Afghanistan: a Fiumicino un volo con i primi profughi

Appello ai ministri degli Esteri per corridoi umanitari che salvomo le donne, le più colpite dai talebani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 agosto 2021 19:42
Afghanistan: a Fiumicino un volo con i primi profughi

Firenze- Poche parole, un messaggio forte. Così la petizione lanciata due giorni fa da Luisa Castellazzo su Change.org ha già raccolto centinaia di migliaia di firme e l’appello ai ministri Di Maio e Lamorgese si fa sempre più pressante.

“Creare subito corridoi umanitari internazionali per mettere in salvo le donne afghane e i loro bambini, così come i bambini degli orfanotrofi di tutte le città cadute in mano ai talebani”: questa la richiesta già appoggiata da centinaia di migliaia di cittadine e cittadini, con le nuove sottoscrizioni che aumentano minuto dopo minuto.

“La petizione è una modalità per tenere alta l’attenzione su quello che sta accadendo in queste ore in Afghanistan e vuole stimolare il Governo italiano a realizzare corridoi umanitari che potrebbero salvare molte vite” spiegano da Unicoop Firenze, che si sta impegnando per dare visibilità e sostegno alla petizione. La cooperativa, infatti, invita i cittadini a partecipare alla richiesta di creare corridoi umanitari.

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No alla rassegnazione di fronte alle immagini e alle notizie drammatiche che giungono da Kabul. Questo il messaggio che la commissione regionale Pari opportunità della Toscana vuole lanciare. La Crpo ha per questo aderito all’appello della Conferenza nazionale degli Organismi di Parità in merito alla situazione creatasi in Afghanistan.

“Finché le ragazze, le donne, le bambine nel mondo saranno esposte a sopraffazione, umiliazione e violenza di uomini senza scrupoli e dignità, sarà responsabilità della Comunità internazionale impedire la violazione dei diritti umani che ruba il futuro dell’intera umanità” recita l’appello. “Nel caso dell’Afghanistan e per il ruolo che abbiamo avuto, la responsabilità dell’Occidente e dell’Europa ci richiama a non rassegnarci all’impotenza di fronte alle immagini e alle notizie drammatiche che ci giungono da Kabul – prosegue -.

Dopo la mobilitazione del Governo per far rientrare i connazionali e i collaboratori esposti ad altissimi rischi di ritorsione, è il tempo di fare la differenza per attivare tutti gli strumenti istituzionali, politici, diplomatici per un piano di corridoi umanitari e di accoglienza che limiti la crisi umanitaria in atto in particolare per donne e bambine già oggetto di predazione. Verrà il tempo dell’analisi. Ora è il tempo dell’emergenza. Il tempo per fare la cosa giusta”.“Ci associamo, dunque, all’esortazione del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres durante la riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza sull’Afghanistan di proteggere i civili, nonché all’impegno espresso dal Presidente Draghi per il quale ‘ora occorre tutelare i diritti umani e in particolare quelli delle donne’- conclude l’appello -.

Ci appelliamo affinché nulla resti intentato e offriamo l’impegno quotidiano profuso sui territori come rafforzamento di consapevolezza e determinazione per fare la differenza in questo tratto di storia”.

“Come commissione Pari opportunità della Regione Toscana – commenta la presidente Francesca Basanieri - ci impegneremo affinché anche la nostra Regione possa dare il suo contributo a questa causa nell’ambito e nel rispetto delle sue competenze istituzionali”.

Jacopo Mazzantini, segretario del Pd Empolese Valdelsa, a nome di tutti i segretari comunali e dei membri della segreteria di federazione, interviene sul ritorno dei talebani in Afghanistan: «La tragedia umanitaria a cui assieme al mondo intero guardiamo con sgomento e frustrazione impotente è una tragedia perfino prevista ed accettata dalle potenze occidentali, che erano impegnate in quella guerra da vent’anni e, in quanto tale, inaccettabile.

La rinnovata presa del potere, da parte dei talebani, che da settimane ci veniva preannunciata sui mezzi di informazione come inevitabile in assenza di maggiori resistenze militari, a mano a mano che riconquistavano territori e, al contempo, assistevano alla ritirata delle potenze occidentali, ha avuto l’effetto di uno schiaffo che troppo tardi ha destato le coscienze di tutti a disastro compiuto e che impone, seppur in grave ritardo, una risposta concreta e immediata.

