran parte si tratta di aziende individuali, fino a un massimo di tre addetti, il cui titolare ha generalmente un’età avanzata, tra i 49 e i 58 anni (solo il 3% ha sotto i 30 anni), con un titolo di studio attinente al lavoro svolto. Un’attività su due è stata fondata tra il 1990 e il 2009 ed è di prima generazione. Per farsi conoscere e comunicare con i clienti oltre il 60% delle aziende utilizza generalmente la posta elettronica, mentre meno diffuso è lo strumento del sito web (39,26%), specie nei settori dell’abbigliamento, restauro, tappezzeria e metalli.

Questo il profilo dell’impresa artigianale artistica che emerge dal 1° Repertorio sui mestieri d’arte della Provincia di Firenze, realizzato dalla Fondazione di Firenze per l’Artigianato Artistico, in compartecipazione con la Camera di Commercio di Firenze. L’indagine, a cura di Franco Vichi, direttore della Fondazione di Firenze per l’Artigianato Artistico, fornisce la mappatura completa e la classificazione delle attività dell’artigianato artistico che sono sul nostro territorio.

Un censimento che screma il settore da tutte quelle imprese, come parrucchieri, barbieri, attività alimentari, servizi alla persona, che, secondo il DPR 288/01 rientrano invece tra le lavorazioni ‘artistiche’ del nostro Paese. Il primo progetto di Repertorio delle botteghe dell’artigianato artistico risale, infatti, al 1958: si tratta di una pubblicazione, in 4 lingue – italiano, inglese, francese e spagnolo – che fornisce un elenco degli artigiani nella nostra regione. Da allora, non ci sono stati più censimenti sui mestieri d’arte.

La Fondazione di Firenze per l’Artigianato Artistico e la Camera di Commercio, a distanza di 52 anni, hanno voluto perciò colmare questa lacuna, con l’obiettivo di far conoscere "il fare e il saper fare" del nostro territorio e proporre in una vetrina pubblica le imprese presenti nei vari settori merceologici dell’artigianato artistico. Il 1° Repertorio sui mestieri d’arte della Provincia di Firenze, raccolto in un volume e in un cd, è suddiviso in due parti: nella prima si analizzano le caratteristiche delle imprese dell’artigianato artistico fiorentino; nella seconda si elencano le 1.317 aziende artigianali classificate, per ciascuna delle quali si descrive l’attività e si forniscono i dati su codice Ateco, natura giuridica, anno di iscrizione al registro delle imprese della Camera di Commercio, partita iva, indirizzo, email e sito web.

La prefazione del volume è di Vasco Galgani, presidente della Camera di Commercio di Firenze e l’introduzione di Eugenio Taccini, presidente della Fondazione di Firenze per l’Artigianato Artistico; contributi del vicesindaco Dario Nardella, dell’assessore allo sviluppo economico della Provincia di Firenze, Giacomo Billi, di Riccardo Bianchi, presidente Artigianato Artistico di Confartigianato Imprese Firenze, e di Andrea Fedeli, presidente Cna Toscana Unione Artistico.

L’intero volume Artigiani d’Arte è consultabile online sui siti www.fondazioneartigianato.it e www.camcom.fi.it. Il metodo dell’indagine Da un primo elenco di oltre 6.000 aziende, appartenenti all’Albo delle Imprese Artigiane, sono state eliminate le produzioni di livello industriale, le attività di puro contoterzismo e simili, fino a ridurre a 2.500 il totale delle imprese.

Quindi, le aziende precedentemente selezionate sono state contattate telefonicamente, così da verificare per ogni singolo caso se si trattava effettivamente di un’azienda appartenente al microcosmo ‘artistico’, riducendo così il censimento a 1.317 unità imprenditoriali. I criteri utilizzati per separare l’Artigianato Artistico dal resto dell’universo artigiano 1. Ideazione e capacità progettuale; 2. Manualità; 3. Lavorare in proprio; 4. L’ampiezza degli organici aziendali; 5.

Prodotti unici, piccole serie, collezioni; 6. I materiali. 14 i settori individuati Abbigliamento, calzature ed altro; Carta e attività affini; Ceramica e affini; Decorazioni, riproduzioni, ecc.; Legno e Mobili (compreso il restauro ligneo); Metalli non Pregiati; Metalli Pregiati e Pietre Preziose; Pelle e Cuoi Artistici; Pietra e attività affini; Restauro; Strumenti Musicali; Tappezzeria; Tessili, Ricami; Vetro e Cristallo. L’indagine (dati analizzati dal prof.

