Indagini sull'urbanistica in Mugello: Cocchi indagato

In tredici coinvolti nelle indagini condotte dalla Polstrada sulla gestione dell'urbanistica pubblica e privata. Il Pd non esce dalla bufera giudiziaria: tra Castello, Novoli, la Quadra e Barberino. Cocchi: «Tutto si risolverà».

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 febbraio 2010 22:18
Indagini sull'urbanistica in Mugello: Cocchi indagato

Scoppia come una bomba la notizia dei nuovi avvisi di garanzia diretti ad esponenti regionali del Partito Democratico nell’ambito di indagini sull’urbanistica. Ha avuto infatti luogo oggi una serie di perquisizioni in alcuni comuni della provincia di Firenze, disposte dalla Procura fiorentina nell'ambito di un'indagine riguardante l'urbanistica. Le indagini riguarderebbero opere progettate tra il 1990 e il 2008. Oggi gli agenti della polizia stradale hanno svolto perquisizioni in uffici e abitazioni di ben 13 persone a Firenze e Borgo San Lorenzo, che coinvolgerebbero anche l’Assessore regionale Cocchi, un funzionario della Provincia ed un altro consigliere regionale. «Non ho mai commesso reati, neppure quelli minimi di cui sono accusato, ritengo di essere completamente innocente, sono molto sereno, spero che la Magistratura faccia in tempi brevi tutti gli accertamenti del caso e penso che tutto si risolverà in una sorta di certificazione di onestà».

Così Paolo Cocchi - assessore regionale a cultura, turismo e commercio - ai giornalisti da lui stesso convocati, nella sala stampa della presidenza di Regione Toscana, in seguito all'avviso di garanzia ricevuto questa mattina per abuso d'ufficio e concorso in abuso d'ufficio. «Non mi sento – ha aggiunto Cocchi fornendo ai cronisti le spiegazioni sulle vicende che formano oggetto dell'avviso di garanzia e che riguardano fatti su cui la Regione Toscana è comunque, in quanto tale, estranea - né dimezzato nella mia autorità né nella mia capacità di svolgere gli uffici che adesso sono chiamato a svolgere, ma ho comunque messo il mio mandato nelle mani del presidente Martini».

L'ipotesi di reato è quella di aver favorito un imprenditore mugellano, amico di lunga data, sulla destinazione a discarica di un terreno nel Comune di Barberino, dove Cocchi dal 1990 al 1999 è stato sindaco. «Non ho fatto pressioni illecite – ha detto Cocchi – mi sono sempre limitato a esercitare azioni di carattere politico e sono del tutto tranquillo». “Le ultimissime notizie sui nuovi avvisi di garanzia che riguardano esponenti regionali del Pd coinvolti in presunti abusi di ufficio portano di nuovo tutti alla riflessione sul come questa regione, provincia e comune fossero gestite -è il commento del Capogruppo del PdL a Palazzo Vecchio Giovanni Galli e dei consiglieri Massimo Sabatini e Francesco Torselli- Premettiamo che fino all'ultimo grado di giudizio, per chiunque, vale l'assoluto diritto alla presunzione di innocenza, concetto che forse non appartiene ad alcune frange dell'opposizione del governo nazionale e che invece noi facciamo sempre nostro, che riguardi amici o avversari.

Detto ciò, guardiamo il calendario e vediamo di fronte la prossima scadenza elettorale, ormai vicinissima. Penseranno un po' di più adesso gli elettori fiorentini e toscani? Ironia a parte, se le accuse dovessero essere confermate, la Toscana apparirebbe agli occhi dell'Italia intera come una regione completamente da rinnovare, priva non solo della democrazia dell'alternanza, fondamentale per la salvaguardia di regole e correttezza, ma anche come un vero e proprio 'comitato d'affari' dove non si premia mai la meritocrazia, ma soltanto l'amicizia ed il favoritismo”. «Ho fiducia nella correttezza di Paolo Cocchi e pertanto l’ho invitato a proseguire nel suo impegno di assessore».