Come ha giustamente evidenziato il segretario Letta, sono ore decisive e non possono essere sprecate, lasciando gli afghani e soprattutto abbandonando le donne afghane al ritorno del Medioevo talebano.

L’Europa, in particolare, per quanto ci riguarda, è chiamata ad uno scatto che dimostri un salto di qualità nella politica estera comune, facendosi carico per prima di una iniziativa politica da condividere con la Comunità internazionale, che vada ben oltre la evacuazione di massa, dai risvolti drammatici, a cui assistiamo mediaticamente, con un dejà vu che certifica la reiterazione di errori passati.

L’Unione Europea imposti la creazione di corridoi umanitari e assuma l’impegno morale, oltre che politico, di mettere in campo ogni misura di salvaguardia dei diritti delle donne e dei minori, da porre come questione centrale su ogni tavolo europeo e internazionale su cui si discuta di questa crisi.

Ci aspettiamo dall’Europa e dal Governo italiano un’azione decisa, di concerto con Ong e associazioni per i diritti umani e dal nostro partito una mobilitazione nazionale di solidarietà ed a sostegno del popolo afghano per mandare il messaggio chiaro che il nostro Paese non girerà la faccia dall’altra parte».

“Poche ore per tornare indietro di venti anni. La presa di Kabul da parte dei talebani ci preoccupa molto, anche per la sorte delle donne afgane”. E’ la posizione delle militanti della Lega Toscana che rivestono incarichi di partito, istituzionali e in commissione pari opportunità dopo la capitolazione della capitale dell’Afghanistan. “In questo momento di apprensione per la situazione nel Paese – affermano le militanti leghiste- in cui temiamo per la sorte della popolazione civile locale e di tutti coloro che in questi anni avevano cooperato per lo sviluppo dell’Afghanistan, lo siamo anche per il ruolo che le donne avranno nella nuova società che andrà ad affermarsi nello stato asiatico, ma anche per i rischi che corre chi, in questi venti anni, aveva deciso di intraprendere una battaglia di modernità.

Un pensiero va alla giovane sindaca Zarifa Ghafari, 27 anni, la più giovane del Paese che ha deciso di non recedere e di rischiare la sua vita in cambio della difesa dei diritti delle donne per i quali è sempre stata in prima linea e più volte minacciata di morte nel passato. Oggi il suo grido di allarme, lanciato in solitudine, lo facciamo nostro al pari di quello di tutte le afgane che lottano per non tornare indietro di due decenni”. Un appello dalle donne toscane impegnate con la Lega viene rivolto al Governo e alla comunità internazionale.

“E’ doveroso difendere i progressi compiuti nel Paese – affermano- Rimaniamo inorridite quando i talebani invitano le donne al governo, ma sotto la legge della Sharia. Un invito che peraltro giunge da quelle stesse persone che si sono rese protagoniste di lapidazioni, mutilazioni ed esecuzioni di piazza nei confronti di chi chiedeva solo la tutela di quei diritti conquistati grazie all’aiuto dei Paesi occidentali e alla protezione offerta dalle Forze Armate, tra cui quelle italiane, che hanno contato morti e feriti per garantire loro una vita migliore.

Oggi però il futuro dell’Afghanistan, con il ritorno allo stato islamico, sembra appartenere al passato”.

“Con questa intempestiva e caotica operazione di ritiro tutto l’Occidente è debitore di un Paese e della sua popolazione perché ha costruito i presupposti di un cambiamento che poi non è stato in grado di avallare e realizzare. Avremmo dovuto accompagnare ancora il processo di consolidamento della democrazia e di normalizzazione. Ora non possiamo restare a guardare e, la comunità internazionale sotto l’egida della Nato, deve promuovere azioni volte a garantire la sicurezza per la popolazione minacciata dall’integralismo talebano. È necessario agire subito soprattutto per mettere in salvo le donne, che verranno private di tutti quei diritti conquistati, a fatica, in questi venti anni” scrive su Facebook il sottosegretario di Stato ai rapporti con il Parlamento del governo Draghi, Deborah Bergamini.

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