​Aeroporto di Firenze: voli dirottati e passeggeri in difficoltà

I consumatori accusano lo scalo fiorentino perché i ritardi comportano "disagi, code, cambio dei piani di volo, telefonate per avvisare alberghi o autonoleggi"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 dicembre 2016 15:20
​Aeroporto di Firenze: voli dirottati e passeggeri in difficoltà

I disagi registrati il 26 dicembre all'Amerigo Vespucci si sono ripresentati anche stamani. Dirottati i voli in arrivo con conseguenze anche per alcune partenze per santo Stefano, una quindicina i voli, in partenza e in arrivo, dirottati o cancellati anche stamani. La nebbia tiene sotto scacco l'aeroporto fiorentino di Peretola.

A fare "imbestialire" i passeggeri, spiega Vincenzo Donvito presidente Aduc, sono gli annullamenti o i cambi aeroporto dovuti a cattive condizioni meteorologiche "Non tifoni, tsunami, e cose del genere, ma la nebbia. Ma quale nebbia? Robuccia da fossa fiorentina: due banchi che dopo un po’ vanno via. Buona parte dei voli internazionali che partono nella prima mattinata, come stamane, sono per coincidenze internazionali in alcune città europee. E quindi: disagi, code, cambio dei piani di volo, telefonate per avvisare questo e quell’altro albergo od autonoleggio. Tutto questo perché? L’Amerigo Vespucci di Firenze, nonostante l’altisonante nome è roba da Lilliput, sempre a rischio partenza (anche un po’ di vento in più provoca lo stesso effetto), per cui, votando per la innegabile comodità di un aeroporto a 20 minuti dal centro città, lo si può fare sperando come in un terno al Lotto. E l’utente paga". "Così come paga la città - prosegue Aduc - per le responsabilità delle scelte dell’amministrazione, che ha preferito investire in questo Lilliput invece che potenziare il collegamento con Pisa, che sarebbe costato meno e avrebbe presentato moltissimi problemi in meno.

Un collegamento che se fatto in modo decente, al pari e meglio di quasi tutte le città del mondo, sarebbe stato al massimo di 30 minuti dalla Stazione centrale di Firenze, in un aeroporto dove possono partire i voli diretti per oltreoceano e per l’estremo Oriente e che, rispetto ad oggi dove da Pisa ce ne sono pochi e stagionali, avrebbero potuto essere di più e permanenti, visto che il bacino pisano non sarebbe stato solo quello della costa ma anche Firenze".

Declassare Firenze? "Ci sono i progetti, i piani di fattibilità, bla bla bla a cui prestiamo orecchio da diversi anni e decenni, anche se ogni tanto il Sindaco o chi per esso dice di essere riuscito a.. che cosa? La virgola, il punto e virgola al massimo. Ma tutto è sempre cosi, ed oggi ci risiamo, come ci risaremo domani e dopodomani. Siamo incoscienti se diciamo che sarebbe opportuno declassare Firenze ad aeroporto “turistico” e spostare e investire tutto su Pisa? Già vediamo chi si è azzardato a leggere queste righe: spallucce, risolino e metti da parte: non capiscono nulla questi di Aduc: la politica, la programmazione, i passi avanti che abbiamo già fatto per la pista parallela all’autostrada (che poco cambierebbe per quanto riguarda la nebbia che, invece, è più facilmente spazzata in un contesto costiero come l’aeroporto di Pisa).

E l’utente che continua a domandarsi: ma come fanno in aeroporti tipo Toronto o Denver con le temperature polari e ghiaccio fisso d’inverno, o Londra o Mosca o Helsinki? Fanno che sono amministrati in modo diverso, con scelte diverse e -qualcuno ci smentisca - più funzionali all’utenza e all’economia". "Per ora continuiamo a sentirci più sicuri con l’ora e mezza che ci vuole di viaggio verso Pisa o Bologna (quando ci sono i servizi che ci servono), oppure la “tradotta” treno+treno per Fiumicino o la notte in albergo per partire da Malpensa.

Che comodità" conclude Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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