E’ questa la decisione del presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, a seguito del colloquio avuto con l’assessore nel primo pomeriggio di oggi. «Cocchi mi ha assicurato di non aver mai fatto pressioni illecite, né interferito sulle scelte amministrative richiamate nell’avviso di garanzia che ha ricevuto questa mattina per abuso d'ufficio e concorso in abuso d'ufficio. Per questo ho ritenuto che non vi sia ragione per interrompere l’attività di assessore. Mi auguro che la Magistratura possa fare chiarezza al più presto possibile». "Il Pd a Firenze non esce dalla bufera urbanistico-giudiziaria.

Tra Castello, Novoli, la Quadra e Barberino, le indagini aperte che coinvolgono il Partito Democratico sono gravi, pesanti e convergenti. Continua ad emergere un sistema di potere incrostato e arrogante. La sinistra in Toscana continua a rapportarsi con le Istituzioni con la disinvoltura di chi vuole servirsi degli incarichi pubblici e non di chi è al servizio del bene pubblico". Questo il commento di Giovanni Donzelli, consigliere comunale e dirigente nazionale del PdL. "Ricordo che a Firenze si discute tanto dell'operazione urbanistica e del Multiplex a Novoli, trascurando il dettaglio che i primi vertici dell'Immobiliare Novoli S.r.l.

sono stati l´ex senatore Silvano Andriani e l´ex sindaco di Colle Val d´Elsa Marco Spinelli. Entrambi ex Ds oggi Pd – aggiunge l’esponente del centrodestra –. Per lo sviluppo di Castello sono stati indagati due ex assessori Comunali a Firenze, per la vicenda della Quadra sono finiti al centro delle indagini quelli che allora erano capogruppo del Pd e presidente della Commissione Urbanistica in Palazzo Vecchio. Oggi vediamo un consigliere regionale e un assessore regionale (ex sindaco) indagati sempre nell’ambito di vicende urbanistiche.

Tutti del Pd". "La presunzione di innocenza – conclude Donzelli – deve valere nello stesso modo sia per Silvio Berlusconi che per gli esponenti del Pd. Il Partito Democratico, sulle vicende giudiziarie del Presidente del Consiglio, deve solo tacere e chiedere scusa per la pessima campagna aggressiva che ha fatto in passato. Il problema in Toscana è che, mancando l'alternanza, il potere è gestito da troppo tempo dai soliti uomini. Si sono consolidati gruppi di potere che condividono interessi economici e politici.

L'alternanza è la migliore garanzia per la trasparenza. E in Toscana oggi mancano entrambe". "L’ennesima indagine nel settore urbanistico – intervengono Bonciani e Totaro – dopo Campi Bisenzio, Montespertoli e la stessa Firenze, pone ulteriormente la necessità ed il dovere di riaprire una riflessione politica sugli interventi e sugli strumenti urbanistici fino ad oggi utilizzati sul nostro territorio, soprattutto alle porte con la definizione del Piano strutturale di Firenze.

Il gruppo in Provincia – incalzano i consiglieri PDL Baldini, Sensi e Nascosti – ha deciso di richiedere in Consiglio Provinciale una specifica informativa su quanto accaduto al Presidente Barducci e una specifica ricognizione sui fatti oggetto dell’inchiesta. E’ nostro dovere in questo momento garantire la chiarezza e la trasparenza delle istituzioni-aggiungono gli esponenti del PDL. Nasce la necessità, oggi ancor di più, di garantire, aprendo una riflessione in tal senso, un attento e puntuale monitoraggio da parte della Provincia, attraverso l’esercizio pieno delle proprie competenze con gli strumenti urbanistici di cui può disporre per il governo del territorio.

Garantire la trasparenza e la credibilità delle regole urbanistiche è necessario per un giusto sviluppo del territorio, sia nei confronti dei cittadini, sia nei confronti delle imprese ed è anche specifica responsabilità di chi amministra garantirne la credibilità".

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