Aferpi: a Piombino si continuerà a produrre acciaio?

Interrogazione di Sinistra Italiana per sapere le sorti del'impianto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 ottobre 2017 18:17
Aferpi: a Piombino si continuerà a produrre acciaio?

FIRENZE– Scaduto il tempo entro il quale il gruppo Aferpi (Cevital) avrebbe dovuto individuare un partner industriale o presentare un piano di finanziamenti certi per le acciaierie di Piombino.

Ieri a Roma ha avuto luogo l'incontro, presente il consigliere per le questioni del lavoro, Gianfranco Simoncini al Ministero per lo sviluppo economico dove il ministro Carlo Calenda ha riferito dello stato del confronto tra il Governo e Cevital. Il gruppo nei giorni scorsi aveva inviato una lettera che è però ritenuta insufficiente perché carente su tre punti fondamentali: non contiene certezze circa i partner individuati per proseguire nell'attuazione del piano industriale illustrato nella lettera, non dà garanzie sul piano finanziario, non fornisce rassicurazioni sul fronte occupazionale. E' per queste ragioni che il Governo ha annunciato che, in assenza di novità, oggi avrebbe dato il via al procedimento di contestazione per inadempienza contrattuale rispetto all'addendum sottoscritto nel giugno scorso.

"Da tempo avevamo sostenuto l'inaffidabilità di Aferpi - dichiarano la senatrice di Sinistra Italiana Alessia Petraglia e Stefano Fassina, responsabile Lavoro di SI - che invece è stato fino ad oggi sostenuto dal Governo. Lo stesso Governo che oggi deve iniziare la procedura di inadempienza visto che gli impegni previsti dall'Addendum in merito alla ripresa produttiva, alla ricerca della partnership ed alla presentazione del piano industriale sono stati disattesi." "E' evidente che tutto l'entusiasmo con cui era stato accolto questo acquirente si è spento in breve tempo.

Come intende rispondere il Governo alla lacerante preoccupazione dei lavoratori? - così Petraglia e Fassina che presentano una interrogazione al Ministro Calenda - Come intende il Governo tutelare l'economia del territorio di Piombino visto che oggi, se Aferpi risultasse "solamente" inadempiente ma non insolvente potrebbe continuare a tenere le redini del gioco portando a soffocamento non solo quell'aerea industriale ma tutto l'indotto? Se invece Aferpi fosse insolvente e si procedesse in amministrazione straordinaria il Governo intende utilizzare il Fondo relativo e in quale misura?" "Ma chiediamo anche - hanno concluso Petraglia e Fassina - immediate risposte sulle tempistiche delle bonifiche di competenza che già sarebbero dovute iniziare e di cui invece non abbiamo notizia.

Non sarebbe ora di definire una strategia nazionale per la siderurgia, dati anche i problemi dell'Ilva e il potenziale interesse di altri investitori?". “In caso contrario – insistono gli esponenti di SI – occorre muoversi in maniera spedita, come hanno chiesto i parlamentari Alessia Petraglia e Stefano Fassina in un’interrogazione. Il ritardo è già consistente dal momento che nemmeno gli interventi sulle bonifiche di competenza statale sono ancora cominciati e andrà fatta una ricognizione per stabilire tempi e modi certi per l’inizio dei lavori che potrebbero garantire ricadute positive sull'occupazione .

Per quanto ci riguarda chiediamo al governo certezze sul fondo di 300 milioni, 50 dei quali destinati a Piombino, stanziati per le aziende gestite in amministrazione straordinaria: chiediamo con forza che sia attivato subito e abbia continuità anche in periodo di vacanza del governo conseguente allo scioglimento delle Camere”.

“La farsa Aferpi è arrivata al capolinea, adesso però tocca al governo intervenire rapidamente e con risolutezza. È stato perso fin troppo tempo e i lavoratori, inclusi quelli dell’indotto, vedono allontanarsi pericolosamente una soluzione che faccia ripartire l'azienda”. A dirlo sono i coordinatori regionali di Sinistra Italiana Daniela Lastri e Marco Sabatini insieme a Simona Ghinassi, coordinatrice della provincia di Livorno. “Cevital non ha rispettato un solo impegno fra quelli previsti dall’Addendum sottoscritto lo scorso giugno, ha solo cercato di allungare i termini, creando false promesse nei lavoratori e inviando una lettera a Palazzo Chigi in cui annunciava una trattativa in corso con fantomatici partner dei quali non è ancora chiaro il tipo di impegno e di investimento.

L'ennesima beffa di Rebrab l’algerino. L’inadempienza del gruppo Cevital è grave e quindi causa di risoluzione dell’accordo, e come sostiene anche il ministro Calenda, verrà dato inizio alla procedura di infrazione che individuerà le penali in carico alla proprietà. Resta da sciogliere e ciò avverrà non prima della metà di novembre, il nodo legato alla certificazione dell’insolvenza, giustificabile solamente con il mancato pagamento delle quote relative alla cassa integrazione dei lavoratori e all’assenza di investimenti sulla produzione con i treni di laminazione fermi e il blocco delle attività.

Come già accaduto in passato Rebrab potrebbe giocare la carta del funzionamento intermittente al fine di evitare l’insolvenza restando di fatto ‘solo’ inadempiente, rimanendo così proprietaria delle Acciaierie e dei terreni sulla quale sorgono gli stabilimenti. E questo sarebbe un disastro perché sottoporrebbe lavoro e lavoratori all’incertezza più assoluta per il loro futuro”.

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