Il Governo 'riconsegna' alle Regioni la gestione delle Comuità montane

La competenza in materia di montagna, principio peraltro confermato dalla Corte Costituzionale attraverso numerose e recenti sentenze, è esclusivamente regionale, anche in merito ai criteri di assegnazione delle risorse finanziarie.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 febbraio 2010 17:49
Il Governo 'riconsegna' alle Regioni la gestione delle Comuità montane

I deputati toscani Ceccuzzi, Nannicini e Cenni, avevano informato ieri sera il presidente di Uncem Toscana, Oreste Giurlani, di aver presentato un emendamento per ripristinare nell'Atto Camera 3146 (Disegno di legge: "Conversione in legge del decreto-legge 25 gennaio 2010, n. 2, recante interventi urgenti concernenti enti locali e regioni") interamente il fondo per le Comunità montane di 50 milioni di euro sopprimendo l'articolo della Finanziaria 2010 che aveva tolto il 70 per cento del fondo stesso e aveva previsto, attraverso un apposito decreto del Ministero dell'Interno, l'assegnazione del 30 per cento rimanente (pari a 15 milioni di euro) solamente per i comuni che presentavano un territorio per il 75 per cento sopra ai 600 metri. La reazione in Toscana era stata positiva, anche se restava l’incognita della sua approvazione in Parlamento. Ebbene, oggi apprendiamo che sul destino del fondo ordinario delle Comunità montane, previsto dalla Finanziaria 2010, il Governo fa un passo indietro e recepisce i principi più volte richiamati dall’Uncem e ribaditi dal palco del XV Congresso, che si è chiuso a Trento la scorsa settimana: la competenza in materia di montagna, principio peraltro confermato dalla Corte Costituzionale attraverso numerose e recenti sentenze, è esclusivamente regionale, anche in merito ai criteri di assegnazione delle risorse finanziarie. Nel corso dell’esame del decreto legge sulla finanza locale - in Commissione alla Camera - il Governo ha preso finalmente atto dei difetti del comma 187 art.

2 della Finanziaria, che azzera il fondo ordinario delle Comunità montane, di circa 60 mln di euro, assegnando il 30% di quelle risorse ad una lista di Comuni selezionati con criteri altimetrici. Un emendamento al comma 187 sopprime adesso il criterio altimetrico per la ripartizione delle risorse ai Comuni e prevede l’intesa con le Regioni in sede di Conferenza Unificata. "Possiamo leggere quello che è avvenuto ieri alla Camera – ha dichiarato oggi il Presidente dell’Uncem Enrico Borghi - come un primo effetto del nostro Congresso di Trento: finalmente ci si è resi conto che le istanze da noi sottoposte non erano capricci, ma oggettive posizioni che vanno nel senso di contemperare le esigenze complessive della finanza pubblica con quelle specifiche degli enti montani.

E' importante che lo Stato finalmente cominci a recepire nel proprio ordinamento la competenza regionale in materia di montanità, e che abbia pertanto abrogato quel passaggio sulla definizione impropria di comune montano che faceva acqua da tutte le parti. Da rilevare positivamente anche il passaggio sull'intesa, da sancire in Conferenza Unificata, relativa ai criteri di riparto, che rispetta competenze e ruoli, e l'estensione a tutti i comuni montani di tale riparto. A questo punto, visto che il governo ha assunto l'iniziativa con la presentazione di questo emendamento, è sempre più urgente l'incontro richiesto da noi e dalla Conferenza delle Regioni per definire con i ministri competenti come sia possibile gestire il 2010 in vista della progressiva regionalizzazione del fondo ordinario". Il ripensamento del Governo consente ora di affrontare in sede politica il tema più generale della situazione finanziaria delle Comunità montane, nella direzione auspicabile di consolidare, dal 2011, il fondo ordinario alle Regioni, per garantire la piena funzionalità degli enti montani e il mantenimento degli interventi in essere sul territorio, inclusa l’erogazione dei servizi associati. Per l’anno in corso, l’Uncem chiederà comunque al Governo di erogare alle Comunità montane il fondo consolidato e di sviluppo investimenti, che ammontano a circa 30 mln di euro e che fanno parte del complessivo fondo ordinario, per coprire le spese su personale e mutui contratti. “C’è da dire - commenta Oreste Giurlani - che la battaglia non è ancora finita.

Però questo risultato ci mette in condizione di guardare con più serenità al futuro che sembrava definitivamente compromesso dalle decisioni distruttive del Governo”.

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