Roberto Aiazzi) La natura giuridica Il 64,18% delle imprese artigianali artistiche della provincia di Firenze è rappresentato da ditte individuali, il 28,90% da società di persone e solo il 6,92% da società di capitale. La ditta individuale trova il suo apice nel settore del restauro, ma pesi percentuali al di sopra del valore generale si possono rilevare, in ordine decrescente, anche negli strumenti musicali, nelle decorazioni, nell’abbigliamento, nella carta, nella tappezzeria, nel legno e mobili.

Le società di persone presentano le migliori performance nelle lavorazioni dei minerali non metalliferi (vetro, pietra, ceramica) e nelle produzioni basate su pelle e cuoio. Un quadro abbastanza simile è riscontrabile anche nelle società di capitale, dove primeggiano ceramica, vetro e pelletteria. Da questo breve esame si può facilmente evincere che sono due le aree manifatturiere, che premiano le forme societarie: 1) il settore dei minerali non metalliferi; 2) il settore della pelle e del cuoio. La distribuzione territoriale Il territorio provinciale è stato suddiviso in quattro sezioni: 1) il comune di Firenze, che storicamente è stato la culla e il quasi esclusivo scenario delle lavorazioni artistiche; 2) l’Area Metropolitana Fiorentina (A.

M. F.), formata da 10 comuni posti a corona intorno al capoluogo; 3) il Circondario di Empoli, formato dai distretti industriali di Empoli e Castelfiorentino; 4) il “Resto della Provincia”, che come fa intendere la denominazione è una classificazione di tipo residuale. Il 48,75% è ubicato su Firenze, Il predominio fiorentino, pur non potendo vantare i pesi percentuali dell’immediato dopoguerra (almeno fino al 1966), si dimostra ancora evidente. Iscrizioni e trasformazioni societarie Solo il 6,76% delle imprese è nato prima del 1970.

La maggior parte si concentra nella fascia 1990-1999 (24,68%) e 2000-2009 (24,14%). Le classi d’ampiezza Non può certo sorprendere il netto predominio delle due classi inferiori (da 1 a 3 addetti). Le aziende mono-addetto sono il 42,22%, 2-3 addetti: 35,31%. Le aziende mono-addetto raggiungono picchi elevati negli strumenti musicali e nel restauro, ma anche nella carta e nel legno e mobili. La classe immediatamente superiore (da 2 a 3 addetti) mostra le percentuali più sostanziose nel vetro, nelle decorazioni, nella tappezzeria.

La fascia intermedia 4-9 ha la migliore performance nella pietra. Per quel che riguarda la classe maggiore (10 ed oltre), il primato spetta alla pelletteria, alla ceramica, e al tessile-ricami. La composizione degli organici La figura dei titolari supera la soglia del 50% sul totale degli addetti. In particolare, i titolari raggiungono pesi percentuali alti in primo luogo negli strumenti musicali e nel restauro. I soci hanno un addensamento assai forte nel vetro. I collaboratori familiari – una figura che nell’Artigianato Artistico continua a giocare un ruolo importante – conoscono punte molte pronunciate nelle decorazioni e nella tappezzeria.

Per quel che riguarda il lavoro dipendente si hanno maggioranze nette nella pelletteria, nel tessile-ricamo, nella ceramica, nella pietra e nei metalli comuni e, per converso, percentuali molto basse negli strumenti musicali, nel restauro e nella tappezzeria. Le aziende e la comunicazione (posta elettronica e sito web) Oltre il 60% della ‘popolazione’ di aziende utilizza la posta elettronica, mentre il 39,26% utilizza i siti web. A proposito di quest’ultimo canale, è da notare che una minoritaria quota di aziende fa parte – con proprie schede identificative – di portali che raccolgono altre imprese (ad es., www.regionetoscana.info).

Un consistente gruppo di settori presenta pesi percentuali nettamente superiori al valore generale rispetto a entrambi i canali di comunicazione: pelletteria e cuoi artistici, strumenti musicali, decorazioni, ceramica. Nel restauro si produce una netta divaricazione fra un valore elevato per la posta elettronica e uno, al contrario, depresso per i siti web. La tappezzeria rappresenta il settore dove entrambi i valori sono marcatamente o sensibilmente inferiori a quelli del quadro generale. Se volessimo attribuire alla presenza del sito web un significato discriminante riguardo alla proiezione sul mercato, potremmo – certo con una qualche cautela – concludere che il mondo dell’Artigianato Artistico si suddivide in due grandi parti: l’una volta ad aprire più adeguati canali di penetrazione nei mercati (anche extra-regionali e/o extra-nazionali), e un’altra, più ‘tradizionale’, più ripiegata sui circuiti locali. Il raggruppamento degli imprenditori: un profilo Da questi calcoli si ricava un valore per l’insieme della ‘popolazione’ di aziende pari a 49,58 anni.

