​Amianto: in Toscana le pratiche di inertizzazione potrebbero essere presto sviluppate

Presentata da Sì-Toscana a sinistra e approvata all’unanimità dal Consiglio regionale con due emendamenti di Pd e M5s

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 ottobre 2018 17:45
​Amianto: in Toscana le pratiche di inertizzazione potrebbero essere presto sviluppate

Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una mozione per lo sviluppo e la diffusione in Toscana di pratiche di inertizzazione dell’amianto. La mozione, presentata da Sì-Toscana a sinistra, primo firmatario il capogruppo Tommaso Fattori (insieme a Paolo Sarti) e sottoscritta anche dalla consigliera Monica Pecori(gruppo misto-Tpt), impegna la Giunta regionale a “incentivare e sostenere”, nei futuri atti normativi in materia di economia circolare, così come all’interno del prossimo piano regionale dell’amianto, “azioni finalizzate all’inertizzazione dei rifiuti contenenti amianto, anche favorendo l’eventuale diffusione di impianti industriali a ciò finalizzati”.

Questo potrà dare “un concreto impulso sia all’attività di bonifica, sia alla nascita di un’economia circolare di sottoprodotti riutilizzati in edilizia e cantieristica”; la Giunta è chiamata anche a “valutare la possibilità di prevedere iter autorizzativi semplificati per gli impianti di inertizzazione dell’amianto” e a “intervenire presso il Governo per ripristinare gli incentivi per la bonifica di tetti e coperture in amianto, attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici”.

Il voto unanime dell’aula, nella seduta di ieri 10 ottobre a San Rossore, è arrivato dopo l’accoglimento, da parte dei firmatari, di due emendamenti del Partito democratico (a firma diIlaria Bugetti) e del Movimento 5 stelle (a firma di Giacomo Giannarelli).

“A ventisei anni dalla messa al bando dell’amianto si contano seimila morti l’anno. In Toscana gli impianti di smaltimento per l’amianto sono del tutto insufficienti – ha affermato Fattori in Aula –. Delle quattro discariche due hanno esaurito la cella, Bulera (Navacchio) e ‘Tiro a segno’ (Pomarance); una è stata a lungo sotto sequestro, Cassero; mentre Cava Fornace mai avrebbe dovuto ospitare l’amianto e lo stesso Consiglio ne ha chiesto la chiusura e la messa in sicurezza. Esistono alternative efficaci al conferimento dell’amianto in discarica – ha proseguito Fattori –. Esistono tecnologie industrializzate che ne consentono l’inertizzazione e il riutilizzo in cantieristica e in edilizia. Si tratta di passare a una filiera innovativa, che vada verso l’economia circolare”.

Monica Pecori ha ricordato che “molte persone si ammaleranno ancora, perché il picco per il mesotelioma sarà nel 2020” e che “in discarica non è possibile l’isolamento completo dell’amianto”.

Secondo Ilaria Bugetti, ci sono molte soluzioni disponibili sul mercato, ma molte non scientificamente provate sotto tutti gli aspetti. Non esiste, inoltre, un elenco affidabile delle aziende cui possa fare riferimento un ente pubblico.

Giacomo Giannarelli ha ricordato di avere già fatta una proposta per iter semplficati per gli impianti di inertizzazione.

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