Ansia da Covid, il dialogo tra un docente e un giornalista

"La gente non ci capisce più nulla", "Tu sapessi in che condizioni lavoriamo..."

Marco
Marco Bazzichi
23 febbraio 2021 13:45
Ansia da Covid, il dialogo tra un docente e un giornalista

-Ah che meraviglia

-Cosa?

-I contagi. Da noi in Toscana. Oggi sono scesi a 824.

-E ti paiono pochi?

-No, però dai, ieri erano 911. A un certo punto ne avevamo 2700

-Eh ho capito, però qua non se ne esce. Serve un lockdown vero duro. Due o tre settimane come a marzo scorso.

-Eeeeeh, esagerato

-Bisogna richiudere le scuole e le fabbriche, sennò la gente non capisce. Sono ancora in aumento!

-Cosa?

-I contagi

-Ma ti ho detto ora che sono diminuiti

-Ma La Nazione oggi scrive che sono aumentati

-Io ti parlo dei dati di oggi

-Ho capito, ma La Nazione di oggi dice che sono in crescita

-Ma La Nazione di oggi parla dei dati di ieri. E comunque dice che sono in calo

-Dove? No no, dice che sono in aumento.

-Sì, nella pagina regionale. E' perché hanno sbagliato il titolo. Se guardi la pagina di Firenze, il titolo dice che sono in calo

-Fa vedere...è vero. Ma allora si riferiscono ai dati regionali in aumento e a quelli di Firenze in calo

-No no, hanno proprio sbagliato sul regionale, perché anche ieri i dati regionali erano, sia pur lievemente, in calo.

-Ah accidenti. Ah e questa è l'informazione? Andiamo bene. Per forza poi la gente non ci capisce nulla

-Eh, ma sapessi in che condizioni lavoriamo noi giornalisti. Non abbiamo più tempo di approfondire nulla. Ogni giorno uno strafalcione grosso parte da qualche parte, è inevitabile. E nelle redazioni lavorano sempre meno persone.

-Ma tipo Augias che se l'è rifatta con l'Enel?

-Tipo, certo.

-O il tweet della Lorenzin che scrive “stringio” e “metti il nome” di una delle due vittime in Congo?

-Tipo, sì. Non è giornalismo in quel caso ma sempre di comunicazione si tratta. Ma succede eh. Tutti hanno fretta, tutti sono in preda all'ansia e non riflettono più su nulla. Ma scusa a te non capita mai?

-Cosa?

-Faccio un esempio. Litighi con la moglie, sei costretto a lavorare in smart working che all'inizio sì era bellino, ma il tuo capo sa che lavori da casa e allora ti chiede il triplo di prima. Non giochi a calcetto da 4, 5 mesi. Non vedi gli amici. Non fai le cene. Non vai più a teatro, non ti godi più nulla. E iniziano a girarti le scatole. E allora che fai?

-Che faccio?

-Ti informi da solo, giusto?

-Eh

-Cerchi le notizie e che notizie cerchi? Tutte quelle negative perché ti girano. E non sopporti più il distanziamento sociale, le mascherine, la convivenza forzata a casa anche mentre lavori. Ti faccio presente che eri tu quello a ballare sul balcone con lo striscione 'andrà tutto bene'. Poi vai in down. E allora cominci a pensare 'ora ci rimettono in zona rossa'.

-Sì...

-Eh. Poi te la prendi con AstraZeneca

-E' vero!!!! A noi docenti hanno dato il vaccino che funziona peggio, quello di serie b, siamo degli sfigati!!! Ai medici hanno dato i vaccini meglio, quello olandese!!!

-Ok. Su questo però devo dirti due cose. La prima è che, naturalmente, i medici e gli infermieri sono di gran lunga i più esposti al virus. Ne sono morti tanti. Tanti, ok? Non mi risulta certo del genere nella vostra categoria. Dopodiché, ti ricordi cosa mi scrivevi in chat a maggio scorso?

-Io? No. E perché, te te lo ricordi?

-Beh sì sai, distorsione professionale. Fammi cercare la parola “vaccino” nella nostra chat. Eccola qua...a maggio scrivevi 'ho sentito il virologo bravo alla tv dire che il vaccino non arriva prima del 2024. Te lo ricordi o no?

-Ah ah ok ok. No, non me lo ricordavo

-Poi a dicembre citavi non so se quello o un altro “virologo bravo” che diceva che avevano sbagliato tutti i protocolli, che lui il figliolo gli era tornato ora da Londra e lo rinchiudeva in casa fino a questa estate

-Ah già, già.

-E' stato il periodo che mi bombardavi con le frasi di Ricciardi. Poi a un certo punto Ricciardi, basta. Addirittura qualche volta te l'ho inoltrato io e non mi hai risposto. Francamente, ti devo ricordare che a maggio scorso avresti pagato per avere nel giro di sei mesi un vaccino sicuro al 65%, che poi è tutto da vedere se l'efficacia sia davvero così bassa.

-Ok

-Questo, perché ti girano. Ti girano e allora cerchi le notizie contro le disposizioni del Governo. Poi vai in ansia, e allora cerchi le notizie che accusano il Governo di non prendere disposizioni sufficienti.

-Sì, un po' è così.

-Però non è il tuo mestiere. Il mestiere di noi giornalisti dovrebbe essere di ritornare all'antico, tenere nettamente separati i fatti dalle opinioni, a maggior ragione se sono le proprie opinioni personali dettate dall'emotività del momento. Ma siamo tutti rincitrulliti dai dibattiti televisivi dove, e lo si fa apposta, si chiama per forza un virologo che ne smentisce un altro, un tecnico che se la rifa con un altro, il direttore di ospedale che non ce la fa più o quello che è tutto contento a seconda della linea editoriale. Ma a questo ti aggiungo che gli strafalcioni sono dovuti, ti posso assicurare, dalla mole sempre maggiore di lavoro. Si punta sulla quantità delle notizie, anziché sulla qualità.

-E come se ne esce?

-Ti dico come ne esco io: mi limito a osservare la realtà, a raccontare i dati e poi a farli commentare. Ma se in un titolo ci metto già il giudizio ottimista o pessimista, ho rovinato il mio ruolo. Te la conosci la regola del 'ma'?

-Del 'ma'? No

-Eh la regola del 'ma' dice che in un titolo, come in una dichiarazione politica, cambia completamente il senso della frase se un concetto lo metto prima o dopo il “ma”

-Tipo?

-Se io scrivo “contagi in calo ma cresce la pressione sugli ospedali” è completamente differente da “cresce la pressione sugli ospedali ma i contagi sono in calo”. Ti torna?

-Sì.

-E' assolutamente una questione di punti di vista. Invertendo i fattori il prodotto cambia, oh se cambia. A partire dai titoli, dovremmo limitarci a dare i dati più aggiornati e stop. Poi i commenti.

-Ma quindi secondo te quando ne usciamo? Ad aprile? Ci rimettono zona rossa? Le scuole richiudono? Posso prenotare le vacanze?

-Sai che ti dico? Non lo so.

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