Affitti commerciali troppo cari? Le proposte Cna Firenze

Cioni: "Trasferire obbligatoriamente il credito d’imposta ai proprietari dei fondi o ridurre per legge i canoni di affitto, azzerando la tassazione per i locatori". Il caso Moreschi in centro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 febbraio 2021 11:11
Affitti commerciali troppo cari? Le proposte Cna Firenze

“Se vogliamo veramente un futuro per la città di Firenze diverso dal recentissimo passato, se realmente non vogliamo consegnarla a multinazionali e grandi capitali stranieri, se vogliamo riportare la residenza in centro, come da più parti affermato, occorre riportare al centro il modello economico della bottega, artigianale o commerciale che sia. Un modello (l’unico) in cui lo sviluppo economico rimane ben ancorato al territorio: crea occupazione (e non la sposta altrove), offre servizi e prodotti che lo valorizzano distinguendosi per peculiari materiali e competenze caratteristici (ben ancorati al luogo d’origine), fa economia reale. Per farlo, però, occorre immediatamente spazzare via un ostacolo: il problema degli affitti”.

È così che Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana interviene nel dibattito su rendita e affitti in città.

“La mediazione, a cui per altro abbiamo lavorato con le altre parti sociali, ha funzionato poco e chi specula sulla crisi per impossessarsi a buon prezzo delle attività rischia di farla da padrone” prosegue Cioni.

Sono due per CNA le alternative immediate per tamponare la soluzione: “far si che il credito d’imposta sugli affitti, da calcolarsi su base di calo di fatturato, sia trasferito al proprietario del fondo, che deve obbligatoriamente accettarlo come forma di pagamento. Il rischio per l’imprenditore, infatti, è quello di non riuscire ad utilizzare il credito in compensazione visto che, in molti casi, non lavorando, non ha prodotto reddito, mentre il locatore potrà facilmente dedurlo dalle imposte che deve pagare sul reddito, certo, generato dall’affitto” spiega Cioni.

L’alterativa, adottata da altri stati, “è quella di ridurre dall’alto, per legge, di almeno il 50%, il canone di affitto e di azzerare la tassazione per i proprietari. Delle due l’una, ma occorre decidere subito” conclude Cioni.

Nei giorni scorsi, lo ricordiamo, con le parole della Cgil Firenze, "un altro colpo mortale assestato dalla rendita immobiliare al tessuto produttivo del centro di Firenze: un marchio di alta moda calzaturiera, Moreschi, lascia la città perché il proprietario dell’immobile di via Calimala, che da anni ospita il negozio, non vuole rivedere i canoni di affitto. Moreschi a livello nazionale conta oltre 300 dipendenti, il punto vendita di Firenze chiuderà i battenti a fine mese.

In quella realtà sono occupate 4 lavoratrici che sono state raggiunte da una lettera di licenziamento per cessazione di attività. Nell’ambito del tavolo di crisi della Città metropolitana, di cui la Filcams Cgil Firenze ha richiesto l’apertura, siamo riusciti, ad oggi, a far revocare i licenziamenti, utilizzando gli ammortizzatori sociali causale Covid, fino a quando saranno disponibili dalla legislazione. In questo modo possono prendere un po’ di respiro le lavoratrici, ma su queste pende la spada di Damocle poiché, quando non ci saranno più ammortizzatori sociali e sarà terminato il blocco dei licenziamenti, la loro fine sarà certa. Il marchio ha preso l’impegno di non lasciare la piazza definitivamente e quindi di riaprire un punto vendita a Firenze: nel frattempo dunque servono ancora gli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti, per tenere il Paese nella condizione di superare questa situazione pandemica.

Nel ridisegnare il nuovo modello di sviluppo, servono politiche che non avvantaggino la rendita parassitaria, ma la colpiscano duramente, quando non è a vantaggio della produzione: lo dimostra questa triste vicenda nella quale questa rendita immobiliare non ha neanche concesso di rivisitare i canoni di affitto". 

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