Ancora morti sul lavoro

Dopo l'incidente di Livorno serve una svolta in materia di sicurezza in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 aprile 2018 08:28
Ancora morti sul lavoro

Le cronache dei giorni scorsi hanno riportato in evidenza un fenomeno diffuso, ma spesso oscurato dai mezzi di informazione: le morti sul lavoro. Tre morti in Toscana, due a Livorno e uno ad Arezzo. Dall’inizio del 2018 sono cadute sul lavoro 151 persone con una media di 1,67 al giorno con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente, un numero che denota una scarsa applicazione delle norme vigenti in materia di sicurezza e che di fatto trasforma il lavoro in un campo di battaglia. Eppure nel nostro paese esiste una legge l’81/2008 “Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro” che per altro sarebbe una “buona legge”, ma poi come sempre accade non si creano gli strumenti idonei per vigilare sulla sua applicazione.Se si osservano i dati forniti dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, se ne evince che sul totale dei controlli effettuati sono state verificate irregolarità in oltre il 60% dei casi.

“Non possiamo che essere d'accordo con le parole del governatore Rossi: dobbiamo tornare a stringere una vite che si è allentata troppo. Ma per farlo serve una svolta decisa e concreta in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro in Toscana”. Queste le parole del Segretario Generale della UIL Toscana Annalisa Nocentini che giovedì ha partecipato alla riunione con Rossi e l'assessore Saccardi per fare il punto sui fatti tragici di Livorno. “Non bastano la buona volontà e le dichiarazioni di principio - aggiunge Nocentini - Occorre che quanti si occupano di sicurezza siano adeguatamente formati.

Servono professionalità specifiche, oltre che un numero congruo di personale addetto ai controlli. Garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori è un'emergenza non più rimandabile in Toscana. Siamo di fronte a un fenomeno che ha ampiamente superato ogni livello di guardia, e quindi devono essere messi in campo tutti i mezzi necessari per fronteggiarlo in maniera rapida ed efficace”.

"Si sono varate leggi a partire dalla Fornero che hanno fatto crescere a dismisura le morti e gli infortuni fra gli ultra sessantenni, perché volenti o nolenti a una certa età non è più consigliabile svolgere certi lavori, anche se poi per vivere uno è costretto a farli. Stesso discorso vale per il Jobs Act che ha precarizzato ulteriormente il lavoro, rendendo la licenziabilità del lavoratore estremamente facile e senza appello, rendendo i lavoratori ulteriormente ricattabili e quindi quasi impossibilitati ad opporsi a svolgere un attività potenzialmente pericolosa. Come scordare poi che oltre il 20% dei morti sul lavoro ha oltre 61 anni" commentano dall'Unione Sindacale di Base di Firenze.

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