Amianto e Firenze, a qualcuno piace ad altri no

​Trombi e Grassi: "Il PD preferisce prendere tempo, mentre Publiacqua non intende spendere un solo euro"

Antonio
Antonio Lenoci
06 novembre 2014 18:49

Liscia gassata o.. sulla pelle? A qualcuno piace l'acqua calda. Che scoperta, l'acqua calda.Invece le tubature in amianto che attraversano Firenze sono state una scoperta sconvolgente ed i fiorentini, nonostante in Emilia se ne parlasse da tempo, non ne sapevano nulla. Circa 250 km di avvolgente ed indistruttibile eternit a protezione del nostro benessere quotidiano. Per chi cerca la Cina, non sapere cosa accade in Emilia Romagna, può rappresentare una 'svista' non di poco conto.Palazzo Vecchio è stato messo subito alle strette da parte di alcuni consiglieri di opposizione: Grassi, Trombi, Amato e Torselli hanno sottoscritto alcuni atti per chiedere verifiche immediate.

La risposta in Aula è arrivata da parte dell'assessore al Bilancio che ha "tranquillizzato" tutti sempre che non vi siano obiezioni al fatto che ad esempio un commercialista possa diagnosticare una malattia rara. Voi chiamereste un medico? Perché mai.A distanza di alcuni giorni dallo "Shock" in Commissione Ambiente sono state discusse due mozioni relative alle tubature in amianto, una del PD, scritta - commentano Grassi e Trombi "in fretta e furia dopo la nostra interrogazione in consiglio comunale" - ed anche una proposta del gruppo Firenze Riparte a Sinistra collegata all'interrogazione.Gli esponenti di FRS così sintetizzano l'atto della maggioranza: "La mozione del PD, approvata con l'astensione di Forza Italia, chiede la costituzione di un tavolo tecnico che valuti la cosa, e poi si vedrà ed eventualmente si agirà".

Rimanda quindi ad un approfondimento sulla questione. Potrebbero ad esempio scoprire che l'amianto si sfibra, che le fibre si disperdono in ambiente e che l'acqua è un liquido in cui le sostanze non sempre si dissolvono, come l'aspirina."La nostra mozione - sottolineano Grassi e Trombi - bocciata dal PD, con l'astensione di Forza Italia, e il voto favorevole del M5S, Scaletti e Fratelli d'Italia, propone invece che si chieda all'AIT un piano straordinario per la sostituzione delle tubature contenti amianto, che venga poi monitorato l'effettivo svolgimento di tale piano e, infine, la creazione di un tavolo che però determini le modalità e le tempistiche con cui eseguire le sostituzioni, non che si pronunci su un tema che ancora necessità di evidenze scientifiche".

Il tavolo c'è sempre, dunque, ma si apre in un secondo momento, dopo lo smaltimento.Già ma perché poi in tutta Italia dagli anni '90 vi è l'obbligo di smaltire l'amianto ed invece in questo caso se ne vorrebbe salvaguardare la permanenza esaltandone, di fatto, la sua affidabilità? Che a Firenze piaccia particolarmente?"Troviamo grave che il PD non voglia assumersi una responsabilità politica su un tema delicato come quello dell'amianto - sbottano i consiglieri  della sinistra fiorentina - e se è vero che non ci sono prove scientifiche a dimostrare che l'amianto ingerito sia cancerogeno, e che dunque dobbiamo guardarci da allarmismi, è allo stesso modo vero che l'unica rassicurazione che possiamo dare in tutta onestà ai cittadini è che vengano rispettate le normative.Grave anche l'atteggiamento di Publiacqua, che pur gestendo un bene comune, non solo non vuole investire un euro in un eventuale piano straordinario di sostituzione, a dimostrazione che non ha accantonato alcuna somma da destinarsi ad interventi straordinari e che tantomeno ha intenzione di ridurre gli utili aziendali, ma ci ha fatto sapere in commissione, per bocca del suo presidente, che se un tale piano fosse approvato e non si reperissero i fondi per farlo, l'azienda sostanzialmente imputerebbe l'intero costo ai cittadini, paventando addirittura un raddoppio delle bollette".Una questione economica dunque.

Si torna al commercialista così, e non al medico. Il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, attenzione però stavolta dipende da cosa c'è dentro.Ma l'amianto nell'acqua c'è oppure no? Una risposta a questa domanda lascerebbe ai cittadini il libero arbitrio di scegliere. Anche mettere o meno un filtro di ultima generazione, dotarsi di un impianto di depurazione all'avanguardia, sono tutti passaggi successivi ad una semplice risposta che però non arriva.

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