Si tratta, in effetti, di un valore elevato, che costituisce uno dei caratteri più rilevanti del macro-settore dell’Artigianato Artistico. Il picco (32,42%) è rappresentato dalla classe intermedia (40-49 anni), ma fa risaltare anche la forza delle classi più anziane (da 50 anni in avanti), che nel loro insieme avvicinano la metà dell’intero aggregato (46,68%). Al contrario, l’insieme delle classi più giovani (fino a 39 anni) raggiunge un peso decisamente debole (20,89%): detto in altri termini, coloro che possono o potrebbero garantire una prolungata permanenza alla guida delle loro aziende e garantire anche un passaggio di generazione, rappresentano una quota assai modesta, ragion per cui le sorti future del macro-settore appaiono additate perlopiù ai nuovi ‘ingressi’. Gli scarti rispetto al valore generale sono abbastanza contenuti: dal valore più basso (restauro: 46,01) a quello più alto (abbigliamento: 52,75) intercorrono solo 6,74 punti percentuali.

Le età medie più alte si concentrano nel Sistema Moda (abbigliamento, pelle e cuoio, tessili e ricami) e nella tappezzeria. Titoli di studio, attestati, certificazioni Tra i titoli di studio prevale il diploma di maestro d’arte (43,59%), concentrato essenzialmente a Firenze, ma anche conseguito in Istituti d’arte delle più importanti città italiane (Roma, Milano, Urbino, Brescia, ecc.). Significativo è anche il peso dell’Opificio delle Pietre Dure (20%). Genealogie artigiane e ricambi generazionali Quasi metà della ‘popolazione’ monitorata è di ‘prima generazione’.

Un quarto circa del totale spetta alla seconda generazione, mentre le altre due modalità, cumulate insieme, superano di poco la soglia del 10%. Appare dunque una buona e maggioritaria propensione ad aprire una nuova attività, ma l’ambito della trasmissione ‘ereditaria’ sembra fermarsi a un non esaltante 34,78%. Le aziende di seconda generazione sono concentrate in particolare nella pelletteria, vetro e pietra, mentre quelle di terza, nell’abbigliamento, ceramica e tappezzeria. Le imprese aperte da oltre 70 anni rientrano, infine, nei settori della pietra, carta, tappezzeria e cuoi artistici. Le tecnologie impiegate La prevalenza delle attività manuali in senso stretto (quelle che consistono nell’uso di strumenti ed attrezzature che sono da considerare il completamento e la proiezione degli arti superiori umani) è molto netta (70,08%), ma una qualche consistenza hanno anche le tecnologie dove si realizza una combinazione di manualità e ricorso alle macchine (15,16%), ma con chiara prevalenza della prima.

Altre variabili Alle imprese è stato chiesto se nel biennio 2008-2009 hanno conosciuto esperienze di stage o comunque di presenze giovanili, volte alla conoscenza del mondo aziendale ed all’apprendimento dei rudimenti del mestiere. Le risposte positive formano un blocco che supera di poco il 20% e naturalmente resta assai incerto l’esito futuro di queste esperienze ovvero se alcuni dei giovani che le hanno compiute ne trarrà una spinta vigorosa a percorrere la strada dell’esperienza imprenditoriale nel campo dell’Artigianato Artistico.

Per quel che attiene alla provenienza formativa dei giovani calatisi in alcune delle aziende artigiane monitorate prevalgono origini coerenti con le destinazioni (Liceo Artistico, Istituto d’Arte di Firenze di Porta Romana, Istituto d’Arte e del Restauro di Palazzo Spinelli). Considerazioni finali I tratti essenziali dell’Artigianato Artistico si possono riassumere nello schema qui sotto presentato.

  • natura giuridica: prevalenza netta (in misura assai più forte di quanto accada nell’Artigianato Manifatturiero preso nel suo insieme) della ditta individuale (64,18%);
  • classe d’ampiezza: prevalenza delle classi inferiori da 1 a 3 addetti (77,53%); composizione degli organici aziendali: il gruppo imprenditoriale prevale numericamente sul lavoro dipendente (53% contro 47%);
  • età media: alta (49,58 anni) e classe d’età prevalente quella intermedia, compresa fra 40 e 49 anni (32,42%);
  • titoli di studio: buona presenza di titoli di studio attinenti al lavoro attualmente svolto (Liceo Artistico; Istituti d’Arte; Accademia di Belle Arti; Opificio delle Pietre Dure; Architettura; Beni Culturali; ecc.)
  • genealogie artigiane: una presenza non così pervasiva come si poteva pensare (la prima generazione arriva al 47,84%);
  • tecnologie impiegate: tecnologie manuali o prevalentemente manuali (ma in alcuni casi le macchine e anche le attrezzature elettroniche giocano un ruolo tutt’altro che marginale);
  • internet e nuove tecnologie di comunicazione:buona presenza della comunicazione informatica con l’esterno (61,73% per la posta elettronica e 36,45% per i siti web).

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