Allarme caldo: bisogna proteggersi per evitare malori

Ma a Firenze i rifugi climatici saranno chiusi a ferragosto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 Giugno 2025 17:39
Allarme caldo: bisogna proteggersi per evitare malori

Firenze, 28 giugno 2025 - Firenze ha finalmente una sua prima lista ufficiale di rifugi climatici: luoghi pubblici che offrono ristoro, ombra, accesso all’acqua e spazi freschi in cui potersi riparare dal caldo estremo. L’iniziativa, frutto di una mozione approvata dal Consiglio comunale, rappresenta un passo importante nella direzione dell’adattamento climatico e della tutela della salute pubblica, soprattutto per le fasce più vulnerabili della popolazione. Nella lista compaiono 37 aree verdi ombreggiate e ben 7 biblioteche comunali, individuate come luoghi freschi dove poter stazionare durante le giornate più calde.

"Tuttavia, alla prova dei fatti, il quadro cambia radicalmente.-dichiara Barbara Nannucci, consigliere del quartiere 3, membro consiglio nazionale "Mondo al Contrario" e team leader "Team Vannacci Giovanni Gentile"- Il Comune ha infatti pubblicato sul sito istituzionale gli orari estivi di uffici e servizi, e tra questi anche le chiusure programmate delle biblioteche. Risultato: proprio quelle biblioteche indicate come rifugi climatici risultano chiuse per ferie o con orari fortemente ridotti durante i mesi più caldi dell’anno, vanificando di fatto la funzione di presidio contro le ondate di calore.

Una contraddizione che non può passare inosservata. Da un lato si sbandiera l’attivazione di spazi pubblici contro il caldo estremo; dall’altro, proprio questi spazi vengono resi inaccessibili o di difficile fruizione nei periodi critici. Un messaggio incoerente, che rischia di indebolire la fiducia nei confronti di politiche ambientali che invece dovrebbero essere concrete, affidabili e tempestive.

Chiediamo all’Amministrazione di garantire l’effettiva apertura e fruibilità dei rifugi climatici indicati, in particolare delle biblioteche, ampliando gli orari di apertura e riprogrammando le chiusure estive affinché i cittadini non siano lasciati soli ad affrontare le sempre più frequenti emergenze climatiche estive. Le emergenze climatiche non vanno in vacanza e nemmeno i diritti alla salute e al benessere della cittadinanza".

Potenziare e riqualificare la presenza di verde urbano nelle città, con parchi e giardini, potrebbe permettere di abbassare le temperature medie di 1,5 gradi, con effetti benefici sulla salute delle persone e sulla vivibilità dei centri, oltre che sull’inquinamento. E’ quanto afferma Coldiretti Toscana, in merito agli effetti delle alte temperature. La presenza di aree arborate influisce positivamente sul clima urbano e sulla qualità della vita dei cittadini: le temperature rilevate sono infatti inferiori rispetto alle aree con vegetazione scarsa o assente.

La Toscana è tra le prime dieci regioni italiane dove questo differenziale è più marcato secondo l'Ispra. Nella nostra regione, secondo l’ultimo rapporto sul consumo di suolo elaborato dall’Ispra confrontando le temperature medie diurne estive rilevate nelle diverse classi di densità di costruito è di quasi 10 gradi. I livelli di calore oscillano tra i 40,5° delle aree fortemente urbanizzate ed i 30,9° di quelle rurali.

Esemplificativo è il caso del capoluogo Firenze. Laddove la percentuale di consumo di suolo è più elevata lo sono anche le temperature di superficie che registrano un differenziale tra i 44,1° delle aree urbanizzate dove la percentuale di consumo di suolo ha raggiunto il 77% e le aree rurali dove invece la colonnina si ferma poco al di sotto dei 38° a fronte del 22,8% di territorio cementificato.

Il verde urbano diventa così un alleato fondamentale per la salute e la qualità della vita nelle città, anche dal punto di vista della lotta all’inquinamento. Secondo un’analisi Coldiretti Toscana, una pianta adulta può assorbire tra i 100 e i 250 grammi di polveri sottili presenti nell’aria, mentre un ettaro di vegetazione riesce a sottrarre fino a 20 mila chili di anidride carbonica (CO2) all’anno. Tra le specie autoctone più efficaci contro l’inquinamento atmosferico figurano alberi come farnia, leccio, carpino bianco, acero campestre, tiglio, frassino maggiore e pioppo, oltre ad arbusti come rosa canina, alloro, ligustro, corniolo e biancospino.

Ma puntare sui piani di forestazione urbana – conclude Coldiretti Toscana - potrebbe avere un effetto positivo anche dal punto di vista economico. Secondo un’analisi Cnr, a fronte di un euro investito nel verde, ne possono rientrare in benefici ecosistemici da 1,3 a 3,07 euro. 

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