Firenze, 6 Feb– “Sono felice che il Comune di Firenze abbia esposto il drappo verde in Palazzo Vecchio. La città di Firenze e l’Italia sono molto vicini alle questioni iraniane”. Sono le parole della giornalista iraniano-americana Roxane Saberi, detenuta per 100 giorni in Iran con l'accusa di spionaggio, ospite nel capoluogo toscano per la prima edizione di ‘Film Middle East Now’, il festival dedicato al Medio Oriente. La giornalista presenterà domani (domenica 7 febbraio, ore 21) al Cinema Odeon l’anteprima italiana del film “I Gatti Persiani” del regista iraniano Bahman Ghobadi e cui ha collaborato alla sceneggiatura.
“Quando sei oggetto di violenza - ha spiegato Saberi – è un punto di forza notevole e molto gradito sapere che altrove nel mondo ci sono manifestazioni di solidarietà”. “I giovani in Iran – ha detto Roxane Saberi - vogliono semplicemente quello che noi abbiamo garantito in Occidente: la libertà d’espressione che non è limitata solo alla musica, ma anche al cinema e alla libertà di andare in piazza a manifestare le proprie idee. Sono contenta che questo film (I Gatti persiani), sia proiettato all’estero, perché così questi giovani che in Iran lottano per avere i loro spazi, sanno che il mondo li sostiene”.
“Sto scrivendo un libro – ha detto Saberi che oggi vive negli Stati Uniti con i suoi genitori – anche per aiutare i giovani”. “Per tutte quelle donne - ha inoltre aggiunto Saberi rispondendo alle domande dei giornalisti - ancora rinchiuse nel carcere di Evin, a Teheran, intendo battermi e lavorare per loro”. “L’Italia – ha aggiunto il regista Ghobadi – ha sempre manifestato attenzione alle problematiche iraniane. Ogni volta che succede qualcosa in Iran l’Italia è il paese che ha fatto di più.
Il film, che racconta la voglia di suonare di giovani ragazzi, vuole essere una denuncia alle limitazioni e alle restrizioni imposte. Dove sta il reato di suonare una chitarra?”. Il film ‘I Gatti Persiani’, che uscirà in sala in Italia a maggio per Bim distribuzione, è il ritratto di una giovane band rock underground che cerca di trovare il suo spazio all’interno della Repubblica Islamica nonostante le proibizioni del regime. Il film è un vero e proprio viaggio itinerante nel ‘sottosuolo clandestino’ dei giovani gruppi musicali rock di Teheran.
